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È passato ormai qualche giorno da quando ho deciso di trasferirmi da Diana. Non so come Aiden ha reagito alla mia decisione, Diana non me l'ha detto, e sinceramente, non intendo neanche saperlo. Aiden è un capitolo chiuso, deve esserlo.
La nostra convivenza funziona magnificamente, Diana è quella boccata d'aria fresca che mi serviva, posso confidarmi di tutto con lei, e lei con me, ci sono i momenti seri, ma anche tanti momenti spensierati. Ed è proprio quello che mi mancava, la spensieratezza. Con Diana è diverso rispetto a Jessica e Lisa, loro sapevano tutto di me, certi argomenti neanche li aprivano se sapevano che potevano turbarmi, Diana no, Diana parla di tutto senza neanche rifletterci su, un po' come me.
È inutile dire che con la convivenza, la nostra amicizia si è consolidata maggiormente, in più ho imparato ad apprezzare le "sporadiche" visite di John, rendendolo meno odioso, o almeno è quello che spero.
Mi sono sentita miliardi di volte il terzo incomodo, e quando ne ho parlato con Diana, lei mi ha subito rassicurata, le ho ripetuto fino allo sfinimento che non c'era alcun problema per me, e se era fonte di imbarazzo avrei trovato un'altra sistemazione, ma lei, testarda com'era, me l'ha impedito.
Per cui ho iniziato una frequentazione forzata con John, all'inizio non è andata per niente bene. Chissà cosa gli avrà detto Aiden, la tensione tra di noi era palese, e i tentativi di Diana per spezzarla erano completamente inutili. Io mi reputo dalla parte della ragione e lui vuole tutelare e difendere il suo amico. Quando ne avevamo l'occasione non perdevamo tempo a lanciarci frecciatine. "Convivere" con John era estremamente faticoso, e l'ho ritenuto ancora più odioso della serata del gala. Una serata che intendo assolutamente dimenticare.
C'è voluto tantissimo tempo, tantissimi sforzi da parte di Diana per avere un dialogo civile tra di noi, e quel fare finta di averci messo una pietra sopra, un po' mi irrita, ma per la mia amica questo e altro. Se all'inizio ero reticente nello stringere un'amicizia con John, soprattutto per i pochi trascorsi, grazie a Diana posso considerarlo un amico.
In effetti, Diana ci ha obbligati ad esserlo, quando, durante l'ennesimo litigio, lei ci ha chiusi nello sgabuzzino, chiudendo la porta a chiave, e urlandoci contro che non saremo usciti da quella stanza fino a quando non avremo chiarito. La nostra reazione è stata plateale, nessuno dei due aveva intenzione di cedere, c'erano solo silenzi freddi e occhiatine per niente benigne. Dall'altro capo della porta, invece, Diana continuava a ripetere che dovevamo chiarire, l'ha detto così tante volte che John, per accontentarla, ha iniziato a dialogare con me. E poco dopo ho ceduto anche io. Quello sgabuzzino potremo definirlo l'origine della nostra amicizia, ma so che in fondo, incolpa ancora me per tutta questa situazione, solo che fa finta di non pensarci, oppure non vuole ricominciare a litigare.

Oggi sarà la prima volta che non ci troviamo sotto il controllo di Diana, John, infatti, mi ha chiesto di accompagnarlo a scegliere il regalo per il compleanno di Diana, visto che sarà la settimana prossima. Ho accettato approfittandone per prenderne uno anche io. Lui ha detto che gli serve il mio aiuto per "conoscenza maggiore da amica", anche se io penso che potrebbe farcela benissimo da solo dato che è la sua fidanzata. Mi sembrava poco carino nei confronti di Diana che si è impegnata tanto per una nostra riappacificazione, che mi è sembrato scorretto dirgli di no. Per cui oggi mi ritrovo in giro a fare compere con il mio "migliore amico" John. Avrei preferito diventare una mosca piuttosto che andare a fare compere con lui, un conto è cercare di essere amici, un altro è comportarci da amici stretti, cosa che non siamo assolutamente, e che mai saremo.

«Cosa pensavi di regalarle?» slaccio la cintura di sicurezza ed esco dall'auto.
«Non lo so, è per questo che tu sei qui con me» alzo gli occhi al cielo.
«Pensavo avessi almeno un'idea»
«Invece no, non le ho mai dovuto fare un regalo prima di adesso» mi fermo di scatto.
«Vuoi dirmi che prima che iniziavate a frequentarvi, non le hai mai regalato niente?»
«Perché avrei dovuto? Non eravamo neanche amici» alza le spalle.
«Voi uomini non capite niente»
«Ma»
«Niente ma» lo blocco «Cammina prima che io cambi idea»
«Già non ti sopporto più»
«La cosa è reciproca, ma non voglio essere di nuovo richiusa in uno sgabuzzino con te»
«E io non voglio più vedere Diana arrabbiata» annuisco con un cenno della testa.

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