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Domani ci sarà la registrazione della seconda puntata e ammetto di essere parecchio ansiosa, che novità.

La convivenza con gli altri ragazzi questa settimana è andata benino, credo. Non mi sono integrata molto a dire la verità ed ho sempre tentato di starmene in disparte per la maggior parte del tempo e devo dire che ha funzionato, agli occhi di molti sono risultata invisibile quasi sempre. L'unico che è venuto a parlarmi è stato Luigi.

La prima sera quando sono uscita dopo aver finito di sistemare le mie cose mi ha raggiunta ed abbiamo iniziato a parlare, o meglio lui ha parlato ed io ho ascoltato ma le sue parole mi hanno colpita così tanto da farmi aprire con lui. E' un ragazzo davvero particolare, ha una visione tutta sua della vita e questa cosa mi piace, le persone monotone non sono proprio nelle mie corde.

Fin da quand'ero piccola sono sempre stata considerata quella diversa e strana, quella che fa discorsi contorti e senza senso, la pazza che crede nei fantasmi e al potere dei cristalli. Mi hanno sempre giudicata per il mio pensare contro corrente, mi hanno isolata, fatta sentire sbagliata così tanto da farmelo credere. Per tutta la mia vita mi sono chiesta chi sono e perché sono diversa dagli altri. Da piccola non giocavo con le bambole, non collezionavo figurine, non guardavo i cartoni animati per tv; mi piaceva trovare le forme nelle nuvole, immaginare cosa ci fosse dall'altra parte del mare, perdermi in un pensiero per ore ed ore. Quando andavo alle medie me ne stavo in ultima fila, nel posto vicino alla finestra e guardavo il cielo chiedendomi dove andassero gli aerei che passavano sopra alla nostra classe oppure riempiendo la pagina di parole senza senso ma che messe assieme suonavano bene.

Alzo lo sguardo verso il cielo, guardo le stelle. Mi è sempre piaciuto l'universo, l'astronomia, pensare di essere così piccoli ed insignificanti rispetto a quello che c'è là fuori. Lui diceva che quando moriamo diventiamo parte dell'universo, diventiamo stelle e gli credo. Siamo figli dell'universo, dell'infinito, una massa di particelle celesti.

Sorrido al pensiero che lui mi stia guardando da lassù.

<Te lo avevo detto che ce l'avrei fatta> sussurro.

<Che fai? Parli da sola?> ride una voce dal lato opposto del divanetto rosso del giardino.

<Alex!> esclamo portandomi una mano al cuore <cristo, mi hai fatto prendere un infarto>

<ops> sussurra provando a nascondere un sorriso <che fai qui fuori a quest'ora?>

<potrei farti la stessa domanda..> mi giro verso di lui incrociando le gambe sopra al divanetto <pensavo> dico poi guardandomi le mani che giocherellano tra di loro.

<A cosa?> chiede mettendosi nella mia stessa posizione girato di fronte a me.

<Scusa ma tu non eri quello che non parla mai?> chiedo ironica.

<Parlo solo con chi voglio parlare> ammette guardandomi negli occhi.

Resto incantata per un millesimo di secondo ma mi impongo di riprendermi <quindi vuoi parlare con me> dico facendo una finta faccia soddisfatta e buttandomi i capelli dietro le spalle, ho sempre nascosto così l'imbarazzo: con sarcasmo, "la mia unica arma di difesa" come disse Stiles in quella puntata di Teen Wolf.

<Forse> ammette sorridendo anche lui, questa cosa che capisca il mio essere ironica mi piace già.

<Pensavo ad una cosa che mi ha detto una volta una persona importante> dico dopo qualche secondo di silenzio.

Non so perché io abbia deciso di dirglielo ma me lo sono sentita, come se fosse la cosa più giusta da fare in questo momento.

Lui si limita a guardarmi senza dire niente, è questo che mi colpisce di Alex, il suo saper comunicare stando in silenzio, il suo saper capire tutto da un gesto. Per questo dico che non siamo poi così diversi.

Combinazioni di parole// Alex WDove le storie prendono vita. Scoprilo ora