XXIII

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Mi avvicino obbediente a Chloe, mentre Azrael e Joseph danno gli ultimi ordini per l'allenamento giornaliero.

Sono passate due settimane e la mia mano non accenna a migliorare, l'unica cosa positiva della mia innata capacità di guarigione è che il mio cervello ha assimilato il dolore e ho smesso di provarlo. Che fastidio, Azrael può modificare il suo corpo, avere delle splendide ali con cui far ingelosire ogni creatura vivente, e io riesco a malapena a tenermi in forze.

Thor ha tenuto a dirmi che è stata sua moglie a implorarlo a darmi un'altra occasione e non ha avuto cuore per negarglielo. Inutile dire che mi ha fatto sentire fuori posto e non ho potuto dire niente nemmeno su Riley, altrimenti sarebbe stata un'altra storia e i miei guai, e quelli di Az, sarebbero raddoppiati.

«Finalmente» esclama Chloe sottovoce «un po' di azione vera!»

È più eccitata di me per la nuova sessione di allenamento corpo a corpo. Anche se mi piace combattere non sono per niente in vena di farlo, da quando Azrael e io ci siamo allontanati le mie forze fisiche e mentali mi hanno abbandonato in fretta. È per via del nostro legame, la magia che ci unisce non permette la lontananza e noi siamo intenzionati a scoprire fino a quanto potremo resistere.

Per i Licantropi è una gioia fronteggiarsi con altri cuccioli, sia per gioco sia per stabilire la supremazia su un territorio.

Azrael prende Riley come esempio e lo usa come manichino umano, fa vedere su di lui le principali tecniche per bloccare l'avversario, ferirlo in punti critici, parare gli attacchi e come avanzare. Quando viene il momento di dividersi in gruppi chiedo a Chloe di stare con me, anche perché non ho migliori opzioni e stare da sola non mi piace granché. Secondo By, la moglie di Thor, devo migliorare il mio gioco di squadra. Che presuntuosa.

Non so cosa mi rende davvero degna di poter stare a Quartiere, probabilmente io da sola non varrei niente. Sono il mio sangue e mio figlio Ibrido a darmi un ruolo che molti ritengono opportuno. Sono la madre di un futuro principe o principessa infernale, vogliono solo assicurarsi che non sia un mostro come Samuel.

Deambulo sul tappeto e Chloe si scalda insieme agli altri. Ho le braccia pesanti, non riuscirei ad alzarle per afferrare qualcosa, figurarsi combattere in un'amichevole. Dovrei essere una delle creature più potenti in vita e sono patetica.

Se qualcuno decidesse di portarmi via mio figlio riuscirei a difenderlo? La sola idea mi terrorizza. Mamma si sentiva così quando mi vedeva tornare a casa piena di lividi o udiva me e papà litigare violentemente in cucina, senza poter fare niente? Non voglio essere come lei, pensarci troppo mi fa credere che tutti vogliano essermi nemici.

Chloe mi fissa. «Ehi, non hai una bella cera» mi fa notare. «Forse è meglio se...»

«No, possiamo continuare.»

Fa una smorfia. «Sei pallidissima. Più del solito, dico.»

Chiama il time out a Joseph e lui corruga la fronte, cercando di capire cosa è successo. Faccio un passo avanti, voglio solo spiegare che sono solo un po' affamata, che riesco a seguire perfettamente la lezione – e che batterei quel sacco di pulci in un colpo – eppure emetto un gorgoglio confuso e il Vampiro mi scivola a fianco.

Mi mette una mano sulla fronte e impallidisce. «Scotta.»

Ora anche altri ragazzi si sono fermati, compreso Riley.

«È un Demone, può avere la febbre?» domanda Chloe.

«È un mezzo Demone, anche se ora mi sembra solo un'umana» la corregge. «Chiama...»

Mi libero dalla sua morsa troppo in fretta e la stanza inizia a girare. Le voci mi risuonano ovattate nelle orecchie e non hanno alcun senso. Joseph prova ad avvicinarsi ancora con più fermezza e Chloe lo blocca, consigliandogli di fare il contrario.

La leggenda di KiralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora