XLIII

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Nessuno di loro la prende come un insulto, ma i Demoni che hanno imprigionato escono fuori dalle armi e si fanno vedere. Hanno tutti ranghi e poteri diversi, immaginavo che mi chiedessero aiuto, al contrario rimangono fedeli ai loro padroni e sono fermi a fissarmi.

«Hai un odore familiare» miagola un Demone femmina.

Una gatta nera dondola in avanti e si trasforma sotto i miei occhi. È una ragazza con dei folti capelli scuri da cui emergono due orecchie feline, le braccia sono pelose e al posto delle dita umane ha dei cuscinetti e unghie affilate.

Avvolge la coda attorno alla mia vita in una carezza. «Ci siamo già viste?»

«Lizbett!» tuona il generale. «Tienila a bada!» ammonisce una ragazzina esile al suo fianco e questa si batte una mano sulla gamba per richiamarla. La gatta scompare. «Perdonate i modi di alcuni di loro, i nostri Demoni hanno perso usanze e rispetto. Vivono tra noi da molto tempo.»

«Liberateli allora» propongo.

«I Demoni che catturiamo sono selvatici. Non abbiamo infranto alcuna legge infernale, le conosciamo molto bene, ragazza mia» mi affronta pacato.

Comprendo bene le falle che esistono nel sistema, i Demoni che fuggono dall'Inferno, sia per trovare una nuova casa o per obbligo, se vengono catturati non hanno alcun diritto. Samuel li lascia marcire senza cura e l'unica possibilità che hanno è quella di servire.

«Che volete? Servi?» replico dura.

«Ci hanno riferito che il Principe Azrael è deceduto poche ore fa e che tu sei al comando, come sua discendente. Sappiamo chi sei e da dove arrivi, eri un'umana e Lucifero è una grave minaccia per tutte le creature viventi. Noi viviamo nella guerra, se ce lo permetterai, ti affiancheremo» offre con garbo.

Sono ancora sulle mie, specie perché uno come lui ha osato proferire il nome di Azrael senza alcun diritto. Ha dato problemi a molte organizzazioni, compresi l'Esercito e l'OverTwo, quindi so che non scorre buon sangue tra i Demoni e loro. La loro mossa è una tattica difensiva, vogliono fermare la minaccia prima che diventi troppo forte. Se Lucifero prendesse la Chiave di All sarebbe troppo forte.

«Lui è il generale Mordecai Joachlin, è il capofamiglia» mi garantisce Alees. «Abbiamo avuto modo di collaborare solo una volta, tempo fa, ma ti posso sostenere le sue affermazioni. Ti servirà aiuto.»

Annuisco vaga. «Lucifero ha altri aiuti?»

Il generale risponde pronto. «Abbiamo individuato molte schiere di creature magiche provenienti da varie parti del mondo. Ha ingaggiato Eretici, troll, centauri, persino fate. La nostra paura era che riuscisse a collaborare con gli elfi, il re Aurelion lo ha cacciato.»

«Ha rifiutato di allearsi anche con noi.» Alees scuote la testa rammaricato. «Mi dispiace per la loro epoca buia, sono ancora scossi e diffidenti. Saranno i prossimi sulla lista.»

«E gli Antimaghi?» chiedo.

«Il clan Graves ha tenuto le distanze. I maghi a nostra disposizione sono davvero pochi, con la caduta del Concilio l'istituzione magica è a pezzi» risponde lui.

Gli altri principi, escluso Alastor, si uniscono all'assemblea e facciamo il punto della situazione. Spiego a loro la situazione, ripeto la storia che lega me e Lucifero dall'alba dei tempi e i soldati dell'Esercito, almeno i generali e i colonnelli ammessi, ascoltano agitati.

«Mira a Washington, ma verrà qui per te» sospira il generale Mordecai e il suo grosso leone nero è al suo fianco, guardingo. «Lo fermeremo.»

«No» lo zittisce Asmodeus. «Devono affrontarsi, la magia li richiama all'altro.»

La leggenda di KiralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora