XXXII

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Ho perso la cognizione del tempo. Potrebbe essere mattino o notte fonda, potrebbero essere passati giorni come semplici ore; il cielo rimane cupo e una pioggia fitta e intensa bagna le montagne del nord, rendendo invisibile qualsiasi paesaggio.

C'è un tuono e rabbrividisco, avvicinandomi al corpo di Azrael, nudo e caldo accanto a me. I Demoni non dormono, tuttavia lui apre gli occhi a scatto e mi da un bacio sulla fronte per tranquillizzarmi. Tra le sue braccia sono certa che niente mi farà del male.

«Come ti senti?» mi domanda, accarezzandomi una spalla.

Come un gatto tento di afferrargli il dito e mordicchiarlo. «Bene, presumo.»

«Ti ho fatto male?»

Ci penso e scuoto la testa. «Ti sei davvero trattenuto in questi mesi» borbotto.

Sono solo sorpresa di essere ancora viva, il suo modo di fare l'amore è travolgente e passionale. Ripercorro ogni momento passato insieme, li assaporo e sono felice che siano tutti qui e siano solo miei.

Azrael ridacchia alla battuta. Gli guardo risentita il collo e i segni che gli ho lasciato.

«Non volevo farti male» sussurro pentita, accarezzandogli i morsi rossi.

Solleva un sopracciglio e mi tira maggiormente a sé. Il seno è premuto contro il suo petto e con le gambe sfrega sulle mie.

«Non mi hai fatto male» dice. «Ne sono felice. Le unioni nel nostro mondo vengono sigillate così, significa che mi hai accettato e il Patto del crepuscolo è diventato autentico. Sono io che dovrei scusarmi, hai la pelle ricoperta di questi.»

Mi scosta i capelli, notando gli stessi segni.

«Me li vuoi togliere?»

«Nemmeno uno.»

«Ti piace il mio sangue?» chiedo curiosa.

Sospira deliziato. «Lo vuoi veramente sapere? È paradisiaco. Il sangue della nostra vera compagna ci rende asserviti a lei, potremmo morire per il suo sangue. Il resto del cibo diventa spazzatura al confronto.»

Sbuffo una risatina. «Siete dei drogati.»

«Dei drogati di sangue e sesso, sì. Non temere, puoi saziarmi solo tu.»

Ammutolisco e il cuore comincia a martellarmi per la contentezza. Sentirglielo dire mi fa sentire sicura e so che non è una mia immaginazione. Azrael si rilassa di nuovo, respirando lento.

«Az, quante cose sai di me?» continuo.

È una domanda stupida. Lui sa tutto su di me. Nonostante questo, l'uomo percorre con attenzione ogni memoria per darmi una risposta logica.

«So che quando eri piccola tuo padre ha stretto un Patto con il diavolo, che amasse tua madre tanto quanto ti odiasse e che era disposto a tutto per tenerla con sé, che ti sei sempre sentita fuori posto nel mondo, qualunque cosa facessi e chiunque incontrassi. So che si è pentito e ti ha abbandonato e hai avuto il cuore spezzato» parla.

Non dice niente di falso. Nessuno mi ha mai capita fino in fondo o ha provato le mie stesse emozioni. Morire, rinascere e avere la possibilità di vivere ancora è stata la più grande occasione che mi è stata concessa. Rifarei tutto daccapo per Azrael e As.

Sbatto gli occhi. «Io però non so nulla di te.» Alzo il mento verso di lui. «Voglio sapere.»

Azrael si morde un labbro. Nella sua mente scorrono veloci immagini sanguinarie del Demone che è nelle profondità del suo animo, uno sarcastico, egoista e violento. Nascondermi simili cose oramai è inutile.

La leggenda di KiralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora