Capitolo 51

90 7 0
                                    


They wanna get my

Gold on the ceiling

I ain't blind

Just a matter of time

Before you steal it


The Black Keys, "Gold on the ceiling"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2020

27 gennaio

Città Grande


"Chi era?" domandò Perla con la sua consueta invadente curiosità.

"Loris..." rispose Tea sovrappensiero, chiudendo la chiamata sul cellulare. "Falcheri, voglio dire. Falcheri il consulente, intendo. È in ritardo. Ha chiesto di posticipare l'incontro col dottor Dal Forte di un'ora" precisò svelta, distogliendo lo sguardo.

"E perché ti chiama sul cellulare privato? Ne hai uno aziendale, no?" insistette la bionda.

"Vado ad avvisare il dottor Dal Forte" tagliò corto Tea, alzandosi di scatto dalla sedia.

Aveva già troppe preoccupazioni per la testa, in quei giorni, per dare peso alle insinuazioni di Perla e al suo insopportabile tono petulante. Afferrò dei fogli dal cassetto della scrivania. Quei fogli. Esitò un istante, li ripose di nuovo. Stette ad osservarli, dubbiosa, poi li riprese, e sbuffando come una locomotiva si diresse verso l'ufficio del direttore.


*****


Vittorio Dal Forte si presentava di rado, ormai, in ufficio. Ma quando lo faceva, in azienda la tensione era palpabile nell'aria.

Il mese di gennaio volgeva al termine, ma le giornate erano ancora brevi. Nonostante fosse ancora pieno pomeriggio, la penombra già calava nell'ufficio.

Tuttavia Vittorio non si decideva ad accendere le luci, e Tea non avrebbe mai osato chiederlo. Inforcati gli occhiali da lettura, il suocero era interamente concentrato sui documenti che lei gli aveva consegnato, tanto che quasi non lo si udiva respirare. L'unico suono che accompagnava l'attesa infinita del verdetto era il ticchettio dell'orologio.

Tea friggeva sulla sedia. Avrebbe dato qualsiasi cosa per alzarsi e fuggire lontano anni luce da lì, ma sapeva che quella sarebbe stata la sua unica occasione.

Pur con il cuore in gola, aveva approfittato del ritardo di Loris per intrufolarsi nell'ufficio dell'amministratore delegato e mostrargli le analisi e i prospetti frutto del lavoro suo e di Giangiacomo.

Vittorio sollevò un sopracciglio. Affiancò due fogli per confrontarne i dati, poi li poggiò sulla scrivania, si sfilò gli occhiali e rivolse a Tea uno sguardo enigmatico.

"So che avrei fatto meglio ad avvertirla, prima di procedere," si affrettò a giustificarsi la ragazza, "ma non volevo darle altri pensieri. E poi lei viene qui raramente, e non ero sicura di avere il tempo di..."

"Quello che hai fatto", la interruppe il suocero in tono incolore, "è una bassezza imperdonabile da ogni punto di vista."

"Ma, io volevo solo..."

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora