XI

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La domanda mi imbarazza. I Demoni bevono sangue, è una cosa che tutti sanno, perché i loro organi sono atrofizzati e prendono le energie dall'emoglobina delle altre creature. Non ho nulla di cui sentirmi in difetto e Matthew conosce i Demoni meglio di me, nonostante questo mi sento come se mi avesse appena messo in imbarazzo.

«Non sono cose che ti riguardano!» esclamo.

«Azrael non ti nutre?»

«Matthew!» sbotto con le guance rosse, ripensando a quel tipo.

Si indica il polso. «Bevine un po'. Non mi hanno ferito. Io non... sul collo no però.»

Sbatto gli occhi. Il suo è un gesto gentile, ma non voglio la carità da nessuno, specialmente se il mio nutrimento è lui.

«Non mi serve, ti ho detto che sto bene.»

Ho davvero sete. Non vedo Azrael da giorni e mi gira troppo la testa. La verità è che voglio solo il sangue di Azrael, il suo è delizia pura e persino in un momento simile il mio corpo esige il suo odore vicino. Questo mi irrita.

«Senti, ora mi hai un po' rotto il cazzo, okay? Mi hai salvato la vita, il mio sangue non vale niente in confronto. Solo un sorso. Se ne arriveranno altri dovrai essere in forma.»

Di lui mi fido, la persona che veramente temo sono io. Mi tendo leggermente verso di lui e posiziona il polso davanti alle mie labbra, chinando la testa per non guardare. Cerco di farlo più velocemente che posso, allungo i canini e glieli pianto nella carne, sentendo un lieve guaito di dolore. Il suo sangue è buono, fresco, e mi sento ribollire di vita.

Vengo investita da vari ricordi, vivendoli in prima persona dagli occhi di Matthew. Vedo la sua vecchia famiglia, sua sorella, molto simile a lui, bassa, con dei lunghi capelli neri e occhi verdi, provo le sue stesse emozioni: il dolore di cadere dalla bici senza le rotelle o la delizia di una mela caramellata al luna park.

Mi stacco a forza, leccandomi le labbra. «Ho visto... i tuoi ricordi?» dico confusa.

Si fascia i fori con dei fazzoletti bagnati e se li stringe a sé, facendo di tutto per non fare espressioni sofferenti. I Demoni hanno dei morsi velenosi, ma io non questa qualità dato che Matthew può ancora muoversi a piacimento, oppure il mio corpo non lo ha catalogato come preda.

Lui annuisce. «Abbattono le difese mentali usando il sangue, possono vedere i ricordi. Non è poi così raro.» Si blocca. «Hai visto qualcosa di brutto?» Scuoto la testa. «Vado a prendere la mia roba e torno qui. Dobbiamo andarcene alla svelta. Tu resta qui, torno subito.»

Non dico nulla e di certo anche se gli avessi chiesto il contrario non mi avrebbe ascoltata. Dubito che arriverà un altro attacco a breve. Mi pulisco i denti, assaporando le ultime gocce di sangue rimasto.

Azrael appare davanti alla porta. Mi lancia un lungo sguardo che non traduco e fa una smorfia amareggiata. «Ti hanno attaccato.»

Mi mordo la lingua. «Sei davvero molto sveglio. Da cosa lo hai intuito?»

«Ti avevo detto di restare in casa tua e aspettare me. Potevi causare molti più danni con le tue azioni, ringrazia il cielo che non sia morto nessuno, ragazzina.» Non gli importa nulla della vita di liceali qualunque, lo dice solo per farmi sentire in colpa.

Mi rigiro i pollici. «Non ce la facevo più» tento di difendermi.

«Dovevi stare in casa al sicuro! Io dipendo da te, sono il cazzo di Principe, te ne rendi conto?» tuona a voce alta e io annuisco in fretta. «Te lo avevo detto o no?»

«Sì, me lo avevi detto.»

«E dove ti trovi ora?»

«Non a casa al sicuro» pigolo. «Ma sono ancora viva.»

La leggenda di KiralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora