trentanove

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ALEX'S POV

Rientro in casetta, parlando con Dario, dopo le lezioni di oggi.
Lorella mi ha confermato che domani in puntata presenterò Accade, e non vedo l'ora; inizialmente ero preoccupato per come sarebbe andata, per come avrebbe potuto reagire ma dopo ieri sono decisamente più tranquillo.
Averle chiesto di essere la mia ragazza penso sia stato un grosso passo avanti per me; in realtà era da mesi che volevo farlo, più precisamente da Capodanno, ma ho sempre rimandato, un po' per non essere affrettato, un po' per paura di un rifiuto.
Ho passato notti intere a pensare, e prepararmi, a tutti i possibili modi in cui avrebbe potuto reagire, concentrandomi soprattutto su cosa avrei fatto se fosse andata male.
Dario mi saluta raggiungendo Sissi, ed io mi affretto a dirigermi verso la stanza verde per liberarmi dello zaino pieno di spartiti che mi pesa su una spalla.
Appena entro in soggiorno la vedo, con un moccio in mano che usa come microfono, mentre canta Sweet Creature. Canzone più azzeccata non poteva sceglierla.
Sul mio viso si allarga un sorriso alla vista di lei che si muove a ritmo di musica, ma scompare quando vedo Gio Montana che prende a cantare con lei e le afferra la mano facendole fare una giravolta su se stessa.
Un senso di fastidio mi si propaga nel petto, nel vedere come la guarda.
Stringo le mani in due pugni, fino a farmi diventare le nocche bianche e, senza dare nell'occhio, passo per il salotto e mi rifugio in camera mia.
Ignoro Fra e Luigi che mi chiedono come è andata la giornata mentre passo per la stanza blu e sbatto la porta alle mie spalle appena entro nella mia.
Il nuovo allievo della Pettinelli mi sta incredibilmente sui nervi, è palese ci stia provando con lei ma non posso fare nulla per non sembrare un maniaco ossessivo, anche se vorrei tanto.
Ha persino cambiato i turni delle pulizie per starle appresso, la accompagna a lezione e, più volte durante la giornata, lo colgo a guardarla da lontano, mentre si morde il labbro o cose simili.
Ho anche pensato di parlarne direttamente con lei ma cosa penserebbe poi? Che non mi fido di lei, o che sono un possessivo?
Il punto è che io mi fido di lei, ma non mi fido degli altri; lei è troppo buona con tutti e non negherebbe mai a qualcuno di passare del tempo insieme, soprattutto per come ha dovuto vivere fin da piccola. Non me l'ha detto esplicitamente ma, penso, che abbia vissuto quella situazione da bambina in modo non troppo positivo, e si sia in qualche modo sentita abbandonata a se stessa.
Sbuffo passandomi le mani sul viso e, proprio in questo momento, qualcuno bussa alla porta aprendola poi lentamente, il ciuffo di Luigi compare dalla piccola fessura.
<Che ti prende?> chiede entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
<Perché dovrei avere qualcosa?> chiedo abbastanza stizzito.
<Hai i pugni stretti e, prima, hai incenerito me e Fra, quindi hai qualcosa> sospiro rumorosamente, è impossibile nascondere qualcosa a Luigi, non che io ci abbia provato troppo.
<Ho paura di perderla, Gigi> mormoro, posando la fronte sui palmi delle mani.
Lui si avvicina al letto e si siede di fianco a me, portandomi una mano sulla spalla; <Mi spieghi per favore?> chiede con tono abbastanza preoccupato.
<Ho la costante paura che si possa stancare di me, che trovi qualcuno di meglio> preciso a bassa voce; <E se quando uscissimo da qui le cose non fossero più come adesso?>
<Perché non dovrebbero?> chiede il mio amico, cercando di farmi ragionare, ma in questo momento la mia mente è accecata.
<Non lo so, se si dovesse stancare di me?>
<Ti fai troppe paranoie amico, è completamente andata per te, non ti preoccupare> sbuffo alle sue parole passandomi una mano tra i capelli; <Glielo hai chiesto, piuttosto?>
Qualche giorno fa ho parlato con Luigi di lei e del volergli chiedere, ufficialmente, di essere la mia ragazza anche se in realtà la considero tale da ormai molto tempo.
<Si> distendo le labbra in un sorriso, che vorrei trattenere ma non riesco a farlo.
<E lei che ha detto?> chiede alzando gli occhi al cielo, conoscendo già la risposta, intuita dal mio repentino cambio di umore.
<Di si> rispondo ovvio.
<Ecco appunto> dice triandomi un pugno sul braccio; <Non farti pare inutili, per lei esiste solo Alex Wyse, nessun'altro> esclama uscendo dalla stanza lasciandomi solo con la mia mente.

Combinazioni di parole// Alex WDove le storie prendono vita. Scoprilo ora