quarantanove

3.7K 121 20
                                    

ALEX'S POV

Busso alla porta socchiusa della stanza azzurra ma non ottengo risposta; entro silenziosamente e la trovo sdraiata sul letto con la faccia spiaccicata al cuscino e i capelli sparpagliati su di esso. Mi chino accanto al materasso e le sposto i capelli dal viso; resto a guardarla per qualche istante, rapito dalla sua bellezza. Lei non se ne rende conto ma è la personificazione della perfezione, o almeno per me. Fisicamente, caratterialmente e mentalmente; tutto di lei nella mia percezione è assolutamente perfetto, e vorrei tanto farglielo capire in qualche modo.
<Oi bimba> sussurro scuotendola dolcemente; lei mugugna qualcosa di incomprensibile senza aprire gli occhi; <Svegliati> le lascio un bacio sul naso, poi uno sulla guancia e sulle labbra.
Si sveglia stiracchiandosi e appena mi vede sorride, con gli occhi ancora socchiusi; <Ciao> mormora.
<Vestiti, devi venire con me in un posto>
<Dove?> chiede mettendosi seduta ed allungando le braccia verso l'alto.
<Lo scoprirai dopo> le rubo un altro bacio a stampo e mi siedo sul letto accanto al suo, posando i gomiti alle ginocchia e il mento sui palmi.
<Spero per te sia importante, stavo facendo un bel sogno> si alza ed inizia a cercare qualcosa da mettersi nell'armadio.
<C'ero anch'io?> chiedo riferendomi al sogno.
<Perché?>
<Hai detto che era un bel sogno> dico facendo spallucce.
Lei sospira scuotendo il capo; <Non gira tutto attorno a te, Alessandro> ridacchia poi.
<Mh, sarà>
Prende dei pantaloni azzurri, abbastanza eleganti, e uno dei suoi soliti top corti che lasciano scoperto fin troppo per i miei gusti; <Devi rimanere lì a guardarmi come un maniaco?> chiede girandosi verso di me.
Annuisco alla sua domanda, stendendomi sul letto vuoto e portando le braccia dietro alla testa, ammirandola dalla testa ai piedi. Lei sbuffa alzando gli occhi al cielo ed inizia a cambiarsi.
Si sfila la felpa nera che porta di solito per stare in casetta, poi abbassa anche i pantaloni del pigiama con sopra Homer Simpson, restando in intimo davanti a me. Non è la prima volta che la vedo così, ma è come se lo fosse. Non riesco a resisterle, il mio corpo si sente attratto da lei come una calamita, non potrei restarle indifferente nemmeno volendolo.
Mi guarda mentre si china per infilarsi i pantaloni e sorride vittoriosa quando mi vede mordermi il labbro e passarmi una mano sulla faccia.
<Come sto?> chiede dopo essersi rivestita. Mi alzo dal letto e vado verso di lei, le appoggio le mani sui fianchi e le faccio fare un paio di giri su se stessa osservando ogni millimetro del suo corpo e memorizzandolo nella mente, come una fotografia.
<Sei bellissima> le dico accarezzandole la guancia con i polpastrelli.
<Sicuro mi stiano bene questi pantaloni?> chiede rigirandosi verso lo specchio, dandomi le spalle; <Mi segnano un sacco sulla pancia> si passa una mano sull'addome che prontamente afferro tra la mia e la sposto di lì.
<Basta farti paranoie, sei bellissima cazzo> la faccio rigirare verso di me, prendendole il viso tra le mani e lasciandole un bacio a stampo; <Perché non ci credi?>
<Non è che non ci credo-> mormora, giocherellando con le punte dei suoi capelli castani che stanno diventando via via più lunghi col passare dei mesi; <A volte penso pure di essere carina ma- poi vedo tutte le altre che sono mille volte più belle di me, e non lo penso più>
<Cazzate> sbuffo io; <Le altre sono belle? Si, ma tu sei ancora più bella>
<Devo essere gelosa per la prima parte di frase?> chiede ironica, alzando gli occhi al cielo.
<No- sono io che devo essere geloso, con tutti i coglioni che ti sbavano dietro>
<Pf, capirai> dice allacciando le braccia al mio collo; <L'unico coglione che voglio è qui davanti a me> ridacchia poi.
<Mi hai insultato>
<Si, ma in modo affettuoso> sussurra prima di posare le labbra sulle mie.
Si stacca subito dopo, allontanandosi di poco per infilarsi le scarpe; <Mi dici dove andiamo?> chiede.
<Senza chiedere permesso è pronta> questa mattina si è ufficialmente conclusa la produzione del pezzo che Michele Bravi mi ha regalato; ancora non ci credo che una sua canzone sia mia adesso.
<Davvero?> chiede saltellando e battendo le mani, sembra una bambina a Natale ed è bellissimo vederla così.
Annuisco; <Ti avevo promesso che l'avresti ascoltata per prima> le ricordo.
Insieme ci dirigiamo allo studio, dove i banchi del pomeridiano sono già stati tolti. La settimana prossima si registrerà la prima puntata del serale. Ancora non ci credo che tra poco finirà tutto, mi sembra ieri che ero chiuso in hotel con Luca come vicino di stanza, invece sono già passati quasi sette mesi. Solitamente non sono una persona nostalgica, tendo ad accettare il corso degli eventi ed il fluire del tempo; credo che ogni cosa sia calibrata e calcolata perfettamente, che abbia il suo tempo perciò non mi dispero quando qualcosa finisce, semplicemente lo accetto. Credo però che tutto questo mi mancherà; Amici per me si è rivelato molto di più che un semplice programma tv: qui ho trovato me stesso, mi sono messo in gioco ed ho esplorato parti di me che non pensavo esistessero; ho trovato degli amici che mi hanno insegnato tanto, ognuno a modo suo; ed ho trovato l'amore, quell'amore che non avrei mai pensato di trovare, qui men che meno.
<Ciao scemi> la voce di Maria attraverso la cassa si propaga per lo studio mezzo vuoto che, fino a pochi giorni fa ospitava tutti noi per la registrazione dell'ultima puntata del pomeridiano.
<Cia Marì> saluta la castana al mio fianco, con la mano stretta nella mia.
<Ti puoi sedere al banco dei professori> la informa, lei fa come detto e si siede sopra alla superficie di legno, con le gambe a penzoloni; <Ma lo sai che quello scemo del tuo fidanzato mi ha stressata tantissimo per farti venire qui oggi?>
<Che ha fatto?> chiede ridendo la ragazza davanti a me, mentre io sistemo l'altezza dell'asta ridacchiando.
<Mi chiamava in continuazione, chiedendomi se fosse stato possibile portarti> spiega la conduttrice ridendo; <Cioè anche quando gli ho detto di si, lui continuava a chiamare> mi gratto la testa imbarazzato ripensando a quanto, effettivamente, abbia insistito per averla qui con me. L'ho fatto perché so quanto ci tenga, e ci tengo tanto anch'io.
<Ti ho già chiesto scusa> borbotto io.
<Dai canta> mi rimprovera la bionda, facendo partire la base del mio ultimo pezzo.

Combinazioni di parole// Alex WDove le storie prendono vita. Scoprilo ora