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Tre settimane. Dopo tre settimane finalmente posso lasciarmi alle spalle questo ospedale. Tre settimane in cui ho dovuto fingere che tutto andasse per il verso giusto, come se ogni volta che mi addormentassi, non sognassi sempre la stessa identica scena, qualcuno che mi colpiva e io che morivo. Quante volte sono morta nei miei sogni e magicamente mi svegliavo notando che in realtà non era accaduto nulla? Troppe per i miei gusti.
Intrappolata per tre settimane in un ospedale, in una cittadina sconosciuta, tutti che ti dicono "Come stai? A me sembra stai migliorando". Avrei voluto ridergli in faccia, urlargli contro che non sto bene, che non dormo tranquillamente non so neanche io da quanto tempo, che i ricordi mi perseguitano ogni minimo istante facendomi ricordare tutto ciò che potrebbe appartenere ad un'altra persona. Ho riavuto tutto, il dolore, la paura, la rabbia, il tormento, la colpevolezza. Tutto. Tutto ciò che avrei voluto che andasse via, e l'aveva fatto, era andato via, poi è tornato a bussare alla mia porta come se niente fosse. Stavo bene senza ricordi, stavo bene con le mie illusioni, stavo bene. 
E invece è tornato tutto come prima, ricordo perfettamente i miei "nuovi amici" e mi dispiace vedere ogni volta Marcus terrorizzato e colpevole quando mi guarda. Gli ho detto delle cose orribili, e ogni volta che ho cercato di scusarmi lui semplicemente andava via. Andare via. Non sarà di certo l'ultimo a voltarmi le spalle, e sicuramente non è stato il primo. I miei genitori sono stati i primi a farlo, e egoisticamente mi chiedo se sappiano ciò che mi è successo, se sono in pensiero per me, oppure continuano spensieratamente le loro vite come hanno sempre fatto da quando mi hanno lasciata dalla nonna, da quando hanno abbandonato mia sorella senza ritegno, senza alcun senso di colpa; mi chiedo se ne abbiano mai avuti. Il secondo a voltarmi le spalle è stato James, il mio primo ragazzo, quello che avrei voluto sposare, passare ogni giorno della mia misera vita con lui, al pensiero mi viene solo da ridere, avrei dovuto scappare da lui piuttosto che trascorrere la mia vita con lui. L'apparenza inganna, e James ci è riuscito perfettamente, tre anni, tre anni della mia vita trascorsi in una marea di illusioni, di castelli di sabbia, di parole all'aria. Cosa c'era di concreto tra di noi? Niente. Alla fine mi sono ritrovata in mano un pugno di mosche, i castelli di sabbia crollati, le parole opprimenti e le illusioni infrante, è rimasto solo un casino che ancora non riesco a gestire, che ancora non riesco ad eliminare. È questo che mi ha dato James, mi ha lasciato nei guai e lui continua a fare la vittima. Avrei dovuto lasciarlo prima, non avrei dovuto credere alle sue parole, ai suoi gesti e alle sue attenzioni, nulla del genere, avrei dovuto aprire gli occhi, e l'ho fatto troppo tardi, quando le conseguenze erano tangibili e le cicatrici troppo visibili.
Forse sono io il problema, sono una calamita per i guai, per le persone sbagliate, incasinate, egoiste, forse è davvero colpa mia. Altrimenti non riuscirei a spiegare tutta la storia con Aiden. Quando ancora non avevo riottenuto la memoria, avevo scambiato i pochi momenti di felicità trascorsi con James in momenti trascorsi con Aiden, era quello il motivo per il quale non riuscivo ad ammettere che lui mi avesse abbandonata. Ma l'ha fatto, mi ha abbandonata anche lui. Perché non riesco a stare lontana da tutto questo, da questa tossicità? È improbabile che un giorno ti svegli e decidi di amare la persona che odi, non è così che funziona. Quel sentimento va nutrito, curato giorno per giorno, va coltivato. L'amore non è tenere tutto sotto controllo, desiderare ciò che non puoi avere, e poi abbandonare tutto alle prime difficoltà. Avrei dovuto rendermi conto di questa tossicità prima di adesso, avrei dovuto capirlo quando mi ha urlato contro la prima volta. Avrei dovuto smettere di comportarmi come una ragazzina, attratta dal cattivo ragazzo che non fa altro che metterti i piedi in testa, e io non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa da lui. Aiden è abituato ad avere tutto troppo facilmente, ma non può avere me, non mi avrà mai. Mi ha buttata via come se fossi una bambola rotta, un giocattolo difettoso, è questo che sono diventata quando potevo morire, ho perso tutto il suo interesse, altrimenti sarebbe rimasto come tutti gli altri, avrebbe sperato che tutto quello fosse solo un incubo, che ce l'avrei fatta, che dopo gli avrei dato una possibilità. E io gli avrei dato una possibilità, l'avrei fatto, avrei messo da parte tutto il mio rancore, tutto ciò che mi era successo, ma non ora, non più. Non ne vale la pena, merito di meglio che uno come lui, come James o come i miei genitori. Io valgo molto più di loro, e ho rinunciato anche a troppe cose pur di soddisfare ogni loro richiesta, adesso basta, Charlotte si è stancata. 

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