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ATTENZIONE!!!
Questo capitolo contiene scene che potrebbero urtare la sensibilità di alcune persone. In quel caso, si consiglia di saltare il capitolo.
Inoltre ci tengo a dire che ciò che viene raccontato è completamente sbagliato. Non va affatto bene una cosa del genere, quando si è disperati e si prende una decisione del genere, bisogna parlarne, e non rifugiarsi in quell'atto, bisogna cercare conforto e aiuto dagli altri, e non avere paura di essere giudicati. Parlarne fa sempre bene, esprimere i propri pensieri e i propri sentimenti vi è di aiuto, e se volete, anche io sarò pronta ad ascoltarvi!

«Senti Charlotte» Lisa si avvicina a me, lo scagnozzo le sorregge la vita, sembrano dei modelli di alcune riviste, insieme attirano certamente tutta l'attenzione, sono bellissimi.
«Dimmi pure»
«Non sparire ancora d'accordo?» l'accolgo in un abbraccio.
«Non lo farò, fatevi sentire presto va bene?»
«Bentornata a casa, Mistress of Darkness» le sorrido, sono a casa.

Prima di ritirarci nella nostra stanza, abbiamo salutato tutti gli invitati, lasciando per ultimo le mie amiche. Dopo aver trascorso un'intera giornata con loro, posso dire che mi erano davvero mancate, prima sentivo la loro mancanza, ma ora che le ho ritrovate mi sono resa conto di tutto ciò che avevo perso, e mi sono ripromessa che questa volta non le avrei più lasciate andare, per nessuna ragione al mondo.
Chiudo la porta della stanza alle mie spalle, lo sguardo di Aiden è fisso sul mio, ed io non faccio altro che sorridergli. Anche questo è strano, parlare con Jessica e Lisa, e la piccola discussione con Aiden, mi hanno fatto aprire gli occhi, devo conoscere anche la sua versione, devo dargli una spiegazione sui miei comportamenti.

«È stata una bella giornata» tolgo i tacchi «Grazie per avermi portata qui»
«Hai ragione, è stata davvero una bella giornata, mi ha fatto piacere vedere Liam senza alcun pensiero, e non succedeva davvero da tanto tempo, soprattutto per tutto ciò che sta facendo per Stephanie. Penso che possiate diventare ottimi amici» ghigna.
«Non penso che saremo mai amici io e lo scagnozzo. Poi non avrei mai immaginato che avesse una figlia, Lisa dice che è adorabile e che hanno un bel rapporto»
«Già è una brava bambina, Liam ha fatto un ottimo lavoro, sai l'ha cresciuta da solo, e quando la sua ex gli ha detto che voleva l'affidamento esclusivo della figlia, lui non l'ha presa bene»
«Immagino»
«E soprattutto» cambia discorso, sfiora le mie spalle «Ti ha vista essere te stessa, come su quel palco, ho capito che riesci ad essere te stessa solo in questo modo, e mi è piaciuto conoscerti meglio, conoscere quella parte di te che ha sempre un sorriso sulle labbra, che lascia andar via, facendo finta che non esistesse, tutto ciò che è negativo»
«Non sono così» lo guardo negli occhi «Perché sei andato da James?» la domanda lo coglie alla sprovvista «Sii sincero Aiden»
«Volevo togliermi ogni dubbio, volevo sapere che lui non ti aveva quasi uccisa, dovevo toglierlo dai sospetti»
«Pensi davvero che mi avrebbe fatto una cosa del genere?»
«Se è stato capace di trasformarti nell'opposto che ho visto oggi, perché non avrebbe potuto ferirti?» deglutisco, non è ancora arrivato il momento. Mi allontano, prendo il mio pigiama dall'armadio e mi rifugio in bagno, chiudo la porta alle mie spalle, e un sospiro di sollievo esce dalle mie labbra.

Odio lasciare un discorso a metà, ma Aiden vuole affrontare cose che non sono ancora pronta a condividere, un qualcosa che mi ha segnata nel profondo, che ho marchiato sulla pelle.
Esco dalla doccia poco dopo, indosso velocemente il pigiama e ritorno in camera, Aiden è già a letto, le braccia incrociate celano un po' del suo busto scoperto, deglutisco e mi siedo al lato opposto. Poggio la testa sul cuscino e volto le spalle ad Aiden, voglio dormire.

«Biondina guardami» chiudo gli occhi trattenendo le lacrime «Guardami ti prego» afferra il mio braccio e mi fa voltare verso di lui. Occhi contro occhi, lacrime contro preoccupazione.
«Cosa ti è successo?» non lascia la presa, passa il dito sul mio braccio, e poi si irrigidisce, ha capito cosa è successo, ha capito tutto. E io vorrei fuggire da qui, il nodo si forma in gola, e i ricordi mi schiaffeggiano in pieno volto, non potrò mai dimenticare cosa mi è successo, cosa ho fatto.
«Perché?» sussurra senza lasciare la presa «Dimmelo biondina, perché?» le lacrime bagnano il mio viso, ed io non faccio niente per cessarle.
«È... io non me la sento» sussurro.
«Ti prego, Charlotte, dimmi perché l'hai fatto» mi si contorce lo stomaco. Sicuramente cambierà ogni idea che si era fatto di me. Sicuramente anche lui proverà compassione per me, e io non riuscirei a sopportarlo, non da lui che non riesce a non dire ciò che pensa.
«Volevo andarmene» sussurro, so che non mi darà tregua finché non gli spiegherò tutto, e non voglio neanche che si faccia idee sbagliate «Non ho avuto per niente una vita semplice, mia nonna era morta, i miei genitori non mi hanno mai voluta, avevo solo le mie amiche. Quando conobbi James capii che era quello giusto, avevo avuto in passato delle storielle, ma niente di serio, e con lui sentivo che ci fosse qualcosa in più. Mi sentivo voluta, apprezzata, tutto ciò che non mi era mai successo prima. E ti dirò la verità all'inizio era tutto idilliaco» accenno un sorriso «Ovviamente però non è sempre stato così, dopo il primo anno che stavamo insieme le cose iniziarono a cambiare, lui diventava sempre più geloso, opprimente, litigavamo praticamente tutti i giorni. Pensava che gli mentissi, che quando gli dicevo che stavo con le mie amiche, in realtà stavo con un altro ragazzo, e niente di tutto questo era vero. Passavo le mie giornate tra una famiglia inesistente e un ragazzo opprimente, la mia unica salvezza erano Jessica e Lisa. Ma un piccolo spiraglio non può salvare qualcosa che sta affondando. Era un pomeriggio, i miei genitori erano a lavoro, non che importasse poi tanto dov'erano, non se ne sarebbero comunque resi conto. Avevo avuto l'ennesima discussione con James, voleva che smettessi di lavorare, secondo lui quei ballerini non riuscivano a tenere le mani al loro posto, gli dava fastidio che dovessero toccarmi per la coreografia. Non immagini quanto io mi sia arrabbiata, mi ha insultata nel peggior modo possibile, e come ti ho detto un solo spiraglio di felicità non può essere abbastanza quando ti sei già arresa» scuoto la testa, rabbrividisco al ricordo di ciò che sto per raccontare «Così presi coraggio, e mi procurai queste» alzo i polsi mettendo in mostra le cicatrici «Ero pronta a lasciarmi andare, volevo allontanarmi da tutto questo, volevo tornare da mia nonna. Ero stanca di essere invisibile, stanca di sentirmi giudicata. Poi però qualcosa andò storto. Jessica era venuta a casa mia per chiedermi di uscire, e la sua espressione quando mi vide, non riuscirò mai a dimenticarla, era arrabbiata perché mi ero rassegnata, ma non lo dimostrò, chiamò subito un'ambulanza che mi portò in ospedale. Ero stata fortunata, mi dissero, la mia amica aveva fatto giusto in tempo prima che fosse tardi. Ma in quel momento avrei voluto che non venisse, ero così delusa, non immagini quanto. Quando i miei genitori vennero in ospedale non mi stupii delle parole che mi dissero, ma ci rimasi comunque male, avevo tentato il suicidio e loro non facevano altro che urlarmi contro, che non valevo nulla. Non è proprio quello che una figlia vuole sentirsi dire. Se avevo fatto quel gesto, c'era un motivo, pur sbagliato, ma c'era. Sono stata da uno psicologo per quasi un anno, e ho imparato a gestire tutto questo, a non lasciarmi più andare. E mentre le mie amiche erano ancora più presenti, James non faceva altro che incolparmi, ripeteva sempre "Cosa penseranno gli altri di me? Ti rendi conto, ci hai rovinati" come se lui fosse la vittima della situazione. Ho retto tutto questo per altri sei mesi, poi l'ho lasciato e sai cosa mi disse? "Non ti dimenticherai mai di me, non mi lascerai mai veramente, sono l'unico che ti capisce, e un giorno tornerai accanto a me"»
«Sii sincera biondina, lo rifaresti?»
«No, certo che no, mi vergogno troppo per ciò che ho fatto, ho reagito nel peggior modo possibile, e ringrazio ogni giorno Jessica per avermi trovata, le devo la vita. E non immagini quanto conviva quotidianamente con tutto questo, ho delle cicatrici che mi mostreranno sempre quanto abbia sbagliato, e anche i sensi di colpa, non farei mai più una cosa del genere, non è il modo giusto per reagire»
«Me l'avresti mai detto?» sussurra.
«Magari più avanti, mi fa ancora paura condividere questa parte di storia»
«Ti starò accanto» sfiora la mia guancia «Ma tu promettimi che per qualsiasi cosa me lo dirai, che non penserai neanche lontanamente ad una cosa del genere»
«Perché non ti allontani come fanno tutti?»
«Perché non è da me lasciare tutto alle prime difficoltà. Sapere che non compiresti più una cosa del genere mi è di conforto, ma sappi che io ti aiuterò sempre, anche quando litighiamo, anche quando sarò incazzato, tu sei più importante del resto» poggio la testa sull'incavo del suo collo, il suo profumo mi giunge alle narici e tanto basta per farmi calmare.
«Allora perché sei andato via?» chiudo gli occhi quando passa le mani tra i miei capelli.
«Perché non riuscivo ad accettare quella probabilità che ti avrebbe portata via da me, io non posso perderti biondina, sei l'unica che mi fa provare delle emozioni, non posso lasciarti andare»
«Ti ripeto, ci vorrà molto tempo per perdonarti, ma sono disposta a farlo, forse Jessica e Lisa hanno ragione, parlartene ti ha fatto capire perché mi comporto in un certo modo, perché non sono ancora pronta ad una relazione, ma tu ne vali la pena Aiden, io voglio provarci. Tu mi rendi viva, ed è una cosa che mi mancava da tempo»
«Aver preso il bouquet è stato davvero un portafortuna» la nostra risata anima la stanza.
«Già, anche se avrei voluto vedere la faccia dello scagnozzo se l'avesse preso Lisa»
«Probabilmente le avrebbe fatto la proposta di matrimonio» guardo i suoi occhi azzurri, e sono così belli che non mi stancherò mai di guardarli.
«Sai, si dice che chi prende il bouquet si sposerà entro il prossimo anno» lo prendo in giro.
«Magari succederà anche a te» resto di sasso alla sua risposta.
«Stai dicendo che un giorno vorresti sposarmi?»
«Io vorrei tutto con te biondina, ma penso che dobbiamo andarci piano, non ha senso bruciare le tappe, come non ha senso avere una fretta che non dovremo avere. Ogni cosa ha il suo tempo, per il momento mi basta questo»
«Anche se ti faccio arrabbiare e litighiamo la maggior parte del tempo?»
«Si, anche in quel caso»
«Anche io vorrei tutto con te, ho paura ad ammetterlo, ma tu ne vali la pena, lo vedo nei miei sogni, il nostro futuro, ed è bellissimo»
«E cosa vedi nei tuoi sogni?» mi stringe a sé.
«Siamo felici» sono le uniche parole che riesco a pronunciare prima di addormentarmi. 

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