Capitolo 29

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Some people want diamond rings

Some just want everything


Alicia Keys, "If I ain't got you"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2013

MAGGIO

Città Grande


Seduta nel grande ufficio di Vittorio Dal Forte, di fronte alla sua imponente scrivania, Tea approfittò dell'interruzione per guardarsi intorno, come se rendersi familiare quel nuovo ambiente la aiutasse a sentirsi accettata con più facilità.

Il suo nuovo capo aveva dovuto rispondere ad una telefonata importante, e ora sbraitava al cellulare camminando su e giù per la stanza, col risultato di mettere Tea ancora più in agitazione.

Il mobilio dell'ufficio era scuro, così come le spesse cornici dei quadri alle pareti, raffiguranti in ordine storico l'evoluzione dell'informatica, dalle prime grandi macchine da calcolo ai più recenti supporti digitali.

L'unica macchia di colore che spiccava lì dentro era data da Perla, l'assistente personale di Vittorio.

Sedeva sulla sedia accanto a quella di Tea con una postura da fare invidia a un'insegnante di pilates. Tea aveva già avuto modo di incontrarla, in passato, durante alcuni eventi aziendali, ma non si era mai soffermata ad osservarla con attenzione.

Pur essendo all'incirca sua coetanea, Tea trovava che Perla fosse decisamente più sofisticata di lei. Emanava un tale fascino che veniva da chiedersi che cosa ci facesse chiusa in un ufficio a smistare scartoffie, invece di sfilare su una passerella o apparire sulle pagine di una rivista di moda.

Era bella, bella al limite della perfezione. Alta, bionda, due grandi occhi azzurri sottolineati da ciglia lunghissime, sorriso smagliante e tutte le forme al posto giusto. Il portamento elegante enfatizzava il suo buon gusto nell'abbigliamento. Dava l'idea di essere una di quelle poche e fortunate donne che appaiono in ordine e a proprio agio in qualsiasi situazione.

Per un istante Tea le invidiò questo tratto. Un istante soltanto, però, perché da tempo era scesa a patti con le proprie imperfezioni, e gli anni trascorsi a fianco di Daniel avevano contribuito a infonderle una maggior sicurezza nel suo aspetto fisico.

Vittorio chiuse la telefonata con un saluto stringato e tornò a rivolgersi alle due ragazze, strappando Tea alle proprie considerazioni.

"Bene, torniamo a noi. Come dicevo: la tua scrivania, Teodora, è già pronta ed attrezzata con tutto quello che può servirti. Perla ti mostrerà il resto. E nel caso avessi qualche dubbio su come comportarti o cosa fare, chiedi a lei; considerala un po' come la tua diretta responsabile. Per farla breve: fa' quel che Perla ti dice di fare. Se è tutto chiaro e non ci sono domande, potete andare ora."

Tea lasciò l'ufficio del capo confortata dall'ampio sorriso con cui Perla la scortò ticchettando sui tacchi attraverso gli uffici direzionali, presentandola ai colleghi, per poi tornare accanto all'ufficio di Vittorio, dove si trovavano le loro scrivanie.

"Abbiamo visto quasi tutto, manca solo l'archivio" disse la bionda gentilmente, facendo segno a Tea di seguirla in direzione di una piccola stanza senza finestre.

Perla accese la luce, attese che Tea entrasse e richiuse la porta alle loro spalle.

"Vediamo di essere chiare", esordì con un tono del tutto nuovo, intimidatorio. "Tu controllerai l'agenda di Vittorio, sorriderai ai visitatori, terrai in ordine i documenti in questo stanzino puzzolente e soprattutto: porterai il caffè ogni volta che ti verrà richiesto. E con questo non ho altro da aggiungere!"

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora