Riprendo coscienza solo quando la sveglia prende a suonare, mi stiracchio ed apro gli occhi lentamente mettendo fine al baccano provocato da quell'aggeggio infernale. L'ultima cosa che ricordo è il suono regolare del cuore di Alex, devo essermi addormentata. Adesso però la stanza è vuota, nemmeno Aisha è nel suo letto, probabilmente si è già alzata, scosto le coperte dal mio corpo che viene subito colpito dal freddo della casetta e mi alzo sistemando la maglia bianca a maniche lunghe che indosso come pigiama. Prendo la bottiglia d'acqua sul comodino e, nel farlo, noto un foglietto di carta, piegato più volte su sé stesso, appoggiato sul mobile di legno.
"Avrei voluto restare con te ma la tua compagna di stanza mi ha cacciato, ci vediamo domani."
Ci metto poco a capire che si tratti proprio del ragazzo con cui, ieri sera, mi sono addormentata. Sorrido al pensiero che si sia disturbato a scrivere questo bigliettino, probabilmente, ieri sera tardi. Sono questi i piccoli gesti a cui mi riferisco sempre, quelli a cui nessuno fa caso ma sono i più speciali di tutti.
Col sorriso stampato sulla faccia vado in cucina, ancora avvolta nella tuta nera e la maglietta bianca che mi fungono da pigiama, per mangiare qualcosa prima di iniziare ufficialmente questa giornata. In cucina incrocio Serena ed Albe, che saluto allegramente, e Sissi che sta già uscendo per andare agli studi, sta lavorando ad un nuovo pezzo e vuole approfittare del tempo libero prima delle lezioni. Scaldo una tazza di latte nel microonde e prendo i cereali, mi siedo al bancone della cucina e mi metto a mangiare in silenzio, perdendomi nel fondo della tazza.
<Buongiorno bellissima> la voce assonnata di Marco mi risveglia dal mio stato di trance, si siede sullo sgabello accanto al mio con una tazza fumante tra le mani e prende la scatola di cereali appoggiata davanti a me.
<Buongiorno> sorrido io. Lo sento dire qualcos'altro ma non lo ascolto, la mia attenzione viene rapita da Alex che entra in cucina con i capelli scompigliati e gli occhi ancora mezzi socchiusi. L'ho già detto che è bello?
<Mh?> chiedo quando Marco mi schiocca le dita davanti alla faccia per riprendere la mia attenzione.
<Ti ho chiesto se hai dormito bene> ripete mentre mi giro a guardarlo. Lancio uno sguardo veloce ad Alex che, dall'altra parte del bancone, mi guarda e fa un sorrisetto.
<Si, benissimo> annuisco prendendo l'ultimo sorso dalla tazza bianca che, successivamente, ripongo nel lavello.
<Devi andare a lezione adesso?> chiede ancora il mio amico affiancandomi per riporre anche la sua tazza sporca. Annuisco.
<Anch'io, se vuoi ci andiamo insieme> propone.
<Certo, vado a cambiarmi> dico superandolo per dirigermi in camera mia.
Cerco nell'armadio qualcosa di comodo da mettermi, Lorella mi ha informata ieri che oggi avrei fatto una lezione con Elena per preparare al meglio il compito della Pettinelli, perciò voglio essere il più pratica possibile. Prendo un paio di leggings neri e una felpa bianca della Nike che mi ha regalato mia cugina qualche anno fa a Natale. Getto i pantaloni e la maglia del pigiama sul letto ed indosso i vestiti che ho scelto, mi chino poi per allacciarmi le scarpe ma una voce mi fa saltare dalla paura.
<Ti stanno bene quei leggings> Alex è appoggiato allo stipite della porta e mi guarda dall'alto al bosso con le braccia incrociate al petto. Mi porto una mano al petto per lo spavento e lo maledico mentalmente.
<Ti fanno un bel culo> riceve un'occhiataccia da me che, però, non blocca il sorrisetto che gli nasce sulla faccia quando vede le mie guance tingersi leggermente di rosso.
<Da quanto tempo sei lì?> chiedo finendo di allacciare le converse nere.
<Abbastanza> risponde sedendosi sul mio letto, ancora sfatto.
<Cosa vorrebbe dire abbastanza?> chiedo non soddisfatta della risposta mentre mi metto davanti a lui.
<Abbastanza da saperti dire di che colore è l'intimo che indossi> sorride guardandomi dal basso mentre mi tira tra le sue gambe ed allaccia le braccia dietro alle mie.
<Alex> esclamo tirandogli un pugno sulla spalla.
<Sei incredibile> alzo gli occhi al cielo.
<Io ero solo venuto a chiederti se avevi visto il biglietto, il resto lo hai fatto tutto tu> si difende alzando le spalle.
<Non provare a darmi la colpa, dovevi andartene e basta> dico puntandogli il dito contro.
<E tu dovevi chiudere la porta, sarebbe potuto entrare chiunque> dice vittorioso. Sbuffo alzando gli occhi al cielo.
<Comunque, mi è piaciuto assistere, dovremmo rifarlo qualche volta>
<Non ci posso credere> mi sbatto una mano sulla faccia mentre lo sento ridacchiare. Infila le mani sotto la mia felpa e gli anelli freddi che porta si imprimono sulla mia pelle.
<Alex> lo richiamo con tono ammonitore ed alza lo sguardo verso di me con espressione innocente.
<Che c'è?>
<Devo andare a lezione> gli ricordo e lui sbuffa alzando lo sguardo al cielo.
<Solo due minuti> supplica infilando la testa sotto la mia felpa, inizia a lasciarmi umidi baci sull'addome che mi fanno chiudere gli occhi e accelerare il battito.
<Alex, smettila> a queste parole il suo viso ricompare da sotto i miei indumenti e ridacchio un po' vedendogli tutti i capelli spettinati.
<Farò tardi> dico poi allontanandomi, controvoglia, da lui. Mi affretto a recuperare il giubbotto nero, che indosso, e la borsa con dentro la borraccia d'acqua. Prima di uscire torno davanti ad Alex, che è ancora seduto sul mio letto a guardare le polaroid che ho appese sopra la testiera del letto, ne stacca una e la guarda attentamente. Ritrae me e mia cugina, l'abbiamo scattata a Natale di qualche anno fa, siamo nel mio salotto e sorridiamo abbracciate con dei fiocchi d'oro appoggiati sulla testa. Mi siedo accanto a lui e appoggio la borsa sul pavimento, guardo la foto anch'io e sorrido.
<Lei è mia cugina, penso sia stata la mia prima amica> appoggio la testa alla sua spalla e gli prendo la cartuccia bianca dalle mani.
<Ci sei molto legata?> chiede.
<Tantissimo, non ce l'avrei mai fatta senza di lei> sussurro.
<Si vede dal sorriso che le vuoi bene> rialzo la testa e sorrido guardandolo, le sue fossette compaiono al lati della bocca mentre restiamo a fissarci per secondi interminabili.
<Me la farai conoscere un giorno?> chiede non spezzando il contatto visivo.
<Forse> sorrido io.
Qualcuno bussa alla porta, già aperta, risvegliandoci dallo stato di trance in cui entrambi siamo caduti. Marco entra nella stanza con il giubbotto addosso e un raccoglitore pieno di spartiti in mano.
<Faremo tardi, andiamo?> chiede rivolgendo un occhiata pungente al ragazzo di fianco a me, io annuisco e recupero la borsa sul pavimento mentre lui esce dalla stanza e si dirige verso la cucina.
<La riattacchi al muro?> chiedo ad Alex passandogli la foto che ha precedentemente staccato, lui annuisce appoggiandola momentaneamente sul letto. Si alza e viene verso di me, mi appoggia le mani sulle guance e mi guarda, a distanza ravvicinata, negli occhi.
<Devi proprio andarci con lui?> chiede a bassa voce. Ancora quel filo di fastidio ad appesantirgli il tono.
<Andiamo Alex, non essere pesante, siamo amici> roteo gli occhi nascondendo un sorrisetto, dopotutto mi piace vederlo infastidito per questo motivo, sapere che è geloso di me. Mai nessuno lo era stato prima, o almeno non in questo senso.
<Ci vediamo dopo, okay?> annuisce ed io gli lascio un bacio sulla guancia, esco dalla stanza e raggiungo Marco che mi sta aspettando al bancone della cucina ed insieme ci dirigiamo verso lo studio per le rispettive lezioni.
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Combinazioni di parole// Alex W
Romance"𝘚𝘦𝘮𝘱𝘭𝘪𝘤𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 è 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘴ì 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰, 𝘌 𝘯𝘰𝘯 è 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘰 𝘮𝘢 𝘯𝘦𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘚𝘦𝘮𝘱𝘭𝘪𝘤𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘦, 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘦 𝘦 𝘴𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘳𝘦"