Capitolo 34

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No one can unring this bell

Unsound this alarm, unbreak my heart new

Sleeping at last, "Mercury"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2014 E OLTRE


Trascorrere le giornate alla DalForTech faceva sentire Tea rinchiusa in una gabbia. In quell'ambiente insidioso nulla era come sembrava; serpenti velenosi strisciavano ovunque, sempre in agguato dietro la facciata di ordine e perfezione.

Accontentare Vittorio era quasi impossibile, esibirsi in salamelecchi con i visitatori la mortificava, per non parlare di quanto Perla, con le sue maldicenze e i suoi sgarbi, le rendesse difficile l'esistenza.

Al contrario, dal giorno in cui Tea aveva iniziato il suo nuovo impiego, Daniel si era mostrato sempre più entusiasta per lei. Gli sembrava di aver incastrato alla perfezione tutti i pezzi del puzzle. Era così soddisfatto e certo della sua felicità che Tea non aveva cuore di raccontargli come stessero veramente le cose.

'Aspetterò', si diceva la ragazza, 'magari è solo questione di abitudine. Magari sono soltanto miei pregiudizi. Magari mi integrerò meglio. Ho svolto tanti lavori, posso imparare a farmi piacere anche questo.'

Così Tea attese. Passarono i giorni, le settimane e i mesi. Passò un anno.

Giunse il giorno in cui lei e Daniel si sposarono, e tutto fu perfetto: la festa, gli amici intorno a loro, il meraviglioso viaggio di nozze.

Poi venne il momento di ricominciare a vivere la loro routine. I pensieri gradevoli che tenevano occupata la mente di Tea si diradarono e le giornate tornarono ad essere tutte grigie, tutte uguali. Ogni sera, rientrando a casa, Daniel la guardava con quel sorriso così luminoso, certo di averle regalato la felicità.

Tea cominciò presto a soffrirne; non riusciva a spiegarsi come potesse sentirsi incompleta, come potesse lamentare la mancanza di qualcosa, considerando quanto Daniel facesse per renderla felice.

La vita di coppia e il tempo trascorso insieme erano meravigliosi, ma questo non era più sufficiente. E quando la sera rincasava, dopo una frustrante giornata, Tea se ne vergognava troppo per liberarsi di quel peso parlandone con Daniel. Teneva per sé i suoi crucci, che presto crebbero fino a diventare una vera e propria sofferenza che le disturbava il sonno e le faceva mancare il fiato.

Si era già sentita così, priva di significato, in passato. Era capitato in quei lunghi anni bui, fatti solo di lavoro e studio, in cui Daniel se ne era andato negli Stati Uniti. A quell'epoca era certa che, se lui fosse tornato, nulla avrebbe più potuto scalfire la sua felicità. Dunque, cosa stava capitando? Forse la presenza dell'uomo che amava non le era più sufficiente? Tea rabbrividiva ogni volta che ci pensava. Non avrebbe mai potuto allontanarsi da Daniel, eppure...

La prima ad accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto fu Ruby, ma Tea negò ostinatamente. Sua sorella era un esemplare di moglie e madre tanto virtuoso che Tea aveva il timore di apparire un'incapace, esponendo i propri turbamenti.


Un giorno si decise ad accennare la questione ad Alice. Era andata a farle visita nel piccolo appartamento che l'amica aveva acquistato a Città Grande. Una sistemazione minuscola, perché, come Alice aveva tenuto a precisare, le serviva per essere indipendente, non certo per andarci a convivere. Si era appena rimessa con Angelo dopo l'ennesima rottura, e non aveva intenzione di rinunciare ai propri spazi.

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora