Capitolo 31

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And I feel just like

I'm living someone else's life

It's like I just stepped outside

When everything was going right


Michael Bublè, "Home"


ANNO 2020

17 APRILE, VENERDI'

Panesecco


Tea sgranò gli occhi. Lesse e rilesse, e poi tornò a far scorrere quelle parole con più lentezza, certa di aver capito male, complice l'ora tarda e la sua ostinata determinazione a scoprire il prima possibile il finale di quella storia.

Eppure era tutto lì, chiaro come il sole: Daniel Dal Forte l'aveva chiesta in moglie.

Si stava facendo tardi e Tea avrebbe dovuto riposare. Ma non poteva permetterselo. E comunque non sarebbe mai riuscita a chiudere occhio, senza saperne di più.

Annotò con furia le istruzioni per la password per accedere al file successivo, controllò che la batteria fosse carica a sufficienza, prese il portatile e lo portò con sé a letto. Spense la luce, si rannicchiò sotto le lenzuola e lasciò che l'alone azzurro dello schermo restasse l'unica fonte luminosa all'interno della stanza.

Aprì il file, che era lungo e denso di contenuti, e lesse avidamente. Lo fece di nuovo, e poi ancora. Continuò nonostante la stanchezza, incurante del mal di testa che era tornato a importunarla, perché ogni passo avanti lungo quel testo la conduceva in un meraviglioso mondo fatto di grandi preparativi per una cerimonia che, nonostante fosse solo su carta, la stava emozionando come se si fosse trovata lì a viverla per davvero.

Era lei, era davvero la sua storia quella!

Era notte fonda ormai, ma proprio quando, con gli occhi arrossati dalla fatica, raggiunse l'apice di quel racconto di gioia, un pensiero orribile attraversò la sua mente.

Il grido agghiacciante risuonò così denso di terrore fra le mura di casa che Maurizio e Celeste balzarono fuori dal letto e si precipitarono da lei in un secondo, in pigiama, con i capelli arruffati e carichi di angoscia.

Tea era irriconoscibile e urlava loro contro in un modo così convulso che all'attempata coppia occorse una buona dose di tempo prima di raccapezzarsi della causa di tutta quell'agitazione.

"Perché non me lo avete voluto dire? Perché?" strillava la ragazza a ripetizione, camminando avanti e indietro per la stanza, le mani infilate tra i capelli in un intrico di disperazione.

"Cosa gli è successo? È accaduto il giorno in cui ho avuto l'incidente, vero? C'era... c'era anche lui in montagna, a Nordeno? Lui è... o Dio del cielo, non riesco neanche a dirlo!"

"Non capiamo di chi tu stia parlando, tesoro, come possiamo aiutarti se non ci spieghi perché sei così disperata?" le domandò Celeste, che nel mezzo di quel putiferio stava racimolando tutte le proprie forze per non dare di matto anch'essa.

"Ma come di chi? Di Daniel! Sto parlando di Daniel, è ovvio!" sbottò nuovamente Tea, che non riusciva a capacitarsi di come per i suoi genitori fosse così difficile intenderla. "Che ne è stato di lui? Perché non avete voluto dirmi fin da subito che eravamo sposati? È questa la verità orribile da cui volevate proteggermi? Dov'è? Cosa gli è accaduto? Eravamo insieme quando...? Anche lui è stato vittima del mio stesso incidente?"

Celeste e Maurizio si scambiarono un'occhiata piena di significati sottintesi; l'uomo si eclissò in silenzio, tornando nella stanza di Tea poco dopo, con una tazza di tisana fumante in mano e una delle pillole calmanti che erano state prescritte dai medici per lenire il dolore e placare la mente.

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora