Meriti anche tu un posto da visitare.Il mio terzo inedito è ufficialmente finito, certo, deve ancora essere approvato da Lorella e prodotto ma sono soddisfatta del testo, considerando che l'ho scritto in poco più di due ore. Sono seduta qua fuori dalle 15, ho approfittato del silenzio della casetta e mi sono messa a scrivere. All'inizio pensavo sarebbe stato un ennesimo tentativo fallito ma l'ispirazione mi ha invasa di punto in bianco e mi sono ritrovata a scrivere pagine su pagine di appunti, fino ad arrivare al risultato finale. La porta si apre quando sto ancora sistemando delle frasi, mi giro con il tappo della penna nera tra i denti e vedo Alex sull'uscio con il suo quaderno in mano.
<Disturbo?> chiede, io nego con il capo e chiudo il quadernetto mentre si siede accanto a me sui cuscini rossi. Rimango in silenzio mentre lo guardo, non sapendo bene se iniziare una sorta di conversazione o starmene nel mio; <Stavi scrivendo?> quello a parlare è lui, che così facendo mi toglie una paranoia inutile.
<Ho appena finito, a dire la verità> tengo stretto tra le mani il quaderno, come per paura che potesse in qualche modo togliermelo di mano e leggere le parole scritte al suo interno.
<Ti chiederei di farmi leggere, ma sarebbe una domanda inutile> ridacchia lui, trascinandomi con sé; <Siamo uguali su questo, noi due> sussurra ed io annuisco voltandomi a guardarlo. Il mio cuore perde un battito ogni volta che i suoi occhi incrociano i miei, il corpo mi si riempie di brividi e tutto dentro di me è percosso di scosse. Non posso negare che manchi tanto, forse più quanto dovrebbe, sentire le sue labbra sulle mie, le sue mani che vagano su di me; ma non riesco a dimenticare ciò che ha fatto. Se è davvero così innamorato, come dice Luigi, perché lo ha fatto? Non ne aveva motivo.
<Hai scritto anche tu allora> annuisce; <Okay facciamo così> dico poi, girandomi totalmente verso di lui, con le gambe incrociate sul divano. La sua mano si appoggia sul mio ginocchio, coperto dal plaid grigio, ma cerco di non dar peso a questo contatto; <Se tu mi fai leggere un pezzetto del tuo, io ti faccio leggere un pezzetto del mio> propongo.
Lui ci pensa su, vagando lo sguardo per il cielo di Roma; <Mi sa di fregatura> ridacchia poi.
<Non è una fregatura> rido anch'io, colpendolo ripetutamente sulla spalla, lui finge di essersi fatto male e nasconde un sorriso, ma viene tradito dalle fossette. Questi piccoli momenti tra di noi, in cui sembriamo due bambini che giocano tra loro, sono quelli che preferisco. Potrebbe sembrare ridicoli ed insignificanti, per due ventenni, ma nascondono un mondo dietro.
<Okay, però inizio io> dice, io annuisco.
<Chiudi gli occhi> gli dico poi.
<Perché dovrei?> chiede nuovamente.
<Perché puoi leggere solo una frase e la sceglierai ad occhi chiusi, dai forza> lui chiude gli occhi e allunga l'indice verso di me, io gli metto una mano davanti alla faccia, con il medio alzato; <Che numero è?> gli chiedo.
<Che ne so, quattro?> per poco non gli scoppio a ridere in faccia, ma non mi fido del tutto, perciò gli appoggio una mano fredda sugli occhi e gli prendo l'indice con la mano.
Ignoro il mio cuore che pulsa nel petto.<Vai> lo vedo vagare per un po' sulla pagina ricoperta di scarabocchi, per poi fermarsi su quella che, credo, sia la frase più significativa ed importante di tutto il testo.
<Ho scelto, togli sta mano> dice provando a scuotere la testa per levarsi di dosso la mia mano, ma io continuo a tenergliela appiccicata in faccia.
<No, questa no, scegline un'altra> piagnucolo io.
<Mi dispiace bella ma ormai ho scelto, non si può ignorare il destino> sbuffo e gli levo la mano dalla faccia, coprendo il resto della pagina con le dita per coprirle alla sua vista; <Io ti dedico il silenzio, tanto non comprendi le parole> sussurra. Alza lo sguardo su di me, sorride e poi riporta lo sguardo sulla pagina per leggere quelle parole un paio di volte in più. Lo osservo attentamente mentre si perde a leggere quelle poche parole scritte su un foglio di carta stropicciato, sicuramente adesso sta cercando il significato nascosto di ogni sillaba, come è solito fare.
<Allora?> chiedo dopo un po', lui riporta lo sguardo su di me.
<E' bella> dice semplicemente, senza aggiungere commenti profondi o parole ricercate, un semplice aggettivo che racchiude però tutto quello che c'è da dire. Ho paura di quello che penserà quando sentirà la canzone completa, il fatto che sia ispirata e sia, di fatto, per lui è evidente. Il suo parere su questa canzone è quello che mi spaventa di più in assoluto, qui dentro ho racchiuso tutto quello che ho sentito negli ultimi giorni, tutto quello che ho provato a causa sua e che avrei voluto urlargli contro ma che non ho avuto il coraggio di fare.
<Tocca a me> dico interrompendo i miei stessi pensieri, lui annuisce e cerca la pagina del quaderno su cui è appuntato il suo inedito.
<Chiudi gli occhi> dice facendo una scarsa imitazione della mia voce, che riceve in cambio una linguaccia da parte mia. Faccio come detto e lo sento schiaffeggiarmi la faccia.
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Combinazioni di parole// Alex W
Romance"𝘚𝘦𝘮𝘱𝘭𝘪𝘤𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 è 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘴ì 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰, 𝘌 𝘯𝘰𝘯 è 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘰 𝘮𝘢 𝘯𝘦𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘚𝘦𝘮𝘱𝘭𝘪𝘤𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘦, 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘦 𝘦 𝘴𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘳𝘦"