XXII

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(By)

Chloe mi scuote e io apro gli occhi a scatto.

«Stai bene?» mi chiede, visibilmente preoccupata. «Hai avuto un incubo, stavi urlando.»

Mi scuso piena di vergogna. Mi guardo intorno e per mia fortuna sono ancora nella mia branda nel dormitorio. Niente lingue di fuoco, niente spiriti maligni o mio padre a corrermi dietro.

Chloe si alza dal letto e per un secondo le sue sopracciglia si aggrottano. «Sai, se non volevi mangiare con me bastava me lo dicessi.»

«Come?» Sono appena sveglia e non capisco niente.

«Ieri sera» precisa. «Ti avevo invitata a mangiare con me e non ti sei presentata.»

Ora ricordo. Mi è passato di mente senza volerlo. Io non ho mai impegni con qualcuno, in aggiunta ero troppo stanca e arrabbiata per pensare lucidamente. Le ho fatto una promessa e non l'ho mantenuta, mi sento uno schifo.

«Mi sono allenata fino a tardi, mi è completamente passato di mente. Mi spiace» mi scuso e le faccio vedere i calli e le ferite.

«Che cosa hai fatto?»

«Spada.»

Forse è perché sono genuinamente dispiaciuta o è perché vede le mie ferite aperte, ma la sua espressione irritata si scioglie e mi comprende. Se conosce Azrael significa che sa cosa ho passato prima di venire qui e le nostre vite non erano delle migliori.

«Ti sei ridotta malissimo» commenta, addolcendo il tono. «Mi ero preoccupata. Ho pensato che Azrael ti avesse fatto qualcosa, sono venuta a cercarti e stavi dormendo profondamente. Sembravi esausta.»

Esausta è proprio il termine appropriato.

Riley mi scruta da lontano con un'espressione furibonda e a giudicare dalle scintille che sprizzano i suoi capelli so da me che non ha lasciato correre la faccenda. Se potessi gli darei Azrael io stessa, lanciargli addosso il mentore che tanto desidera per respirare aria di pace.

Questa mattina fa davvero freddo. È una di quelle mattinate in cui non ho voglia di niente, se non restare con la testa su un cuscino e dormire. Lo stomaco però mi brontola e ho fame.

«Hai visto Az?» domando a Chloe nel mentre si sta vestendo.

Ci pensa. «Ieri Joseph è andato da Azrael, penso abbiano fatto una di quelle serate tra maschi private e io sono stata esclusa. Che maschilista» borbotta in un sibilo.

Pensare che Azrael abbia degli amici è strano. Az non è tipo da amici, il suo carattere egocentrico ed egoista fa a pugni con tutto e tutti, persino i principi sembrano portargli un rispetto dovuto e freddo. E poi cosa aveva tanto da dire a Joseph e non a me?

Ovvio, stava proprio parlando di me.

A colazione mi ingozzo con il miglior cibo presente. Mangio vari pancake con cioccolato e panna, biscotti di cannella, krapfen alla crema e thé caldo. Mi fa male la gola e dopo un po' anche lo stomaco. Il dolore alle gengive e alla trachea non passa, ma peggiora: il bruciore si fa intenso e la fame diventa nausea.

Mi piego a lato giusto un attimo prima di vomitare e della schiuma mi esce dalla bocca, giallognola. I ragazzi più vicini di spostano e si alzano preoccupati, non capendo cosa sia successo.

Chloe mi massaggia la schiena. «Dio! Stai male? Non puoi mangiare questa roba!»

Vomito ancora, due o tre volte, fino a quando la testa comincia a girarmi e lo stomaco diventa di nuovo vuoto.

«Posso mangiare cibo umano» specifico debole. «Mi da energie.»

«Sì, ma non abbastanza» sottolinea nervosa. «Non puoi abbuffarti di questa roba, il tuo corpo te lo sta praticamente dicendo!»

La leggenda di KiralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora