Per una settimana faccio quello che mi ha detto Azrael: resto nascosta in casa ad aspettare un segnale. Non ho nemmeno idea di cosa sto aspettando a dirla tutta. Magari non tornerà e basta. Ho bisogno di credere a qualcuno in questo momento. A casa però non c'è niente da fare: mangio quando ho fame, i gusti dolci, salati o speziati non destano alcun tipo di interesse per il mio palato. Quando il mio stomaco brontola, il cervello pensa solo al sangue di Azrael, al colore rosso, alla consistenza densa e al suo sapore di liquirizia.
Il corpo di mia madre è ancora in camera. Ho sempre creduto che un cadavere, dopo la morte, fosse rigido, invece dopo un paio di giorni i muscoli sono diventati flosci ed è fredda come una lastra di ghiaccio. Ho dovuto metterle una coperta addosso per evitare che le mosche le ronzino attorno, però puzza. So che non posso continuare a tenerla in camera, l'odore è troppo forte, ma d'altra parte cosa posso fare? Non voglio seppellirla. Non ce la faccio e, ancora, non so come farlo.
Per Azrael è semplice dire "scava una buca e metticela dentro, e se trovi tuo padre scava una fossa più profonda". Il bosco più vicino è quello Cougar Mountain Pegional Wildland Park. So che da sola non reggerei, ho passato troppo per permettere ad Azrael di definirmi una sua proprietà, tanto meno voglio essere il suo cibo; anche se mamma è morta, la sua presenza mi fa sentire sicura.
Metto a soqquadro la stanza di mio padre, lo studio e persino il garage. Ho il cuore pieno d'odio. Voglio trovarlo e ammazzarlo. Vorrei poter capire il suo gesto, il fatto di tentare di salvare mamma e gettare via me, però non ci riesco. Voglio sentirmelo dire da lui e, davvero, mettere fine a tutto questo. Saperlo in vita, da qualche parte, mi rende isterica.
Non trovo alcun indizio da nessuna parte. Dove cazzo può essere andato? I suoi genitori erano di Portland, quelli di mamma di Phoneix, ma dubito sia tornato là. Ha viaggiato molto in giro per gli Stati Uniti e di certo non posso mettermi a cercarlo in ogni Stato. Morirei prima.
Posso ancora farlo?
Ha una marea di mail e telefonate accumulate, messaggi dei suoi collaboratori che gli chiedono dei progetti in corso e alcune dei contribuenti. Non ho idea di cosa fare. Dovrei avvertire la polizia, ma come spiegherei il tutto? In aggiunta c'è anche una e-mail della segreteria scolastica che informa mio padre di presentare un certificato medico per attestare la mia assenza prolungata.
Do un pugno al tavolo dello studio e il legno si crepa. «Dannazione a questa cazzo di scuola!»
Mi metto le mani nei capelli. Sono sette giorni che non esco di casa, non sto alla luce del sole o parlo con qualcuno. La solitudine mi piace, ma questo è isolamento puro. La mia sanità mentale non può reggere oltre.
«Azrael! Devo uscire! Io... non ce la faccio più!» urlo a voce alta, sperando mi senta.
Forse il nostro collegamento non funziona così e strillare non serve a niente. Non so cos'altro fare. Se avessi modo di contattarlo in qualche maniera lo farei, solo dopo averci pensato bene comprendo quanto mandare un cazzo di messaggio ad un Demone, il fottutissimo Principe degli Inferi che mi ha maledetta, sia a dir poco ridicolo.
«E allora vai a farti fottere anche tu! Io esco da qui! O impazzisco...» dico a voce più bassa.
Prendo dei vestiti dall'armadio di mia madre, sono gli unici che mi stanno, e all'improvviso mi sento esausta. Respiro affannosa. Devo sedermi a terra per non svenire. Non capisco se ho i crampi dalla fame e provo a mangiare dei biscotti avanzati. Nello stesso momento ho un'atroce fitta alla pancia, come se qualcuno mi avesse dato un pugno.
Devo correre in bagno e vomitare tutto ciò che ho mangiato, quindi non tantissimo, in una puzzolente bile scura. Rimango piegata sul water per circa quindici minuti prima di smettere di sudare e tremare.
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La leggenda di Kiral
FantasyPrequel / I libro ufficiale della saga Sasha Bryce ha una vita monotona ed infelice, imprigionata nelle mura di casa tra la madre malata di cancro e il padre violento. Un giorno alla sua porta si presenta il carismatico Samuel Allan, il più temuto i...