Capitolo 37

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And it'll wake you up and cure your aching

Take your walls and start 'em breaking

Now that's a deal that seems worth taking

But I guess I'll leave that up to you


Hugh Jackman & Zac Efron, "The greatest showman – The other side"


CIÒ CHE È SCRITTO NEL DIARIO DI TEA


ANNO 2019

14 OTTOBRE

Città Grande


Neanche un'ora buona di camminata era bastata a scaricare i nervi sovraccarichi di Tea.

I suoi muscoli erano di certo più stanchi di prima, il cervello invece continuava a macinare tutti quei se e quei ma di cui si sarebbe volentieri sbarazzata, senza però riuscirci.

Tutta colpa delle parole che le aveva insinuato in testa quell'odioso professore.

Ignorò l'ascensore e salì i gradini a due a due, senza pause, fino al quinto piano. Arrivò in cima col fiatone, ma arrabbiata tanto quanto prima. Se più con quell'uomo o con se stessa, questo non sapeva dirlo. Completò l'ultima rampa e neanche a farlo apposta si ritrovò davanti la causa dei propri turbamenti.

"Ah! Proprio... proprio lei... proprio... lei!" tentò di sputar fuori Tea, a corto di ossigeno.

"Signora Dal Forte, buonasera" salutò Raimondo, impassibile come sempre.

"Proprio lei! Lei... lo sa... lo sa che sono due... due settimane che la notte non dormo? Lei... lo sa, che non si deve permettere... di sparare giudizi sulle persone senza... senza neanche conoscerle?"

L'uomo sbuffò, roteando gli occhi al cielo. Lasciò perdere l'ascensore che stava aspettando per scendere e fece dietrofront in direzione del proprio appartamento.

Abbandonata nel bel mezzo della sua scenata, Tea s'infervorò ancora di più. "Ma dove va?" strillò, seguendolo a grandi passi. "Le sembra educato? Ah ma no, a lei non interessa cosa è educato e cosa no, lei fa la morale alle persone senza sapere niente di loro. Fa i grandi discorsi sul significato della vita, lei, e poi? E poi? Mi ha accusata di essere una persona triste, ma non mi sembra che lei sia un campione di allegria. Non mi sembra il tipo di persona che lotta ogni giorno per i propri sogni. E quindi come la mett... ehi!"

Arruffata e paonazza, Tea rimase di sasso davanti alla porta blindata che le era stata sbattuta in faccia, la bocca aperta e gli occhi fiammeggianti di rabbia.

Passarono cinque, dieci secondi, il tempo che la ragazza s'inventasse qualche insulto ben costruito da urlare al vuoto, quando la porta dell'appartamento si riaprì inaspettatamente, e il professore ne uscì con un mazzo di chiavi in mano.

"Andiamo", disse con malcelata esasperazione.

"E dove?"

"Mi segua. Io le spiego tutto, però per favore la smetta con questa cacofonia, mi sta facendo venire mal di testa."

Dato che Tea non si muoveva, Raimondo la aggirò e puntò dritto verso l'ascensore. Schiacciò il pulsante di chiamata e si voltò verso la giovane, facendo tintinnare il mazzo di chiavi.

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora