Capitolo 18

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29 dicembre, 3:00 del mattino

Mi svegliai, sentendo Zaccaria muoversi e parlare nel sonno. Mi alzai, accarezzando delicatamente il suo viso, cercando di calmarlo.

Ma ciò non funzionò, visto che ogni minuto iniziava ad agitarsi e muoversi ancora di più. Lo scossi leggermente, poi aprii gli occhi.

Impaurito e disorientato, due aggettivi che ho attribuito poche volte in Zaccaria.

"Amore, sono qui." dissi, prendendogli il viso tra le mani.

Le sue mani tremolanti si posarono sulle mie, mentre il suo respiro cercava di regolarizzarsi.

Mi spinse contro di lui, facendo finire la sua testa nell'incavo del mio collo e il mio mento sulla sua spalla.

Dopo pochi minuti sentii il mio collo bagnarsi, segno che stesse piangendo. Ma non feci nulla, decisi di lasciarlo sfogare da solo, per poi provare a parlargli.

Passarono 10 minuti, fin quando decisi di provare a guardarlo negli occhi, ma lui si alzò andando verso la cucina.

Mi alzai, mettendomi una sua felpa. Lo vidi seduto sul balcone, intento a fumare. Decisi di prendere una sedia e sedermi al suo fianco.

Lo guardai, mentre il suo sguardo era fisso sul cielo, mentre lo abbassava ogni tanto per buttare la cenere fuori dal balcone.

"Scusa." disse, prendendo parola, guardandomi negli occhi per la prima volta da quando eravamo fuori.

"Non devi scusarti." dissi. "Se vuoi puoi parlare con me."

Lo sentii sospirare, come se ci stesse pensando.

"Non faccio altro che pensare a quando ci siamo lasciati." disse, mentre io assumevo una faccia confusa. "Insomma, se io non avessi fatto il test di paternità non sarei qui affianco a te."

"Poi anche quando ti ho visto con quello, stavo morendo dentro." disse, mettendosi una mano sulla tempia. "L'ansia e la rabbia che ho provato a vederti con quello è veramente inspiegabile. Appena mi hai detto che era un tuo collega di lavoro mi sono tranquillizzato, ma mi ha dato comunque fastidio."

"Il pensiero che qualche scemo di questi ti possa portare via da me mi tormenta, sempre." disse.

"Perché ti fai paranoie inutili? Lo sai che niente e nessuno può allontanarmi da te." gli chiesi, posandogli una mano sulla gamba.

"Non lo so." disse, scuotendo la testa. "Però troppe volte, per miei sbagli o per altre persone, ci siamo allontanati." continuò, facendo tremare involontariamente una gamba.

"Ogni volta che ci allontaniamo io sto male, da morire. È come se mi sentissi soffocare. Come se fossi appeso al soffitto e il cappio fosse troppo stretto. Nemmeno le canne riescono a calmarmi in qui momenti, riesco a calmarmi solo con te." disse, mentre una lacrima solitaria solcò il suo viso.

Mi buttai tra le sue braccia, incapace di dire qualcosa. Portò le sue mani fredde sui miei fianchi, facendomi rabbrividire leggermente.

"Solo con te ho giurato per sempre." gli sussurrai, per poi baciarlo.

Credo che sia uno dei capitoli più belli che abbia scritto finora, fatemi sapere cosa ne pensate.

𝗣𝗲𝗿 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora