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«Dove stiamo andando?» distolgo lo sguardo dal finestrino per osservare il suo profilo.
«È una sorpresa» prende la mia mano stringendola alla sua, portandole poi sul cambio. Inutile dire il pizzicore che si diffonde dalla mia mano, una sensazione calda, accogliente, si fa strada dentro di me. Il suo sguardo è serio, fisso sulla strada, ma non posso fare a meno di vedere i suoi occhi di profilo, sembrano ancora più chiari, e ogni volta che li vedo non posso fare altro che pensare: Come siamo arrivati a tutto questo? Come può l'odio trasformarsi in un qualcosa di completamente diverso? C'è sempre stato qualcosa tra di noi, qualcosa che non riesco ancora a catalogare, ed io l'avevo scambiato per odio, all'inizio, quel continuo battibeccare, cercare di avere l'ultima parola, esasperare l'altro, e poi? Poi lui mi ha sbattuto in faccia la realtà, mi ha fatto aprire gli occhi, ho trascorso giorni e notti a domandarmi come una persona del genere possa scaturirmi qualcosa, il completo opposto di ciò che desideravo, eppure non riuscivo, non riesco, a togliermelo dalla testa, ogni tentativo è completamente inutile. Ed io più non riuscivo a togliermelo dalla testa, più mi ostinavo a stargli contro, quel passerà ripetuto mille volte nella mia testa non ha mai funzionato davvero, ed è quello che mi faceva innervosire ulteriormente, io una persona del genere non l'avrei mai cercata nella mia vita, l'avevo tenuto d'occhio, studiare ogni sua minima mossa, mai avrei immaginato che tutto quello che stavo facendo non era solo studiare il nemico, perché lui, inconsapevolmente, è entrato nella mia testa, e alla fine è risultato inutile mentire ancora, Aiden riempiva ogni mio pensiero, non importa quanto possa avermi ferita, quanto odiassi tutto quello, lui c'era e non sarebbe andato via facilmente.
È inutile pensare quanto lui fosse così lontano dai miei ideali, quanto ogni cosa che facesse mi desse sui nervi, il suo modo di parlare, di comportarsi, di scrutarmi, odiavo ogni singola cosa di lui, odiavo i suoi sorrisi derisori per le minime cose che dicevo, odiavo il suo sguardo di sfida, il suo fare altezzoso, odiavo il fatto che lui scaturisse comunque qualcosa in me, qualcosa che non volevo provare.

È inspiegabile tutto ciò, il pensiero di ciò che è accaduto questa mattina mi fa sorridere, distraendomi dall'uomo accanto a me, stringe leggermente la presa sulla mia mano, ed io chiudo gli occhi, assaporando quel lieve contatto, ripensando a ciò che è successo solo poche ore fa.

Quando mi sveglio sento due braccia stringermi forte a sé, un sorriso spontaneo sorge sulle mie labbra, il ricordo dell'ultima cosa che gli ho detto prima di addormentarmi fa tingere le mie guance di rosso. Nonostante ciò, mi accoccolo meglio tra le sue braccia, il suo profumo mi riempie le narici, e ciò basta a far aumentare i battiti del mio cuore. Non vorrei svegliarlo, la sua espressione è rilassata, non l'ho mai visto così, con le labbra leggermente dischiuse, il viso rilassato, sembra un'altra persona.

«Aiden» sussurro al suo orecchio, lui muove leggermente la testa «Aiden» lo richiamo.
«Che c'è biondina?» stringe la presa.
«Mi dispiace dovertelo dire, ma dobbiamo andare» sorrido con la testa poggiata sul suo petto. Sembriamo una coppia, il modo di parlare, di comportarci è simile, senza pensare che meno di un giorno fa avrei potuto ucciderlo con lo sguardo.
«D'accordo» sbuffa allontanandosi da me «Saluta le tue amiche, io e te dobbiamo affrontare un lungo viaggio» afferma lanciando una sua maglietta che afferro prontamente.

«Hai mai pensato che tra di noi potesse esserci questa pace?» domando aprendo gli occhi.
«Sinceramente? No»
«Neanche io, chi se lo aspettava che quel matrimonio poteva cambiare ogni cosa»
«Non te lo aspettavi perché sei troppo testarda e cocciuta» mi sorride, fa ancora troppo strano vederlo sorridere, però è una delle cose più belle che abbia mai visto, forse perché non sorride quasi mai, ma, quando lo fa, darei qualsiasi cosa per vederlo così sempre.
«Non lo dire a Diana, ma hai davvero delle buone amiche» cambia discorso.
«Già»
«Non smetterò mai di ringraziarle per averti tenuto viva» stringe leggermente la presa «Se non avessi avuto neanche loro»
«Aiden» lo interrompo «Non pensarci, non è per questo che te l'ho detto, non per farti pena o compassione» deglutisco «Ciò che importa è che non lo rifarei, e che sono ancora qui» lui annuisce, ma i suoi pensieri sono rivolti altrove.
«Mi dici dove stiamo andando?» domando poco dopo. Vorrei alleggerire la tensione creata. Capisco che ciò che ho fatto anni fa lo preoccupa, ma io sono consapevole e convinta che non è un modo per risolvere i problemi, bisogna affrontarli e non trovare una via di fuga. Ero seria quando gli ho detto che non lo farei più, il solo pensiero mi mette i brividi.
«Ti dico solo che prenderemo l'aereo» ghigna quasi ignorando ciò che ha detto poco fa.
«L'aereo?» domando retorica, cosa diavolo gli è saltato in mente? 

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