IX

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Una scossa mi fa rabbrividire. Sentire il suo nome detto ad altra voce, da altri, lo rende terribilmente più vicino e reale. All'improvviso, dopo quelle poche parole, la storia comincia a pesarmi di nuovo.

Lo guardo confusa. «Come fai a...»

«È venuto anche dalla mia famiglia. Ha ucciso mia sorella.» Si sfrega le mani per scaldarle e mi mostra la catenella d'oro che porta al collo. «Mio padre scommetteva parecchio e mia madre... non era felice. Si è giocato tutti i nostri risparmi e ha fatto un Patto con Samuel per arricchirsi.»

«La vostra eredità» butto lì, di quel poco che ne so sui Klee e sulla fortuna che li ha baciati pochi anni fa.

«Una lontanissima zia defunta che ha lasciato tutto a noi. Bella coincidenza, vero? Non so cosa mio padre ha promesso a Samuel all'inizio, so solo che non ci ha detto niente dell'intera faccenda e all'ultimo si è pentito. Ha cercato di rompere il Patto, ma sai, è una roba dei Demoni e non sono trattabili. Si è presentato a casa nostra, lui, con quel suo bel completo tutto nero e il suo stupido gel per capelli. Ha visto Lisa...» Gratta il ciondolo, sommerso nei suoi pensieri. «E se l'è presa. L'ha uccisa davanti a noi e io... io l'ho vista morire e non ho potuto... fare niente...»

Non piange, Matt non è il tipo da questi sentimentalismi, però la sua voce si incrina e ha un singhiozzo improvviso. Non so cosa significa avere fratelli o sorelle, non ho mai dovuto condividere nulla, e mi vergogno di aver pensato che Matt fosse un idiota, specie in questo momento. Ha le spalle basse, gli occhi e il naso rossi e io lo fisso.

«E tu padre glielo ha permesso?» chiedo prudente.

«No, all'inizio si è opposto, ma dopo si è arreso. Si è suicidato qualche giorno dopo, credo che il pensiero di mia sorella lo abbia tormentato e non ha retto. Lei indossava questa, gliela avevo regalata io.»

Ho la gola secca. Essere simile a Matthew non mi dispiace molto ora.

«Dovresti pulire quella collanina. È lurida» gli faccio notare.

«È il sangue di Lisa.» Mi zittisco e Matt salta sull'attenti, mormorando a se stesso: «Lo so, lo so, ora glielo domando...»

Mi guardo intorno. «Come hai fatto a riconoscermi?»

«Lo ha fatto Lisa.»

«Lisa» ripeto.

«Sì.»

«Tua sorella morta.»

«Sì.»

«Mh-hm» esclamo.

Matthew si sveglia. «Scusa, sì. Ci sono delle persone che non riescono a morire tranquille, di solito la loro anima non si stacca completamente dal corpo per un rancore, un sentimento o cose simili, e la persona rimane a vagare nel mondo umano. Di solito si attaccano a un oggetto o ad una persona, in questo caso l'anima di mia sorella si è attaccata al ciondolo che porto e mi ha difeso da quel mostro.»

Sbatto gli occhi. «Mi stai dicendo che c'è tua sorella morta qui? E mi sta guardando?» sbotto stupita. «Cos'è, sei posseduto?»

Matthew batte il piede a terra. «No. I Demoni si impossessano delle persone. Lisa è uno spirito, si è legata al suo ciondolo e lo circonda con la sua energia, la condivide con me. Mi protegge e riesco a vedere il mondo oltre il velo. Gli spettri sono quelli...»

Agito le mani. «Non farmi una lezione di fantasmologia.»

«È parapsicologia intanto. Lisa ha letto la tua aura, non ti ho riconosciuta subito e ho pensato che...»

«Che un Demone stesse camminando per la scuola» termino. Lui annuisce. «Non volevo creare problemi. La segreteria mi ha stressato per una settimana sulla mia assenza, ho portato una giustificazione per farmi lasciare in pace e volevo prendermi le cose rimaste.»

La leggenda di KiralDove le storie prendono vita. Scoprilo ora