Epilogo

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Quando trovo davanti Perez l'unica cosa che vorrei fare è ficcargli una pallottola in testa e mettere fine a tutto, ma non sono sicura di quanto possa essere buona la mia mira. Stringo le mani a pugno cercando di allentare l'evidente rabbia.

«E così ci incontriamo di nuovo» vorrei smorzare quel suo sorriso perverso «Ero sicuro che quella bambina fosse la chiave giusta per arrivare a questo»
«Cosa vuoi?»
«Prendermi tutto ciò che mi spetta Evans, le vostre inutili vite, e perché no, dopo mi occuperò del resto della vostra famiglia» resto pietrificata sul posto.
«Pensi davvero sia così facile uccidermi? Se così fosse sarei morto da tempo non credi?» ghinga Aiden.
«Non ho mai detto che fosse facile uccidere te» con un movimento impercettibile estrae una pistola «Ma lei si» non sento nulla oltre lo sparo, neanche il dolore, mi accorgo poi di trovarmi a terra, Aiden deve avermi spinta via e ha estratto la sua pistola. Mentre cerco di rialzarmi avverto il dolore dell'impatto con il suolo, sfodero anche io la pistola.

«È sempre bello vedere la tua espressione quando metto in pericolo qualcuno a cui tieni Evans, ma due contro uno è un po' ingiusto non trovi? Almeno uno deve essere fatto fuori» punta nuovamente la pistola contro di me. Sparo prima di lui, lo ferisco, ma non è un colpo mortale «A quanto pare anche la tua puttana ha gli artigli, bene vediamo se riesci a sopravvivere» Aiden si volta verso di me pronto a difendermi ancora.

«Charlotte scap» non riesce a finire la frase che lo colpisce. Vedo il corpo di Aiden cadere a terra con lo sguardo ancora rivolto verso di me.
«Aiden» urlo, o almeno ci provo, la capacità di parlare sembra essere inesistente. Devo andare da lui.

Incurante di Perez che cade a terra morto e di alcuni uomini a me sconosciuti e armati, inizio a camminare verso di lui, ma una pallottola mi colpisce un braccio, non ho il tempo per il dolore, per le lacrime, devo andare da Aiden. Doveva essere finita, Perez è morto, la nostra famiglia al sicuro, non può essere morto. Aiden alzati maledizione, devi farlo, per me, per Ruby. Alzati. Continuo a camminare, ma un altro colpo arriva, questa volta colpendomi la gamba. Sono quasi vicina, non posso mollare adesso. Trascino la gamba e, finalmente arrivo da Aiden. La pozza di sangue è enorme, il suo petto ha smesso di muoversi, è... no non può essere morto. Gli prendo la mano e la stringo, ma non ricevo alcuna risposta. Le mie ferite non fanno male, non fa male neanche l'ultimo colpo che mi arriva, portandomi ad accasciarmi accanto ad Aiden, ancora con la mano tra la sua.

«Alzati ti prego» sussurro con quel poco di voce che mi resta, mentre i pensieri vagano verso nostra figlia.

Quando mi sveglio trovo Aiden accanto a me, il suo sorriso, e le sue iridi di ghiaccio, mi fanno sorridere di rimando.
Mi guardo intorno e non trovo niente di familiare. Mi trovo su un prato, con un sottile venticello e il cielo azzurro. È tutto così sereno, che mi sento in pace.

«Ti stavo aspettando biondina»
«E così alla fine siamo morti» sussurro avvicinandomi a lui.
«Credo proprio di sì» la mia espressione muta drasticamente.
«Ti ho visto morire Aiden, ho pregato che ti alzassi, ma c'era così tanto sangue e tu eri immobile»
«Posso solo immaginare quanto sia stato orribile per te. Non preoccuparti per Ruby, Diana non la lascerà fidati. Poi Ruby è forte, dopotutto sono suo padre»
«E io sono sua madre, il fatto che sei suo padre non significa che abbia preso tutto da te» incrocio le braccia al petto.
«Infatti spero che diventi proprio come te» afferma attirandomi a lui. Circonda le sue braccia sui miei fianchi, abbassando la testa alla mia altezza. «Perché tu sei così speciale per me biondina» quel soprannome che ho sempre odiato suona così bene detto da lui.
«Siamo così complicati tu ed io» sussurro sulle sue labbra.
«Abbiamo tutta l'eternità per essere meno complicati, magari questa volta ci sposiamo davvero» unisce, finalmente, le sue labbra alle mie.

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