ventinove

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Il cielo si è fatto scuro, la temperatura si è abbassata di molto ed ammetto che stare qui fuori con solo una coperta a coprirmi la pancia lasciata scoperta dal top bianco non è un'idea brillante.
Un brivido mi percorre tutta la lunghezza della schiena, il fiato caldo che esce dalle mie labbra socchiuse crea una nuvoletta bianca scontrandosi con l'aria gelida.
La porta si apre ed escono Luigi e Carola, il primo con il mio giubbotto tra le mani, me lo appoggia sulle spalle e si siedono accanto a me.
<Che hai?> chiede il ragazzo con addosso gli occhiali bianchi mentre si accende una sigaretta.
<Niente, stavo pensando> il mio sguardo si perde, per l'ennesima volta, in un punto sul pavimento mentre la mia mente è confusa e rimbalza da un pensiero all'altro.
<A che pensi?> chiede la sarda, appoggiando una mano sulla mia gamba.
<A tutto e a niente> rispondo vaga con un sorrisetto triste.
<Conosco qualcun altro che da sempre queste mezze risposte del cavolo, e mi sa che stai pensando proprio a lui> mi volto verso Luigi ed annuisco tristemente. <Che ha fatto quel coglione adesso?>
<E' che non ci capisco niente> mi passo le mani sul viso, sospirando.
<Prima vuole stare con me, e poi passa giornate intere con Cosmary. Dopo torna da me, ci baciamo, passiamo giorno e notte insieme e poi, all'improvviso, sparisce di nuovo e va da lei> il mio tono è davvero esasperato ma, d'altronde è proprio così che mi sento: esasperata, esausta, irritata da questa situazione che non posso controllare.
<E come se non bastasse si permette anche di fare la parte di quello geloso, io davvero non ne posso più, è peggio di una maratona star dietro ad Alex>
<Lei ci prova un sacco> dice Carola riferendosi alla sua compagna di squadra.
<E lui ci sta e le da corda, è questo il problema> mi passo le mani tra i capelli mentre getto la testa all'indietro, sui cuscini rossi del divano.
<Non penso voglia starci davvero, penso si faccia, per qualche motivo, prendere dalla situazione> spiega Luigi.
<Ho capito Gigi, ma a me non sta bene> alzo le spalle.
<Sono stanca di dover essere sempre io quella a dover mettere da parte le sensazioni, a dover passare sopra alle cose, a far finta che non sia successo nulla, quando la verità è che mi da fastidio come si comporta con lei. Che stiano insieme per ore, che ridano e scherzino, che la guardi in quel modo>
<E questo a lui lo hai detto?> chiede Luigi togliendosi gli occhiali.
<In forma indiretta>
<Non è il caso che tu glielo dica in forma diretta?> chiede sorridendo lui.
<Che differenza farebbe?>
<Io lo conosco, Alex è un tipo che si finge duro ma in realtà non lo è, ha bisogno di certezze e di essere rassicurato a volte, anche se non lo ammetterà mai apertamente>
<Non lo so, Gigi> sbuffo nuovamente.
<Come conosci Calma?> chiede, cambiando discorso, la ballerina accanto a me.
<Da quando sono piccola, tutti gli anni, vado in vacanza in un paesino della Puglia dove abitano i nonni di Marco, ci siamo conosciuti da bambini proprio lì ed ogni anno passavamo insieme due mesi. L'ultima volta che ci siamo visti è stato nel 2019, poi a causa del covid non ci siamo scesi gli ultimi due anni> spiego io. Loro annuiscono mentre mi ascoltano attentamente.
<Quindi lo conosci bene, che tipo è?> chiede ancora la ragazza, ma, prima che io possa rispondere, la porta di vetro si apre e la figura di Alex, avvolta nel giubbotto nero, compare davanti a noi.
<Possiamo parlare un attimo, per favore?> chiede guardandomi. Annuisco e mi alzo, mi libero del giubbotto nonostante continui a sentire un freddo terribile e lo seguo nella stanza arancione. Entra dopo di me e chiude la porta, si va a sedere sul suo letto mentre io prendo posto su quello di Albe, che è di fianco al suo. Siamo seduti uno di fronte all'altro ma non lo guardo, ho gli occhi fissi sulle mie mani che si muovono incontrollabilmente.
<Mi hai chiamata qui per stare in silenzio?> chiedo dopo un po' che siamo qui senza dire una parola.
<Come lo conosci?> chiede, alzo lo sguardo su di lui e lo vedo giocherellare nervosamente con il braccialetto di filo rosso legato al suo polso sinistro, dal giorno di Natale non se l'è mai tolto.
<L'ho conosciuto da piccola, perché ti interessa?> rispondo stizzita, ed io che pensavo volesse scusarsi per tutta quella storia di Cosmary.
<Così> alza le spalle. <Siete molto amici?>
<Qual è il problema, Alex?> chiedo spazientita, so dove vuole arrivare, ormai lo conosco abbastanza. <Tu puoi fare il cascamorto con le altre ma io non posso avere degli amici?>
<Che c'entra adesso?> chiede sbuffando mentre si sistema il ciuffo.
<C'entra eccome, non puoi pretendere di venire a fare il geloso quando ti comporti così>
<Come mi comporterei scusa?>
<Lo sai come ti comporti, Alex> scuoto la testa. <Passi da me a lei, senza sosta, ed io non ce la faccio più, fa male vederti stare meglio con un'altra> reprimo le lacrime che stanno minacciando di uscirmi dagli occhi, non posso farmi vedere debole, non adesso.
<Io sto bene con te, e voglio stare con te> prova a prendermi la mano ma mi scanso prima che possa farlo, so che se dovessi sentire la sua pelle sulla mia perderei il controllo, e non posso permettere che accada.
<Allora perché la cerchi sempre?> non risponde, mi guarda e non risponde.
<Appunto> dico tristemente alzandomi dal letto. Lui mi ferma prendendomi per il polso, mi giro verso di lui e me lo ritrovo a pochi centimetri.
<E' un momento di confusione ma, ti prometto, che sistemerò tutto> sussurra mentre i nostri nasi si sfiorano. Chiudo gli occhi nel sentire il suo respiro sulle mie labbra, la voglia di baciarlo è fortissima ma mi impongo di non farlo, cadrei nella sua trappola e gliela darei vinta se lo facessi. Deve capire che non può fare sempre quello che vuole e che, se vuole davvero me, deve comportarsi di conseguenza. Annuisco mentre mi allontano da lui.
<Okay> sussurro prima di abbassare la maniglia ed uscire dalla stanza.

Combinazioni di parole// Alex WDove le storie prendono vita. Scoprilo ora