ventidue

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Apro gli occhi e mi stiracchio nel letto ancora stanca dalla registrazione di ieri e dalla piccola festicciola che abbiamo organizzato tra di noi una volta tornati in casetta; approfittando del fatto che non avremo lezioni per un po' abbiamo fatto più tardi del solito ed ora la stanchezza si fa sentire però la scaccio subito via e penso soltanto che oggi è il giorno di Natale e sento un brivido che non percepivo da anni. Ricordo che da piccola, quando mi svegliavo la mattina di Natale, mi sentivo diversa, come se nell'aria ci fosse qualcosa di magico che andava oltre la mia comprensione ma che rendeva speciale quel momento; mi alzavo alle otto in punto ed andavo in camera dei miei genitori saltando sul letto e strillando che era il giorno di Natale, poi scendevamo a fare colazione e scartavamo i regali, a mezzogiorno andavamo a pranzo a casa di nonno con tutti i parenti e stavamo li fino a sera. Mi mancano quei momenti; da anni ormai il Natale è un giorno come un altro per me, nessuna sensazione magica, nessun momento speciale, niente di niente, solo la monotonia di un altro giorno. Da un lato penso che faccia parte dell'età adulta dare meno peso a queste cose ma mi ero sempre ripromessa di non lasciar morire completamente la mia parte bambina, quella che si emoziona per le piccole cose, a cui brillano gli occhi davanti ad un fiore o che crede ed ha fiducia nei sogni, non importa quanto grandi essi siano. Ecco oggi mi sento di nuovo bambina, mi alzo scattante dal letto ignorando il freddo di dicembre che mi sbatte sulla pelle e più felice che mai mi dirigo in cucina per aspettare che qualcun altro si svegli. Aspetto un po' prima di sentire la porta di una stanza aprirsi e rivelare la figura traballante di Christian che si trascina in cucina con gli occhi ancora praticamente chiusi.

<Buon Natale> esclamo appena entra nel mio campo visivo. A causa della mia voce così acuta già di prima mattina, cosa stranissima, si spaventa e rischia di cadere all'indietro provocandomi una risata.

<Non ridere cretina> dice recuperando l'equilibrio <Buon Natale> dice poi venendo ad abbracciarmi. Facciamo colazione insieme e nel mentre anche gli altri si svegliano e ci raggiungono, l'atmosfera che si è creata è davvero splendida e famigliare, tutti chiacchieriamo tra noi, ridiamo e scherziamo senza segno di preoccupazione sul viso. Guardandomi intorno noto che solo una persona è assente: Alex. Conoscendolo sarà chiuso in camera oppure starà ancora dormendo a causa della confusione di ieri.

<Vado a svegliare il bello addormentato> dico a Luigi che annuisce prendendo un sorso di latte. Cammino saltellando verso la camera arancione che il cantante condivide con Albe e Luca ed entro sicura di trovarlo dormire con una delle sue solite facce stranissime e tutte contorte contro il cuscino. Mi blocco appena vedo che non sta dormendo e che non è nemmeno da solo ma in compagnia di Cosmary, lei ha una chitarra in mano e lui sta provando a farle suonare qualche accordo. Non si sono accorti di me così penso di andarmene e lasciar perdere ma qualcosa dentro mi impedisce di fare un solo passo indietro, non so vederli così vicini mi da quasi fastidio, una sensazione che non ricordo di aver mai provato in vita mia, è stranissimo. Gli occhi di Alex incrociano i miei quel tanto che basta da far accorgere anche Cosmary della presenza di qualcuno così mi ritrovo con entrambi che mi fissano sullo stipite della porta. <Scusate non volevo disturbarvi> dico <Pensavo stessi ancora dormendo> spiego poi al ragazzo che continua a guardarmi.

<Vabbè adesso veniamo di la anche noi, tanto ormai ci hai interrotti> dice la ballerina appoggiando la chitarra sul letto e superandomi per raggiungere gli altri lasciandomi con una faccia stupefatta.

<Ha mangiato pane e simpatia stamattina> dico ironicamente.

<Non darci peso> Alex si alza dal letto e sistema la chitarra abbandonata dalla ballerina poco fa per poi venire verso di me, mi mette un braccio attorno alle spalle ed inizia a camminare verso la cucina dove sono radunati tutti gli altri nostri amici <Sei pronta a scoprire il tuo regalo?> chiede poi.
<Io si e tu?> rispondo.
<Non lo so, devo ammettere che mi fai un po' paura> ride lui.
<E fai bene ad averne> dico io facendogli l'occhiolino e riprendendo posto vicino a Christian dove mi trovavo prima.

Combinazioni di parole// Alex WDove le storie prendono vita. Scoprilo ora