Capitolo 50

92 7 0
                                    


I feel something so right

Doing the wrong thing

And I feel something so wrong

Doing the right thing


One Republic, "Counting Stars"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2019

10 dicembre

Città Grande


Era l'ora di punta e un paio di treni affollati avevano da poco fatto capolinea in stazione.

Il fiume di gente che risaliva le scalinate e si riversava dalle porte aveva invaso il piazzale per poi dividersi in due. Il primo gruppo, rumoroso e variopinto, procedeva schiamazzante in direzione della scuola che sorgeva sul lato opposto della strada. Il secondo, decisamente più grigio, si muoveva compatto e silenzioso verso l'alto palazzo che si ergeva alla sinistra della stazione.

Tea rabbrividì, stringendosi nel cappotto e sprofondando il viso nel tartan della sciarpa. Se avesse potuto, avrebbe seguito i ragazzini per vivere una delle loro spensierate giornate scolastiche, compiti in classe inclusi. Il compito che attendeva lei, invece, era molto più ingrato e rischioso. Solo l'idea di doverne parlare ad alta voce le stringeva lo stomaco in una morsa.

Se fosse stata la protagonista di un film di spionaggio, quello sarebbe stato il momento perfetto per gettare a terra un mozzicone di sigaretta e spegnerlo in modo teatrale col tacco a spillo del suo stivale di pelle, soffiando fuori l'ultima boccata di fumo.

E dopo aver compiuto quel gesto incivile, si sarebbe diretta con aria sprezzante verso il suo obiettivo per realizzare il piano che aveva architettato, senza che il minimo scrupolo la turbasse.

Ma cosa andava pensando, pur di distrarsi? Lei non era una fumatrice, non era un'attrice e non era nemmeno il tipo da ignorare la propria coscienza.

Sentiva lo stomaco ribellarsi alla sua scelta e le gambe spinte dalla tentazione di fuggire da lì.

Poi lui arrivò. Lo vide parcheggiare nel primo spazio accanto all'ingresso del palazzo, quello riservato alla dirigenza. Lo vide scendere dalla lussuosa auto con religiosa serietà. La sua mole rendeva di per sé complicato ogni movimento, ma Tea sapeva che quella lentezza era soprattutto una scelta. Faceva parte delle sue strambe regole di comportamento che già dai tempi dell'università applicava: 'Non correre mai incontro a qualcuno, nemmeno se hai il più indispensabile degli appuntamenti. Ti fa apparire debole, in difetto.'

Quando incrociò lo sguardo della ragazza, tuttavia, il suo viso si illuminò di un sorriso genuino.

"Tea!" proclamò, avvicinandosi a braccia aperte e avvolgendola in un morbidissimo abbraccio. "Il tempo passa in fretta, ma non per te a quanto pare! Mi aspettavo qualche grinzetta, invece hai la pelle liscia come la buccia di una mela!"

Lei rise. "Mi sei mancato, JoJo! Avremmo dovuto sentirci più spesso in questi anni, anche perché i tuoi complimenti sono sempre un'ottima iniezione di autostima!"

"Chi avrebbe mai detto che ci saremmo rivisti in un'occasione come questa, eh?" buttò lì Giangiacomo, con l'intenzione di proseguire lo scambio di convenevoli.

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora