"signorina sa descrivermi l'accaduto?" Mi chiede un poliziotto vicino a Mattia.
"Si,credo di si" dico.So benissimo cosa è successo,e lo so che non dovrei avere pietà,ma Tommaso fino a poche ore fa era ancora mio amico,non so che idea gli sia girata in testa.
"Bene,si sieda e mi racconta tutto" mi dice il poliziotto con tono gentile.
"Questa mattina Mattia mi doveva portare a scuola con la sua macchina,ma si è presentato Tommaso,dicendo che voleva accompagnarmi lui.Tommaso lo conosco da un paio di mesi ormai,mi fidavo di lui..." Dico dispiaciuta.
"Mattia e Tommaso si sono messi a litigare su chi dovesse portarmi a scuola.A quel punto di nascosto vado via e arrivo a scuola con l'autobus.
Quando sono arrivata a scuola,Tommaso mi è venuto incontro,poi improvvisamente mi ha baciato,io ho cercato di staccarmi,gli ho detto più volte di no,ma lui poneva resistenza e poi...
Mi ha sbattuto davanti alla sua macchina,lui continuava a toccarmi io continuavo a dirgli di lasciarmi stare ma lui non ascoltava,dopo un po' mi ha chiusa nel bagagliaio e mi ha portata a casa sua.
Arrivati a casa mi ha buttato violentemente sul suo letto voleva spogliarmi allora io gli ho tirato uno schiaffo,ma lui me ne ha tirato uno ancora più forte,mi ha fatto uscire sangue.
Mi toglie maglietta e pantaloni e mentre è girato ne approfitto e gli tiro un pugno e cerco alla rinfusa i miei pantaloni li vedo,stavo andando a prenderli ma lui mi scaraventa per terra facendomi uscire sangue da dietro la testa"dico con occhi lucidi,i poliziotti e Mattia mi guardavano esterefatti.
"Stava per...insomma...st-"
"Tranquilla,ci dica molta tranquillamente cosa stava per fare"dice il poliziotto gentile.
"Stava per finire il suo lavoro,voleva entrare dentro di me,fortunatamente però è arrivato Mattia,credo abbiano fatto a botte,avevo gli occhi chiusi dal dolore" dico con un filo di voce.
"Ora come sta signorina?"mi chiede ancora il poliziotto.
"Meglio,grazie a Mattia" dico girandomi verso lui e sorridendogli.
Sono al minimo delle mie forze.
"Scusate ma io ora preferirei riposare"dico rivolgendomi ai poliziotti.
"Certo,ma un ultima domanda"parla il poliziotto.
"Mi dica"
"Ci può dire il cognome dello stupratore,Tommaso..."
Rispondo un po' insicura.
"Tarone, si chiama Tommaso Tarone "
"Vabene grazie delle sue parole è stata molto utile e molto brava,le daremo aggiornamenti,arrivederci"dice il poliziotto andandosene.
Scoppio in lacrime.
"Gaia stai tranquilla è tutto passato ora" mi tranquillizza Mattia.
"Non è per quello,mi sento una pessima amica,ho consegnato il nome di un mio amico alla polizia" dico.
"Ei ei Gaia guardami,tu hai fatto bene a dirglielo,ti ha fatto del male lo capisci".
"Una domanda"chiedo a Mattia.
"Come facevi a sapere che stavo qui?avevamo litigato e te ne sei andato via"
"La tua amica, Giada vi ha visti e mi ha chiamato subito,ti conviene richiamarla era molto preoccupata"risponde.
"Ok" dico soltanto.
E con lui vicino mi metto a dormire.8 ore dopo
Mattia io vado a casa, sennò mi fanno per dispersa"urlo siccome Mattia si trova dall'altra parte della casa.
Mattia si precipita da me e mi saluta con un bacio sulla guancia.
"Per qualunque cosa,chiamami" annuisco ed esco di casa.
"Oi Giada"
"Gaia,gaia!come stai,ti ha fatto,male se lo incontro lo metto sotto a qualcosa, Gaia ti prego parla!"
"Giada tranquilla ho solo sbattuto alla testa,più o meno..."dico non convinta
"Ti ha toccata!?"
"Si" dico soltanto.
"Non ci credo!era così simpatico come ha fatto a diventare-"
" grazie a te è arrivato Mattia, Gia grazie,davvero"
Sono o non sono la tua migliore amica che cosa avrei dovuto fare"
Sorrido.
"Giada ora devo andare in sentiamo più tardi"dico.
"Si vado anche io,ciao"
"Ciao Gia" dico per poi chiudere la chiamata.
"Sono tornata!"
"Sei un'irresponsabile!"Urla mia madre.
"Tutta la notte fuori!dove sei stata!?"chiede mio padre,urlando anche lui.
"Non vi interessa,ero arrivata pacificamente ma niente,dovete sempre incazzarvi con me!"urlo anche io.
"Non ti permettere!non usare questo tono con noi!"urlano ancora i miei genitori.
Senza fiatare mi rinchiudo in camera.