XXIV

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(Theo)

Molto lentamente ritira le zanne e i brividi mi scuotono le spalle, risalendomi dalle gambe fino alla nuca.

«Stai meglio ora?» chiedo piano.

Si lecca le labbra e dopo anche le mie. «Ora sì. Non ho intenzione di digiunare un'altra volta» mi avvisa, dopodiché mi guarda le gambe aperte su di lui con aria invitante.

«Che odore ho io per te?»

Deglutisce, risentendo il sapore dolce. «Di vaniglia» risponde pacato, arricciandomi una ciocca di capelli.

Sorrido. «Vaniglia? Lo sapevo già, volevo solo sentirtelo dire» confesso. Ho voglia di toccarlo ancora. «Ho fame, Az.»

Si taglia la lingua con il canino in un silente invito.

Mi getta sul materasso con una spinta, dopodiché si sdraia di fianco a me e mi fa passare le mani sotto la maglia, tracciando la sagoma dei fianchi e della vita.

«Hai promesso di starmi alla larga» gli ricordo malinconica, sfiorandogli il labbro con le dita.

«Lo so, è stato crudele» si maledice.

«Vuoi mantenerla?»

«Solo se lo vuoi tu.»

Scuoto la testa.

Più tardi conosco ufficialmente la moglie di Thor: By. È una donna molto minuta, con braccia e gambe sottili, percorse da numerosi nei e vecchie macchie di qualche strana malattia scomparsa da secoli. Da vicino i suoi occhi sono completamente annebbiati, dello stesso colore della foschia.

«È cieca?» domando e le sventolo la mano davanti alla faccia.

Thor mi getta un'occhiata furente e mi blocco.

«Non ho la vista» conferma lei. Ha un tono di voce molto gradevole e una cadenza di certo non inglese. «Non preoccuparti, non sei stata offensiva. Non ho mai avuto questo dono. Guardami pure, se lo desideri. Io lo faccio sempre con te.»

Dei campanelli d'allarme mi suonano nella testa. Una tipica frase da stalker.

Se ne rende conto. «Oh, perdonami. Non avevo intenzione di turbarti.»

Soffio. «Non mi hai turbata.»

«A me pare il contrario. Non ci vedo con gli occhi, ma non sono cieca totalmente» afferma sicura.

Lei non mi piace, ma in fondo non mi piace nessuno. Mi fa stendere sul lettino e ascolta i battiti del polso e poi mi massaggia le tempie, dicendo cose strane. Az si allontana con Thor, lasciando spazio alla donna e alle sue analisi.

«Sei stata senza cibo a lungo» constata da sola.

«Da dove vieni?» domando a bruciapelo. «Non sei nata qui. Hai un odore strano, tipo di sandalo steso al sole.»

Mentre mi fa gli esami scopro che è nata in Asia minore in una famiglia molto povera di contadini. In quegli anni è scoppiata una guerra furiosa che, nei miti moderni di Omero, è stata scatenata dalla bellezza di una donna. By però dice che è stata una questione di politica, di conquista e basta. Niente amore, niente pomo d'oro o illusioni. Ci sono stati solo i soldati che hanno raso al suolo ogni cosa, compresa la sua famiglia.

Thor sospira deluso. «È stata colpa di mio fratello. Loki ha ingannato i due re e li ha fatti sfociare in una guerra. Si è schierato dalla parte di Troia, insieme ad Ares.»

«E tu con quella degli Achei» gli ricorda Azrael.

«A quell'epoca era così, Lord Azrael, o te lo sei scordato delle battaglie a cui hai preso parte?» lo attacca.

La leggenda di KiralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora