Capitolo 56

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Did I say that I need you?

Did I say that I want you?

Oh, if I didn't I'm a fool, you see

No one knows this more than me


Pearl Jam, "Just breathe"


ANNO 2020

21 giugno, domenica

Nordeno


"Fermatevi! Signora Teodora! Tea! Un attimo! Aspettate!"

Daniel e Tea si voltarono e scorsero una biondina, l'addetta più giovane alla reception dell'hotel, che agitava le braccia precipitandosi verso di loro, in affanno.

"Mi scusi... mi scusi se..." tentò di dire quando li raggiunse, sforzandosi di dominare il fiatone. "Mi scusi per la confidenza, se l'ho chiamata per nome, ma non volevo... neanche... usare quel cognome... sbagliato" ansimò, tenendosi il petto come se il cuore volesse saltar fuori da un momento all'altro.

Tea e Daniel si guardarono, una scintilla di paura e speranza nei loro occhi.

La ragazza nel frattempo riuscì a ricomporsi e a guadagnare abbastanza fiato per parlare.

"Mi chiamo Gloria, forse lei non si ricorda di me" riprese, rivolgendosi a Tea. "Anzi, ovvio che non si ricorda di me, con l'amnesia e tutto il resto... Comunque. C'ero io alla reception il giorno in cui lei ha avuto quel terribile incidente; pensi, era il mio primo giorno di lavoro! Ero così emozionata, e agitata anche... Comunque: mi è dispiaciuto tanto, sa, sono stata tanto in pena quando abbiamo saputo dell'incidente. E poi abbiamo dovuto chiudere l'hotel ed è successo tutto quello che è successo... Non avevo più avuto sue notizie. Non ha idea del sollievo quando il direttore ha ricevuto la sua chiamata e ci ha detto che lei stava bene..."

Tea e Daniel la osservavano, impazienti, a occhi spalancati e labbra strette, così carichi di aspettative che la ragazzina stessa comprese di dover stringere i tempi.

"Comunque" riprese infatti, con più padronanza di sé, "quel giorno io ho parlato con voi, cioè, non con voi 'voi', con voi intendo sia lei che il signor... il signor Falcheri" quasi sussurrò quel nome, guardando di sbieco Daniel, temendo la incenerisse per averlo ripetuto un'altra volta.

"Quando il signor... insomma: quell'uomo è passato dalla reception circa un'ora dopo che lei era uscita a sciare. Si stava già facendo buio, e a conti fatti doveva essere già accaduto anche l'incidente. Lui non ne sapeva niente. Non sapeva che lei fosse uscita e, anzi, all'inizio non sembrava nemmeno che gli importasse, quando gliel'ho detto. Parlava al telefono, non mi ascoltava. Poi però è tornato a darmi retta, e allora io ho fatto come mi aveva chiesto, signora Teodora."

Tea guardò di nuovo Daniel, che guardò lei, poi entrambi guardarono la ragazza.

"Hai fatto cosa, Gloria?" chiese Tea, attraversata da un brivido di terrore.

"Gli ho consegnato il messaggio. Quello che mi aveva lasciato per lui."

"E...?" la incalzò Daniel.

"E... lui l'ha letto e poi è diventato tutto paonazzo in faccia, sembrava dovesse esplodere, e poi ha accartocciato il foglio e l'ha gettato a terra, ed era così furioso che ho temuto volesse fare lo stesso anche con tutto ciò che c'era sul bancone. Ha detto delle brutte parole... poi si è accorto che alcuni clienti nella hall lo stavano osservando. Allora si è zittito, ha fatto dietrofront, è uscito dalla porta e non l'ho più visto."

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora