"Marco lasciami andare ti prego.
Non lo dico a mia madre davvero! però lasciami andare" mi lamento io mentre Marco continua a trusciarsi su di me cercando anche di togliermi qualche indumento ma ovviamente io non glie la rendo facile.
"Senti ragazzina perché ora non iniziamo a giocare veramente?
Mi sono un po' stufato di aspettare" dice Marco ormai innervosito dalla situazione.
"Allora,vediamo un po' di che colore ce l'hai l'intimo?"inizia a dire prima di toccarmi il seno e scoprire un po' la spalla e vedere di che colore è il mio intimo.
"Marco ti prego" dico ansimando.
Negli ultimi 5 minuti mi ha riempito di schiaffi.
"Si piccola si! così devi dire proprio con questo tono.
Mi hai messo fame ora! Quindi,iniziamo a mangiare!" Dice sorridendo.
Inizia a ridere ma viene interrotto da un pugno che gli arriva in faccia.
Finalmente è arrivato!che cazzo ci voleva,ha preso l'aereo?!"
"Brutto figlio di puttana non ti vergogni!" Inizia a urlargli in faccia Mattia mentre lo massacra di botte in ogni parte del corpo.
"Stavolta magari è andata così ma un giorno!" Dice con un filo di voce Marco.
"Un giorno mi scoperó quella topona bionda e tu! Tu non potrai farci niente!".
Per quest'ultima frase mi scorre un brivido per la schiena.
Mattia incazzato nero di tira un pugno in faccia,si alza e gli tira un altro pugno sulla costola.
Mi alzo anche se con fatica e lo fermò,posandogli le mie mani sopra le sue.
"Ei calmati,tranquillo non è successo niente" lo tranquillizzo.
"No,no Gaia tu non capisci! Io avevo giurato di proteggerti! Te lo avevo assicurato e invece eccoci di nuovo nella stessa situazione!" Dice affranto.
"Non possiamo continuare così, Gaia io non posso proteggerti non ti merito.
Non sono il ragazzo giusto per te,hai bisogno di qualcuno che ti protegga veramente" dice prima di prendermi il volto con le mani e posarmi un bacio sulla fronte.
"Vai avanti ti prego" dice prima di andare via.
"Aspet-" non riesco a finire in tempo la frase che non c'è più.
Ho provato a scrivergli, è passata una settimana,pensavo che gli avrei parlato a scuola.
Ho parlato con alcuni prof e mi hanno detto che ha lasciato la scuola.
Non sanno dove sia andato, però ha lasciato la città.Due mesi dopo
"Ga!" Continua ad urlarmi Giorgia.
"Dimmi"dico io interrompendo i miei pensieri.
"Sto in ansia per geografia cazzo"
"Ma guarda che oggi è giovedì,deve spiegare,sta tranquilla che non interroga"rispondo molto tranquillamente.
""Gaia che cazzo dici oggi è martedì"dice Sofia con occhi sorpresi.
"Ah è vero,e quindi?" Chiedo ancora molto tranquilla.
No aspetta,no,no,no,no non può essere cazzo quanto posso essere rincoglionita?
"Cazzo oggi c'è la verifica!"esclamo.
"Buongiorno!" Mi urla ironicamente Giorgia.
"Cazzo raga mi sono dimenticato completamente!" Continuo.
"Andiamo,tra un minuto suona"dice Sofia guardandomi preoccupata.
"Gaia tutto bene?in questi ultimi due mesi la tua media scolastica è calata tantissimo.
Insomma stai prendendo voti dal 6 in giù e non è da te" mi chiede Sofia.
"No tranquilla,non è niente".
"Ragazze perché stasera non andiamo a ballare?" Chiede la rossa.
"Gazzo Gio noi abbiamo una verifica tra neanche un minuto e tu ora pensi di andare a ballare?" Chiede
"Si(?)" Dice.
Accenno un sorriso per l'affermazione della rossa e vado in classe ormai rassegnata che prenderò un'insufficienza.
Mi metto seduta al mio posto e aspetto in silenzio l'arrivo della prof.
Non vedo Mattia da 2 mesi!
Non può sparire così,per poi una cosa del genere dai.
Pensavo che per lui era una relazione seria e invece...se n'è andato praticamente alla prima difficoltà.
"Bianchi insomma mi ascolta!!" Mi urla la prof di geografia.
Ritorno nella realtà e vedo la mia prof di geografia fumante.
"Insomma,chi è lei per non alzarsi e salutarmi, è una maleducata glielo dico io!"
"Prof ma che urla" rispondo io con un tono da 'che cazzo vuoi'.
"E non mi risponda così eh"
"Vabene ma non urli mi fa male la testa poi" dico iniziando ad innervosirmi.
"Esca da questa classe,ora!" Continua ad urlare.
"Finalmente!" Rispondo esausta delle sue urla.
"Dritta dal preside però" continua.
Alzo gli occhi ed esco, dó un occhiata veloce alle mie amiche che mi guardano esterefatta.
