Capitolo 46

97 9 1
                                    


To these memories I will hold

With your blessing I will go

To turn at last to paths that lead home


Billy Boyd, "The last goodbye"


ANNO 2020

3 giugno, mercoledì

Città grande


Tea aveva deciso che quel pomeriggio sarebbe tornata al proprio appartamento, quello dove aveva vissuto con Daniel, alla ricerca di indizi che le ricordassero qualcosa di sé.

Sua sorella l'avrebbe accompagnata in auto fino a Città Grande, ma una volta giunte a destinazione l'avrebbe lasciata sola: era un altro importante passo per ricostruire la propria vita, e doveva affrontarlo da sé.

Era da poco passata l'ora di pranzo quando Ruby mise la freccia e fermò l'auto davanti al portone del palazzo.

"Come ti senti?" domandò a Tea.

"Bene... cioè, non proprio benissimo. Ma non è importante. Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare anche questo momento."

"Sei coraggiosa, sorellina mia!" affermò Ruby. "Hai affrontato Daniel, poi Loris, e ora la tua... casa. Sappi che sono molto orgogliosa di te e di come stai provando a rimetterti in piedi. Finalmente dimostri la tua forza d'animo, Tea, e ne sono davvero felice. Temevo che ti fossi arresa per sempre alle tue paure, ma ora... per quanto suoni assurdo, proprio adesso che non ti ricordi chi sei, sembra che tu sia tornata ad essere la vera te stessa, la ragazza determinata di una volta."

Le parole di Ruby incoraggiarono Tea, accrescendo ulteriormente il desiderio di tornare in possesso della propria vita.

"Grazie Ruby, per tutto ciò che stai facendo per me. Sono fortunata ad averti accanto. Sei sempre stata il mio angelo custode. Non mi hai mai abbandonata, neanche ora che conosci le meschinità che ho commesso negli ultimi tempi."

Poi Tea tacque, lo sguardo assorto oltre il vetro del finestrino.

"È... strano," disse, "mi sembra di sapere tutto di questo luogo, ma in realtà è solo quello che ho letto: non sono veri ricordi, si tratta solo di parole. Mi sento come... come se mi trovassi dentro a un libro."

Fece di nuovo una pausa, poi si voltò in direzione della sorella: "Vai, Ruby. Torna a casa, dai tuoi bambini. È una cosa che devo fare da sola. Ho bisogno di tempo, e di silenzio, per capire se nella mia mente può riaffiorare qualcosa."

"Sicura che starai bene? Magari posso essere d'aiuto in qualche modo."

Era fatta così, Ruby: sempre con l'animo da infermiera, anche nella vita di tutti i giorni. Tea scosse la testa: "No, grazie, devo cavarmela da sola. Tu vai. Prometto di chiamarti non appena sentirò il bisogno di tornare."

La determinazione di Tea indusse Ruby ad accettare il suo invito. Con un tintinnio metallico passò nelle mani della sorella le chiavi di scorta del suo appartamento, che un tempo Tea le aveva consegnato per le emergenze. La osservò scendere dall'auto e ripartì, lasciandola sola davanti all'edificio.

Tea aveva paura di ciò che quei luoghi avrebbero potuto riportarle alla mente, ma ancor di più temeva che, una volta lì dentro, nella sua testa non sarebbe successo proprio un accidente di niente. In quel caso sarebbe tornata a Panesecco ancora più delusa di prima.

Non c'è una nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora