Capitolo 16

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Sono ormai le 7:30 ed io sto scendendo di casa ora.
Sto andando a lavorare, nel nuovo bar che hanno aperto a pochi minuti da San Siro.

L'aria fredda di Dicembre si sentiva molto a Milano, dove sembra di stare al Polo Nord. Mi strinsi di più nella mia pelliccia nera e feci partire la riproduzione casuale.

E casualmente, partii 'Bitch Affianco' , mentre il mio corpo si irrigidii ancor di più e non solo per il freddo.

Quel giorno ho deciso di prendere quel treno.

Avevo deciso che per 1 volta in vita mia dovevo pensare a me stessa, quindi ho preso la decisione giusta per me stessa.

Zaccaria da quel giorno non si è mai arreso. Anzi, ogni giorno mi scrive ed è quasi sempre in zona.

Ha fatto anche il test di paternità, del quale sta aspettando i risultati.

Gaia e Sami sono gli unici a sapere che cosa sia successo a Napoli. Non ho voluto coinvolgere gli altri, visto che sono amici sia miei e di Zaccaria.

Arrivata al locale, salutai il ragazzo con il quale lavoravo. Per poi mettermi il grembiule rosso e iniziare a lavorare.

•••

Verso le 9:30 andai in pausa, andando sul retro del locale e fumarmi una sigaretta.

Appena presi il mio telefono, esso iniziò a squillare, rivelando il nome di Zaccaria sul display.

"Pronto?." dissi, buttando fuori il fumo.

"Oh, finalmente rispondi a una delle mia tante chiamate!." disse, incredulo. "Ma vado dritto al punto, altrimenti mi mandi a fanculo."

Esattamente, pensai.

"Ti dovrei parlare, ma non al telefono." disse. "Magari appena finisci passo a prenderti a lavoro."

"Come sai che sto lavorando?." gli chiesi.

"Oh, ehm Sami mi ha detto che avevi trovato lavoro ed anche che stamattina lavoravi." disse.

"Finisco alle 11, fatti dire da Sami dov'è." dissi, attaccando il telefono.

Rimasi a guardare lo schermo nero del telefono, mentre finivo di fumare la mia sigaretta, per poi tornare dentro.

•••

Sono le 11:00 e sono fuori il bar con il ragazzo con il quale lavoravo, Andrea.

Stavamo parlando fin quando una macchina nera si palesò davanti a noi e capii che fosse Zaccaria.

Salutai Andrea, per poi dirigermi verso la macchina, dove Zaccaria mi stava aspettando.

"Ciao." dissi, entrando in macchina.

"Ciao." disse, tenendo lo sguardo fisso sul volante, per poi partire.

"Chi era quello?." chiese, dopo alcuni minuti di silenzio.

"Un mio collega di lavoro." dissi, tenendo lo sguardo davanti fuori dal finestrino. "Perché?."

"Così." disse, per poi ritornare silenzio tra noi.

Una volta arrivati a San Siro fermò la macchina sotto il mio palazzo, per poi scendere insieme.

Salimmo le scale e arrivammo alla mia porta, per poi entrare entrambi.

"Cosa devi dirmi?." gli chiesi, togliendomi la pelliccia e metterla sull'appendiabiti.

Lui prese un foglio dalla tasca dei suoi jeans, per poi passarmelo.

Non capii nulla, quindi lo guardai. Rise leggermente e si avvicinò a me, per poi puntare l'indice su una frase.

"Il dna di Zaccaria Mohuib non è compatibile con il feto, quindi non è il padre." (*non so se si dica esattamente così, ma penso abbiate capito!)

Lessi, la frase, mentre un sorriso si fece largo sulle mie labbra.

"E perché pensava fossi tu il padre?." gli chiesi.

"Non lo so, ma l'importante è che non lo sono, giusto?." mi chiese.

"Aspetta un attimo." dissi, passandogli il foglio. "Dammi il tuo cellulare." continuai, mentre lui mi passò il telefono.

Andai sul numero di quella ragazza e accesi il mio telefono, andando sui messaggi che mi mandava quel numero sconosciuto.

"Cosa fai?." mi chiese, guardando i due telefoni.

Vidi che il numero era uguale, quindi capii.

Jessica voleva far credere a me e Zaccaria che lui fosse il padre, in modo da farci lasciare. Jessica era l'amica di cui parlava Alice, che Zaccaria e Mohamed hanno accompagnato il giorno della foto a Lecco.

Alice, molto probabilmente non in pace con se stessa, ha voluto raccontarmi un pezzo della verità.
Poi ho scoperto il resto da sola.

Ma l'importante è che Zaccaria non è il padre del bambino.

𝗣𝗲𝗿 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora