Capitolo 48

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Riding wild horses

You can't control

With all your glitter

And all of your gold

Take care of your soul


Rebecca Ferguson, "Glitter & gold"


ANNO 2020

3 giugno, mercoledì

Città Grande


Quello stesso giorno Daniel si era recato in azienda di buon mattino, ignaro degli avvenimenti che lo avrebbero travolto di lì a poco. Accadde quando Perla, nel panico, lo chiamò per raggiungerla negli uffici direzionali, dove non riusciva più a tenere a bada un certo signore della banca. L'uomo sosteneva di voler parlare a tutti i costi con il dottor Dal Forte, che però non era in ufficio poiché i medici, considerando la situazione, gli avevano categoricamente vietato di uscire di casa.

Daniel salì nell'ufficio di suo padre; incontrò l'ospite, ci parlò, e quando costui venne congedato il giovane si trattenne a lungo in quella stessa stanza, dalla quale uscì solo nel primo pomeriggio. Visibilmente sconvolto, tremante e con la furia negli occhi, si precipitò fuori dal palazzo aziendale senza dare giustificazioni a nessuno, diretto a casa dei suoi genitori.


*****


Daniel era furibondo. Avanzò lungo l'atrio della villa a grandi passi e spalancò la porta del salotto senza curarsi del trambusto provocato.

Sprofondati in due poltrone, intenti l'una nella lettura di un libro, l'altro di un quotidiano, i suoi genitori si voltarono stupiti a guardarlo.

"Daniel! Ti pare questo il modo? Datti un contegno!" protestò sua madre.

"Oh, no, nessun contegno, nessuna ramanzina. Voglio una spiegazione, e subito!" sbottò lui, fissando truce il padre.

"Che hai questa volta?" sbuffò Vittorio, abbassando il giornale. "Ti ha preso un'altra delle tue improbabili follie creative?"

"Se fossi in te non ci troverei niente di divertente in quello che sto per dirti! Voglio sapere cos'è questo!" continuò, sventolandogli un documento davanti agli occhi.

Vittorio diede uno sguardo al foglio, lanciò un'occhiata di sbieco a Matilde, poi tornò a sprofondare nello schienale della poltrona.

"È solo una ridicola proposta fatta da un'incompetente" minimizzò, distogliendo gli occhi.

Daniel tremava, ma era determinato a non farsi frenare dalla paura.

"Non pensare di darmela a bere. Non stavolta, non dopo quello che ho scoperto. La questione non si limita a questo documento. Questa è solo la punta dell'iceberg, e tu lo sai bene."

Il silenzio ostinato del padre irritò il giovane ancora di più. "Non parli? Non ti degni nemmeno di darmi una spiegazione? Papà, sono anni che me ne resto buono per non contraddirti, per non irritarti. Ma adesso è ora di finirla, una volta per tutte! Pensi che io sia così ignorante da non aver approfondito, da non essere in grado di scoprire cosa ci sia dietro a questa montagna di menzogne?"

"Daniel, per cortesia, modera i toni! Tuo padre è convalescente, non devi agitarlo..." tentò di intervenire sua madre.

Ma Daniel ormai era un fiume in piena. "Questo documento, questa proposta di ristrutturazione aziendale, l'ho trovata per puro caso nel tuo ufficio. Leggerla è stato davvero illuminante, ma ancora di più lo è stato incontrare questa mattina il dottor Carli. Non abbiamo più liquidità, vero? Siamo insolventi verso la maggior parte dei fornitori, per non parlare dello stato dei debiti verso le banche. È per questo che ultimamente eri così agitato? È per questo che nessuno, oltre a te, aveva il permesso di accedere ai dati della contabilità aziendale?" sibilò, chinandosi intimidatorio verso il volto del padre.

Vittorio teneva ostinatamente lo sguardo rivolto fuori dalla finestra. Sentiva addosso gli occhi dei suoi familiari, ma non aveva intenzione di affrontarli.

Daniel batté un pugno sul tavolino da tè, facendo sobbalzare e tintinnare le ceramiche che vi erano posate. "Dio, non posso credere che tu abbia nascosto questa situazione a tutti noi. E la cosa più assurda è che è stato il lockdown a concederti il lusso di rinviare il problema! Ma dimmi: cosa succederà quando scadrà la sospensione delle rate? Quando dovremo ripagare il capitale in prestito? Quanto vicini siamo al fallimento?"

"Non puoi parlare di cose che non conosci e non comprendi fino in fondo" rispose Vittorio incolore, senza guardarlo. "La EviFin mi ha fatto una proposta. Ci permetterebbero di rinegoziare i nostri debiti, di posticipare le rate per il tempo necessario a recuperare un po' di liquidità. Non ho ancora firmato il contratto: mi sono preso del tempo, considerando la situazione di stallo degli ultimi mesi. Ma se le acquisizioni asiatiche iniziassero a breve a dare ritorni..."

"Se? Se? Sul serio speri ancora che quei maledetti investimenti diano frutti? Non ti è bastato arrivare fino a questo punto? Mi avevi garantito che i contatti con la EviFin fossero solo per valutare un progetto sperimentale! Mi hai mentito! Hai mentito a tutti! Ti rendi conto che così stai solo rinviando l'inevitabile? Che corriamo il rischio di dover svendere l'intera azienda, che non avremo modo di ripagarli?"

"Quelli della EviFin sono gli unici rimasti disposti a finanziarci, Daniel! Non abbiamo alternativa!"

"Oh, invece sì che ce l'abbiamo! Abbiamo un'ottima alternativa a disposizione, ma tu sei troppo testardo, troppo orgoglioso per ammetterlo, vero?"

Vittorio restò in silenzio per la prima volta in vita sua, consapevole di non avere argomenti contro l'accusa del figlio.

Matilde lo fissava gelida.

"Questa," riprese Daniel, agitando i fogli che teneva in mano, "questa proposta di revisione dei nostri asset è una vera e propria rivoluzione. Potrebbe addirittura salvarci. Qualcuno ha cercato di metterti in guardia, consegnandotela. Di offrirti una via d'uscita. Non te lo chiedo neanche, perché è chiaro come il sole che tu abbia rifiutato senza nemmeno prenderla sul serio. Beh, io pretendo di vedere anche il resto dei documenti, voglio sapere nel dettaglio di cosa si tratta, perché potrebbe essere la nostra ultima speranza di salvezza. Chi è stato, papà? Da dove viene questa proposta?" tuonò Daniel, imperativo.

"È una frode, ecco di cosa si tratta! I nostri dati sono stati venduti senza la mia autorizzazione. È un'idea assurda, è ridicola, non possiamo pensare di mettere in discussione la nostra struttura, di vendere quegli asset, di..."

"Adesso basta!" sbottò Matilde, abbandonando la poltrona e alzandosi in piedi di scatto. Il suo profilo slanciato torreggiava sopra la testa di Vittorio il quale, sbigottito, era rimasto inchiodato al suo posto.

"Matilde, cosa diavolo..."

"Per amor del cielo, taci per una volta, Vittorio! In quell'azienda c'è anche il mio capitale. Sono anni che mi chiedi di fare il socio silente e di darti carta bianca. Sono anni che non esprimo il mio disappunto, per amor tuo e della famiglia; e sono altrettanti anni che mi accontento di occuparmi della casa e di fare la moglie obbediente, ma non starò zitta di fronte a un uomo che sta rischiando di rovinarci! Se Daniel dice che siamo quasi alla bancarotta e che quella proposta può risollevarci dal pantano, beh, allora io gli credo. È Daniel che ascolteremo, è Daniel che prenderà le decisioni, e sarà Daniel a guidare questa ristrutturazione! Non voglio sentire una parola di protesta da te! Tu..." proseguì la donna, chinandosi e avvicinandosi al volto del marito, "tu adesso hai una responsabilità ben più grande. C'è una maledetta pandemia in corso, e hai appena avuto un infarto. La devi smettere di sentirti un eroe e di andare in giro a fare il brillante uomo d'affari come facevi una vita fa! Devi prenderti cura di te, devi restare accanto a noi, devi restare vivo!" gli gridò, incurante del proprio contegno. "Lascerai che sia tuo figlio a occuparsi dell'azienda, e farai esattamente come ti sto dicendo, perché la vita non è infinita, ed è giunta l'ora che inizi a dedicare il tuo tempo a chi da sempre ti è accanto e ti ama!"

Detto questo si rialzò, il viso livido, voltò le spalle ai presenti e uscì a testa alta dalla stanza, appena in tempo affinché nessuno scorgesse le lacrime sgorgare dai suoi occhi.

Vittorio rimase alcuni istanti ripiegato su se stesso sulla poltrona, col capo chino e le dita delle mani rigide, intrecciate fra loro come gli inestricabili pensieri nella sua mente.

Infine si arrese e soffiò fuori, rivolgendosi a Daniel: "Chiama la società di consulenza e revisione Sottile & Partners, sono loro che hanno redatto la proposta. Chiedi direttamente del titolare, lui è a conoscenza di ogni cosa."

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora