Capitolo 13

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Mi svegliai di sera su un letto di ospedale, accanto a me trovai Martina, Ivan e i miei genitori con mio fratello.
Mamma:Gioia! Che spavento che ci hai fatto prendere!
Papà:Come ti senti piccola?*accarezzandomi i capelli*
Io:Non capisco nulla
Mamma:È normale.
Io:Cosa è successo?
Marty:Sei svenuta a scuola..
Io:Com'è andata a finire? E Ivan? Dov'è? Come sta?
Ivan:Sono qui tranquilla...*prendendomi la mano*
Mamma:Vi lasciamo soli
Uscirono tutti dalla stanza, ed Ivan rimase con me seduto sul bordo del letto.
Io:Perdonami...
Ivan:Non è stata colpa tua. Edoardo è veramente un coglione
Io:Lo so. Guarda come ti ha ridotto...
Ivan:Non ti preoccupare per me*prendendo la mia mano*
Io:Ti fa male?
Ivan:Adesso non più. Ero preoccupato per te.
Io:Io non ricordo nulla..
Ivan:Meglio così fidati. L'importante che ti sei ripresa.*accarezzandomi la mano*
Io:Mi sento meglio. Grazie per essere rimasto qui
Ivan mi sorrise
Cercai di alzarmi con l'aiuto di Ivan
Io:Come sta il bambino?
Ivan:Il medico ha detto che è stato solo un brutto spavento. Però sta bene!
Andai in bagno e mi osservai allo specchio alzandomi la maglia. Ivan mi seguì
Ivan:A che pensi?*appoggiandosi alla porta*
Io:Domani voglio abortire...
Ivan:Cosa?*avanzando verso di me*
Io:Voglio abortire Ivan...
Ivan:Scherzi?
Io:No...
Ivan:No, no, no. Aspetta parliamone..
Io:Di cosa Ivan? Il bambino è di una persona di merda come Edoardo
Ivan:Edoardo è una persona di merda. Ma il bambino che colpe ne ha se gli è capitato un padre così. Ha una mamma fantastica. Perché questa decisione..
Mi andai a sedere sul letto, seguita da Ivan
Io:Quando ho visto Edoardo negli occhi oggi, ho capito quanto io abbia sbagliato. Non dico che il bambino è stato un errore. Non mi permetterei mai. Ma ho sbagliato a farlo con lui.
Ivan:Ormai è successo... Non si può tornare indietro lo sai anche tu. Però Gioia. Non farlo...
Io:Scusami Ivan...
Ivan:Ne sei sicura...?
Lo guardai
Ivan:Se è questa la tua decisione... Non posso mettermi contro a un tuo volere.. anche se mi dispiace troppo...
Lo guardai ancora per poi abbassare velocemente lo sguardo
Dopo la conversazione di me e Ivan, entrò il dottore a spiegarmi tutto quello che dovevo sapere. Avevo chiesto al dottore di fare quell'operazione domani mattina. Mi mise in lista. Ero agitata ma allo stesso tempo pronta per cambiare nuovamente la mia vita.
I miei genitori e gli altri andarono via compreso Ivan. Rimasi da sola con i miei pensieri. E continuavo a toccarmi la pancia fin quando non sentii la porta aprirsi.
Infermiera:Gioia Di Martino?
Io:Si!
Mi girai dal lato dell'infermiera.
Infermiera:Sei tu colei che domani ha l'operazione?
Io:Si
Lei mi guardò e chiuse la porta alle sue spalle
Infermiera:Mi avevano parlato di te*prendendo la sedia*
La guardai
Infermiera:So che non mi dovrei intromettere, però vorrei farti vedere una cosa.
Io:Cosa?
Infermiera:Vieni con me
Seguii l'infermiera, al piano di sotto. Mi portò davanti ad una vetrata. E c'era lo spettacolo più bello in assoluto. Cullette rosa e azzurre. Con bimbi che dormivano immersi nelle loro copertine, con dei piccoli cappellini. Mi emozionai a quella scena.
Io:Perché mi ha portata qui?
Infermiera:So il passo che vuoi fare. Ero presente anche io oggi quando ti hanno portata qui. E ho sentito un ragazzo che parlava con una ragazza fuori dalla tua stanza di questo. Ma volevo che ti rendessi conto di quanta magia hai dentro di te, prima di fare un passo del genere.
Mi sedetti sulla panca fuori da quella sala, toccandomi la pancia.
Io:È da oggi che non faccio altro che pensarci..
Infermiera:Ne vuoi parlare?
Io:Non so che fare. All'inizio volevo prendere la stessa strada dei miei genitori. Mi hanno avuta alla mia stessa età di adesso. Anche se avevano avuto alti e bassi, io adesso sono qui e credevo di essere forte come loro per affrontare una cosa del genere. Poi mi sono resa conto che non tutti siamo così. Io sono molto fragile, soprattutto dopo tutto quello che è successo oggi. Il padre del bambino ha picchiato un ragazzo, gli ha fatto del male. Chi può dirlo che non potrebbe far del male anche al proprio bambino?
Infermiera:So che il padre è sempre il padre ma se pensi che sia violento, perché tenerlo nella tua vita? E perché far andare il bambino per sotto?
Io:Ho sempre avuto l'immagine di famiglia con chi mi ha messo incinta. Quell'immagine è stata cancellata quando ho capito che lui non voleva sapere niente.
Infermiera:Chi era quel ragazzo oggi fuori la sala?
Io:Il cugino della mia migliore amica.
Infermiera:Era afflitto.
Io:Lo so .
Infermiera:Lui non è il padre del bambino, ma era così afflitto che sembrava che gli stessi togliendo suo figlio.
Io:Ci tiene tantissimo... Il suo desiderio è sempre stato quello di diventare padre. E da quando ci siamo conosciuti mi dice che sono stata molto fortunata.
Infermiera:Non ha tutti i torti. Hai dei genitori che hanno vissuto la tua stessa esperienza, un amico che ci tiene come se fosse suo figlio, hai persone che ti sostengono. E questa piccola creatura qui*indicando la pancia* è così fortunata che sarà felice anche senza suo padre. E un giorno ti ringrazierà di averlo messo al mondo. E ti ringrazierà per tutti i sacrifici che tu farai per lui. Sarai la sua mamma e il suo papà. E quando arriverà quella persona che ti stravolgerà la vita, quello che vuole prendersi cura di voi, vedrai, che ti ringrazierà due volte.
Guardai l'infermiera
Infermiera:Guardali*osservando la vetrata* sono il miracolo della vita. Hai un miracolo dentro di te. Non ti sto costringendo a cambiare idea. Ma almeno di pensarci. Certo dopo riprenderai la tua vita di prima in mano, sarà tutto più semplice, tutto meno complicato. Ma cosa ne potresti sapere se la tua vita non sarà più bella di questa, con una persona in più?
Non riuscii a dire neanche una parola
Infermiere:Debora, stanza numero 108, deve mettere una flebo. Pensaci tu, per favore.
Infermiera:Si! Adesso torna in stanza eh*accarezzandomi i capelli* hai sentito, mi chiamo Debora. Qualunque cosa, chiama me.
Sorrisi
Infermiera:Buonanotte!
Ricambiai la buonanotte e andai in stanza. Dopo tutto, la mia decisione era stata presa. Domani mi aspettava un cambiamento... Ma io, nonostante ciò non facevo altro che girarmi e rigirarmi con la mano sulla pancia. Il sonno non c'era. E quanto avrei voluto rilassarmi..
Io:Scusami se sono una madre così...*mettendo una mano sulla pancia e chiudendo gli occhi pieni di lacrime*

Continuo

16 Anni E Incinta *Parte 2* Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora