Capitolo 38

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I thought only I

Would get that smile

Now I'm just watchin' from the corner

Sh-sh-shaken


LP, "Shaken"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2019

14 Ottobre

Città Grande


Lo shock era stato così brutale che per alcuni istanti Tea non era stata in grado di formulare un pensiero di senso compiuto, né di schiodarsi da lì.

Era rimasta in piedi sulla soglia dello scantinato con lo sguardo perso nel nulla.

Poi era giunta la consapevolezza, tutta insieme, dritta come un pugno in faccia.

Quanto tempo prezioso aveva perso dietro alle esitazioni e alle paure?


Tea afferrò la chiave lasciata dal professore. Tremando, col cuore che batteva a mille, si precipitò su per le scale fino al proprio appartamento e si fiondò all'interno chiamando Daniel a gran voce. Nessuno rispose. Nonostante l'ora tarda lui non era ancora rientrato, come ormai capitava quasi ogni sera.

Eppure doveva parlargli. Doveva spiegargli, doveva raccontargli ogni singolo dettaglio di quanto era accaduto. Al diavolo la paura! In una sola sera avrebbe risposto a tutti i perché che gli aveva negato in tanti anni passati insieme. Ora sapeva quale fosse la sua strada: non voleva più tirarsi indietro e non aveva intenzione di perdere un secondo di più.

Tea si precipitò giù nuovamente dalle scale, salì in auto e partì alla volta della DalForTech. Entrò come una furia dall'ingresso principale, ma invece di salire come suo solito negli uffici direzionali, si lanciò a perdifiato lungo il corridoio che collegava l'edificio con le sale produzione.

Aveva il cuore in gola quando raggiunse la porta che dava sull'ufficio di Daniel. Entrò senza bussare, ma grande fu la sua delusione quando si rese conto che le luci erano spente, e la stanza deserta.

Doveva averlo mancato di poco. Probabilmente si erano incrociati lungo la strada, lei che andava e lui che tornava. Di certo, immersi nel traffico cittadino del crepuscolo, nessuno dei due aveva riconosciuto l'auto dell'altro. 

Provò a telefonargli, ma non riuscì a prendere la linea. Forse Daniel era già arrivato e stava parcheggiando nel garage sotterraneo, forse stava salendo in ascensore, o aveva la batteria scarica.

Non le restava che compiere di nuovo il tragitto in senso inverso. Tea si disse che era meglio così: il tempo in più le sarebbe servito per elaborare quanto le era accaduto e per mettere ordine tra i pensieri che, tutti insieme, le erano esplosi in testa.

Uscì e si diresse verso l'auto, questa volta con più calma. Inspirò ed espirò profondamente per rallentare il ritmo dei propri battiti, poi si rimise in viaggio verso casa.

A dirla tutta, a quel punto non era più così sicura di voler annunciare ufficialmente a Daniel che aveva intenzione di dare le dimissioni. Parlargli del suo disagio, dei suoi progetti... questo sì, ma forse precipitare le cose non sarebbe stato saggio.

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora