Capitolo 57

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So for once in my life

Let me get what I want

Lord knows, it would be the first time


The Smiths, "Please, please, please, let me get what I Want"


ANNO 2020

18 luglio, sabato

Città Grande


China sulla lapide, Tea ripulì la lastra di granito come meglio le riuscì, utilizzando fazzoletti e salviette che aveva nella borsetta. Quando era arrivata l'aveva trovata sporca e spoglia. Nessuno, di recente, era passato di lì a prendersene cura.

Un fiato di brezza mosse appena i petali delle dalie che aveva accomodato nel vaso di rame. Da quel giorno – si ripromise – si sarebbe occupata personalmente di rendere onore alla memoria del professor Severini e di sua moglie Alberta.

Terminato il lavoro si rialzò in piedi, osservando le due fotografie: quella recente, di un uomo anziano dal cipiglio scontroso, e quella più datata di una giovane donna dal sorriso luminoso. I colori di quest'ultima erano più sbiaditi, ma la sua bellezza eterea sarebbe rimasta intatta in eterno.

Sul viso di Tea calò un velo di tristezza. Che terribile ironia, trovarsi al cospetto di colui che le aveva ricordato il valore del dono della vita e non poter fare nulla per dirgli grazie, se non lucidare la sua tomba.

Mormorò ancora qualche preghiera, lasciò che l'ultima lacrima le si asciugasse sulle guance, poi si voltò e si incamminò verso Daniel, che la aspettava poco distante.

I due lasciarono stretti l'uno all'altra quel luogo silenzioso. Una volta fuori dalle austere mura in pietra presero a girovagare senza una meta precisa, finché raggiunsero la sponda del lago.

"So che ti sembrerà prematuro parlarne ora," disse Daniel, continuando a camminare a passi lenti, "ma volevo chiederti se hai pensato alla proposta che ti hanno fatto i miei genitori. Per quell'incarico in direzione, alla DalForTech. La situazione è delicata, e la tua presenza sarebbe determinante per assicurare il successo di questo cambiamento. I miei genitori ci terrebbero molto ad averti alla guida dell'azienda. Io... io credo sia giusto che tu sappia che sono entrambi mortificati per come si sono comportati con te, Tea. Hanno commesso l'errore di fidarsi troppo del proprio giudizio, e troppo poco di chi poteva davvero aiutarli. Ma ora l'hanno capito. Coinvolgerti nel consiglio direzionale è il primo passo per dimostrarti tutta la loro gratitudine, e sono impazienti di sapere cosa ne pensi."

Tea smise di camminare, fermandosi all'ombra di un grande salice.

SI guardò intorno, inquieta. Era una splendida giornata d'estate, e le barche a vela solcavano lo specchio di acqua azzurra lasciandosi dietro delicate scie di schiuma. Due cigni galleggiavano silenziosi nei pressi della riva in cerca di cibo.

"Daniel, devo dirti una cosa" disse lei a voce bassa, lo sguardo fisso sul lago, incapace di trovare il coraggio per guardare il marito dritto in faccia.

"Ti ascolto" rispose Daniel, sollevandole delicatamente il mento con due dita, per riportare gli occhi di lei nei propri: "Ti ascolto, e non giudicherò. Ti fidi di me, Tea?"

"Ma certo" rispose lei in un soffio. Poi prese un respiro profondo, e continuò.

"Non posso accettare la proposta dei tuoi genitori. Io credo che... ecco, io penso che se fossi stata la vecchia Teodora, quella di prima, avrei subito detto di sì. Con un ruolo importante alla DalForTech mi sarei sentita al sicuro, avrei potuto dimostrare qualcosa a chi ho accanto. A te, ai tuoi genitori..." Tea scosse la testa. "Però ora ci sono io, quella di adesso: la Teodora che non ricorda nulla del passato ma che non vede l'ora di costruire il proprio futuro. L'approvazione degli altri non mi interessa. Mi dispiace, ma quel lavoro non fa per me. E io non posso accettarlo."

"Scommetto che non è tutto qui quello che devi dirmi, vero?" la punzecchiò Daniel.

"Esatto. Quando ti ho raccontato dell'incontro di ieri pomeriggio con il notaio, ho tralasciato una parte. Ma... voglio che non ci siano più segreti tra noi, Daniel. Ce lo siamo promessi. Quindi è giusto che tu sappia che, dopo la firma dei documenti, il dottor Pola mi ha presentato un uomo. Un ometto anziano, minuto, dall'aria buffa. Fa l'antiquario, ha un piccolo studio qui sul lago. Scova antichità per rivenderle, se necessario le rimette in sesto e..."

"...E sta cercando un collaboratore... che magari col tempo erediti la sua attività!" concluse Daniel per lei.

Tea annuì e si morse un labbro, cercando negli occhi del marito il rimprovero che temeva di meritarsi. Non sarebbe stata una strada semplice né sicura, soprattutto coi tempi che correvano. Aveva dovuto raccogliere ogni briciola del proprio coraggio per parlarne a Daniel. Il timore del suo biasimo l'aveva tenuta sveglia tutta la notte.

"Hai accettato, spero!" proclamò invece lui, entusiasta. "Perché suona come se finalmente il tuo sogno sia venuto a bussare alla tua porta!"

"Davvero non ti dispiacerebbe se dovessi rifiutare la proposta dei tuoi genitori?" domandò Tea, incredula.

Daniel le mise le mani sulle spalle. "Tea, amore mio. Certo che mi dispiace. Nessuno ha mai compreso fino in fondo quanto il tuo contributo potesse rivelarsi prezioso per la DalForTech. Ma non sarò di certo io a spingerti ad accettare. Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui mi sono presentato per la prima volta a Panesecco, a casa dei tuoi, e ti ho trovata nella rimessa, tutta coperta di segatura, mentre rimettevi a nuovo un paio di vecchie sedie. La luce che c'era nei tuoi occhi quel giorno, la felicità che emanavi lì dentro, concentrata sul tuo lavoro... è qualcosa di te che mi ha stregato. Ma che ho visto spegnersi giorno dopo giorno, quando per stare con me hai rinunciato a essere te stessa. Non mi perdonerò mai di non aver fatto nulla per impedirlo. E ora, dopo tutto quello che abbiamo passato, pensi davvero che ti chiederei di rinunciare al tuo sogno? Proprio ora che sei a un passo dal realizzarlo?"

Tea chiuse gli occhi, portandosi una mano al petto. "Oh, Daniel. Grazie. Grazie. Non sai che sollievo sia sentirtelo dire. Non sai quanto significhi per me e... qualcosa non va?"

Un'ombra di malinconia aveva oscurato lo sguardo di Daniel, Tea se ne era accorta immediatamente.

Il ragazzo si scostò da lei, fece qualche passo verso la riva, con lo sguardo pensoso fisso sull'acqua azzurra.

"Anche io devo dirti qualcosa" azzardò, senza voltarsi. "Sto pensando di lasciare il mio incarico alla DalForTech. Mi piacerebbe... anzi, desidero follemente unirmi a tutti gli effetti alla startup di servizi informatici di Diego. Ma se lo facessi, dovrei dedicarci molto tempo. Sarebbe impegnativo, e le giornate lavorative sarebbero infinite, come del resto hai già avuto modo di constatare. Senza contare che, quando la pandemia ci lascerà liberi, dovrò viaggiare spesso. E io non voglio che ci allontaniamo di nuovo."

Silenziosa come un gatto, Tea si avvicinò a lui, e quando gli fu accanto gli prese delicatamente una mano tra le proprie. Questa volta fu lei a cercare con insistenza il suo sguardo, e quando gli occhi tristi di Daniel si posarono nei suoi, Tea gli parlò con tutta la dolcezza di cui era capace: "Se c'è una cosa che ho imparato in questi mesi così tremendi, Daniel, è che il senso della nostra vita risiede proprio nel rendersi conto di averne a disposizione una sola. Pensa a quanti anni abbiamo sprecato insistendo a percorrere una strada che non ci rendeva felici. Ci siamo comportati come due stupidi. E perché l'abbiamo fatto?"

"Io non volevo perderti", disse Daniel.

"E io non volevo deluderti", continuò Tea.

"E invece ci siamo persi e delusi a vicenda." constatò lui.

"È proprio questo che intendo. Eravamo l'uno al fianco dell'altra, ma eravamo così tristi da non essere più in grado di coglierne il valore. Non voglio più aspettare di perdere qualcuno per rendermi conto di quanto fosse importante. Tuttavia, se vogliamo essere felici insieme, ognuno di noi deve imparare a seguire la propria strada. Non ha senso desiderare qualcosa per tutta la vita senza tentare di realizzarla fino in fondo. Non ha senso rinchiudere le idee in un cassetto e fingere di non pensarci più. E non ne ha pensare che tanto non ce la faremo, perché se non siamo noi i primi a credere davvero nei nostri sogni, nessun altro lo farà. Forse i nostri desideri non ci conducono alla stessa meta, ma ora che entrambi sappiamo qual è la direzione da prendere, nessuna distanza potrà allontanarci. Non più. Scegli ciò che ti rende felice, Daniel, il resto non importa. Ovunque sarai, resterai sempre al centro del mio cuore."

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora