(Zoe)
Mi sveglio dolcemente, invasa da brividi di piacere derivanti dal calore delle coperte e la morbidezza del materasso. Il letto del dormitorio non era così comodo. Affondo la testa nel primo cuscino e ci sfrego la fronte con aria beata.
«Ehi, zuccherino» mi chiama la voce roca di Az, vicinissima. «Mi stavi per caso sognando? Stai sbavando.»
Salto seduta come se un generale d'armata mi avesse appena beccata a sonnecchiare durante il turno di ronda. Stringo il piumino addosso e Azrael mi studia dall'alto in basso, è disteso nel letto nel posto libero, con una mano sotto la testa.
«È così? Mi stavi sognando?»
La sua voce nella testa è una sorpresa. Arrossisco istintivamente e la reazione mi fa rabbia. Non ho alcuna intenzione di rispondergli, anche perché non ricordo affatto cosa ho sognato. Ho dormito molto bene, quindi presumo niente.
Lo lascio da solo con le sue battute e vado in bagno a rinfrescarmi. L'ho baciato, ma è stato un atto dettato dalla lussuria del momento. Adesso non sento affatto lo stesso impulso. Il fatto che mi parli nella mente, eludendo le mie difese, mi fa sentire vulnerabile e non dovrei sentirmi così; per lui è un diritto, per me un affronto. Non può guadagnarsi la mia fiducia in questo modo, lui sa tutto su di me, il mio passato, i miei modi, le mie abitudini e i miei gusti. Io cosa so di lui? Niente.
Azrael fa nascere delle emozioni in me, ma non ho ancora capito se sono positive o negative. Mi torna in mente mia madre, il suo amore incondizionato verso mio padre, l'uomo che le è stato sempre accanto e quello che ha quasi massacrato di botte la figlia per un brutto voto a scuola.
Qualcuno mi ha lavato e stirato i vestiti, sono pulitissimi e profumano di qualche buon ammorbidente. Mi cambio in bagno e quando esco Azrael sta sbucciando una mela con un coltellino.
Me ne lancia un pezzo. «Puoi mangiare quanto ti pare adesso. Goditela un po', tu che ancora puoi sfruttare questo vizio.»
«Fino a quando non avrò più fame?»
Sbocconcello il frutto. È dolce e succoso, nulla di speciale.
«La nostra fame è eterna. Noi creature delle tenebre mangiamo per il gusto dei sapori, ma la maggior parte sono vuoti, monotoni e tristi. Il nutrimento contenuto nell'emoglobina degli esseri viventi ci anima, è la nostra vita e il nostro istinto le da un valore superiore rispetto ad ogni altra cosa al mondo. Se hai avuto fame sai cosa intendo» punzecchia e sarebbe una cattiveria se solo non fosse sazio. «Demoni e Vampiri sono le creature più deboli da sole.»
«Se non fosse per il sangue» lo precedo. «Con il sangue sono macchine da guerra.»
Alza il coltellino per darmi ragione e finisce di togliere la buccia. A me piace, quindi gliela rubo lo stesso dalle mani e la mangio. Per lui è una sorpresa.
«Siamo giocattoli a molla. Prima o poi devi ricaricarlo per vederlo saltellare» spiega.
Mastico. «Quindi la vera domanda è quanto spesso dobbiamo cibarci dall'altro.»
Fa finta di pensarci, però so che ha già la risposta. «Normalmente a stomaco pieno resistiamo alcune settimane. Questo però dipende dalla quantità di energie che hai speso. Quando hai combattuto contro gli Angeloid hai usato un sacco di energia vitale, ti sei dovuta nutrire. A Quartiere non hai mai usato la falce, è stato un punto a tuo favore. Se non fosse per il cucciolo, lì dentro, saresti dotata di una resistenza notevole» mi loda.
Che noia. Lui ha i migliori poteri e io ho il super controllo.
Mi lecco le dita, piena di energie. «Perfetto, quindi siamo a posto» esclamo, non curandomi molto delle parole.
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La leggenda di Kiral
FantasyPrequel / I libro ufficiale della saga Sasha Bryce ha una vita monotona ed infelice, imprigionata nelle mura di casa tra la madre malata di cancro e il padre violento. Un giorno alla sua porta si presenta il carismatico Samuel Allan, il più temuto i...