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«Ragazzi le pizze arriveranno a breve» ripongo il cellulare in tasca prima di sedermi accanto a Diana sul divano.
«Non capisco perché non potevi cucinare tu»
«Perché volevo la pizza, e fatta in casa ci vuole troppo tempo» ribatto. Capisco che apprezzino la mia cucina, soprattutto dopo la cena di ieri, ma anche io ho bisogno di una pausa dai fornelli.

Ieri Aiden ha mantenuto la parola, mi ha tenuta d'occhio tutto il tempo, si aspettava che facessi un passo falso, passo che non è mai avvenuto, per mia fortuna e per sua sfortuna. Ormai ho deciso che mi comporterò in modo esemplare, gli farò perdere la pazienza in questo modo, ne sono sicura, e riuscirò a dargli molto più fastidio del solito. La cosa che odio di più è che lui non mi lascia mai vincere subito, gioca con me, poi si stanca e mi lascia la vittoria. È una delle cose che odio di più di lui. Le nostre discussioni è l'unico contatto che abbiamo, per cui se qualcuno dovesse chiedermi se siamo amici, la risposta è no. Non siamo amici. Noi discutiamo sempre, ci mettiamo sempre in gioco, per vedere chi sarà il primo a cedere, siamo come due bambini, in realtà, ma credo che non saremo mai amici. Su quello sono sicura, probabilmente manterremo lo status di nemici per sempre, e a me sta bene, un giorno andrò via da qui, e sarò di nuovo indipendente, non ho bisogno di Aiden e delle sue sfide nella mia vita, posso farne benissimo a meno.

«Io penso che anche Charlotte abbia bisogno di non cucinare per una volta» Diana mi abbraccia da dietro poggiando la testa sulla mia spalla.
«Per fortuna ci sei tu a darmi ragione» la ringrazio.
«Credo che possiamo fare benissimo a meno della tua cucina, non è poi chissà che cosa» mi volto di scatto verso la sua direzione.
«Vuol dire che inizierai a cucinare tu d'ora in poi, tanto la mia cucina non è chissà cosa» sorrido, anche se internamente sento il sangue ribollirmi nelle vene.
«Forse così inizierò a mangiare qualcosa di decente» ghigna. Vorrei prenderlo a pugni se non sapessi che se perdessi la calma gli avrei fatto raggiungere il suo scopo, e non è mia intenzione.
«Parla per te amico, noi vogliamo continuare a mangiare ciò che cucina Charlotte» sorrido vittoriosa, anche i tuoi amici sono dalla mia parte Aiden.
«Marcus ti ricordo che prima mangiavate ciò che cucinavo io» non sapevo fosse bravo a cucinare, però vedere per credere.
«Prima di conoscere una cuoca più brava di te. Charlotte per caso eri una cuoca?» sussulto.
«No, non era questo il mio lavoro»
«Peccato, sicuramente avresti avuto sempre il pienone»
«Non lo so, ho visto la cucina sempre come uno sfogo, non che il mio lavoro fosse da meno, è sempre stato il mio sogno, e averlo realizzato non me lo ha fatto pesare, dovevo creare un altro obiettivo, solo che mi mancava immaginazione per farlo. Lo sto ancora cercando in realtà»
«Che lavoro facevi?»
«Non è importante saperlo, se non si può più praticarlo, non credi?»
«Era una curiosità tutto qui» la tua curiosità può ferire me, meglio se non la esprimi a questo punto.
«Vuol dire che resterai con la tua curiosità, Marcus» rispondo guardando, però, Aiden negli occhi.
«Certo che voi due siete proprio identici»
«Non è vero» ci alziamo entrambi di scatto. Scacco matto, abbiamo perso entrambi.
«Io direi proprio di sì, forse è per questo che non andate d'accordo» guardo Diana sistemarsi meglio sul divano. Non può aver detto una cosa del genere, anche se l'ha detto tante volte, mi rifiuto di credere ad una cosa del genere.
«Diana, non dirlo anche tu» la supplico «Non potete dire che siamo uguali, non è vero, io sono molto meglio di lui»
«Dovrei sentirmi offeso per caso?»
«Direi proprio di sì» incrocio le braccia al petto.

Ad interrompere la discussione che stava per iniziare è il campanello che suona. Probabilmente saranno arrivate le pizze.
«Vado io» affermo. Prendo le banconote sul tavolino e mi avvio verso la porta che apro.

Apro la porta, il vento mi scompiglia i capelli, sorrido al fattorino nonostante mi stia congelando, non ho messo neanche il cappotto.
«Le pizze» il fattorino me le porge.
«Ecco a lei» gli porgo le banconote.
«Grazie mille signorina, credo sia meglio che le mangiate subito prima che si raffreddino»
«Credo proprio di sì, buon lavoro»
«Sono James» raggelo sul posto, di tanti nomi che esistono proprio così si doveva chiamare?
«Sta bene signorina?» non rispondo.
«Che succede qui?» sento il suo profumo invadermi le narici, ma non mi sento meglio, purtroppo.
«Niente» riesco a dire. Gli porgo le pizze e torno dentro, lasciando Aiden e il fattorino da soli.

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