All'improvviso Aiden spegne la macchina, mi volto di scatto verso di lui, chiude gli occhi e appoggia la testa al sedile.
«Siamo arrivati» sussurra ad occhi chiusi.Mi sento come se fossi incollata al sedile, non riesco ad alzarmi.
«Allora io vado» lui non si muove, deglutisco il groppo che si è formato in gola.
«Biondina» afferra il mio braccio prima che possa scendere del tutto dall'auto. Mi volto verso di lui «Stai attenta» e mi lascia andare.Esco dall'auto, chiudo la portiera e mi dirigo verso il cofano per prendere la mia valigia. Trascino la valigia fino all'ingresso dell'aeroporto, non è sceso a salutarmi, non mi ha accompagnata, solo "Stai attenta" ma so perfettamente che quel stai attenta cela in sé tante altre cose che non vuole dirmi.
Cammino nell'immenso aeroporto cercando dove si facciano i controlli di sicurezza. Più mi avvicino al gate più mi sento pesante. È davvero la scelta giusta quella che sto facendo?
Superati i controlli mi dirigo verso il gate. Trattengo il biglietto tra le mani, mi guardo intorno, troppe persone. Non mi sono mai piaciuti gli aeroporti, non mi è mai piaciuta l'atmosfera in questo posto, addii, ritorni, c'è sempre qualcuno pronto ad aspettarti o ad accompagnarti. È il luogo dove si piange per il dolore di una separazione, o per un ritorno felice. C'è qualcosa di davvero felice in ciò che sto facendo? Non penso. Non ho ritrovato Jessica e Lisa, non ho salutato Diana prima di partire, e ho litigato con Aiden. Certo, ho compreso molte cose su me stessa, ma non ho posto davvero le basi per una nuova vita. Come se questo biglietto per la Francia possa davvero essere il mio ricominciamo, lavorativamente parlando potrebbe esserlo sicuramente, ma come farei a relazionarmi? Non conosco il francese, e credo che dopo poco chi incontrerei si stancherebbe di parlare la mia lingua, dovrei fare un corso di francese.Mi alzo dal posto a sedere e mi dirigo in uno dei negozietti presenti in zona. Non posso avere ripensamenti. Devo distrarmi. Ho poco più di un'ora prima dell'imbarco, ho abbastanza tempo per girare tutti i negozi e prendere il volo. Non posso tornare indietro, sarei un'ipocrita se lo facessi.
«Sì, non preoccuparti, tornerò presto, ti amo» una ragazza afferma queste parole al telefono mentre vaga per un negozio di vestiti. «Quanto fanno schifo gli arrivederci?» continua rivolgendosi a nessuno in particolare.
«Signorina» si gira verso di me, forse avrà capito che stavo origliando «Lei cosa ne pensa?»
«Di cosa?» chiedo cercando di farle capire che non stavo origliando.
«Fanno schifo gli arrivederci secondo lei?»
«Dipende a chi lo si dice»
«Ha ragione, comunque io sono Mary»
«Charlotte» le stringo la mano.
«Posso sapere perché stai andando in Francia?» mi chiede uscendo dal negozio, io la seguo, sarà un'ottima distrazione parlare con Mary.
«Per ricominciare»
«Deve essere molto dura per te» ci sediamo.
«Già, e tu? Perché vai in Francia?»
«Vacanza, volevo staccare un po', magari potremo incontrarci e uscire insieme»
«Hai ragione, potremo scambiarci i numeri, così se ci volessimo incontrare possiamo metterci d'accordo»
«È una buona idea» mi sorride. Si sistema meglio gli occhiali sul naso e digita sul mio cellulare il suo numero. Io le mando poi un messaggio così anche lei può segnare il mio.Parliamo di tutto, da cosa ci piace e cosa no, da quello che ci aspettiamo dalla Francia a quello che ci è successo in passato. Di me le ho raccontato davvero poco, ma mi è piaciuto molto ascoltarla.
«Quanto tempo resterai in Francia?» le chiedo dopo un po'.
«Una settimana»
«Sai, io dovrei venire qui per il compleanno di una mia amica, vuoi venire anche tu? Non penso sarà un problema per lei» ma sarà per me un problema ritrovare Aiden, soprattutto per come ci siamo salutati, non gli ho detto nulla e lui, invece, solo un "stai attenta".
«Certo, se mi assicuri che non sarà un problema verrò con piacere, sarà una buona occasione per staccare ancora un po' la spina prima di tornare dal mio ragazzo» mi sorride. «Credo proprio che dobbiamo andare» indica la fila di persone pronte a salire sull'aereo.
«Già» mi alzo anche io.Mentre attendo il mio turno, ecco che ritornano, i sensi di colpa, la sensazione che tutto questo sia estremamente sbagliato. Non è da me abbandonare tutto alle prime difficoltà, non è da me lasciare tutto alle spalle. Mi sto comportando come le persone che ho sempre odiato, i codardi. Ma sono stata ferita troppo, non voglio ricadere nella trappola. Ma mi ripeto ciò che ho sempre pensato "Cosa sarebbe la vita senza il rischio?" senza quel brivido che ti porta a pensare cosa succederà dopo? Io sto abbandonando il rischio per qualcosa che sicuramente accadrà, e se il rischio mi porta ad un futuro ancora più bello di quello certo? Non posso ignorare questo. E anche se qualche ora fa ho detto che sarei stata un'ipocrita a cambiare idea, ora devo solo rimangiarmi la parola.
«Signorina il biglietto» alzo lo sguardo. Davanti a me ci sono l'addetto e Mary che mi attende.
«Io... mi scusi, ma non posso salire sull'aereo» l'addetto mi guarda interrogativo. «Non posso salire sull'aereo» ripeto con più convinzione «Mary quando torni fammi sapere, io devo proprio andare, scusa»Vado via dal gate ignorando i richiami dell'addetto, perché quel "Stai attenta" ha bisogno di risposte, perché quella semplice frase è il rischio che voglio provare. Non voglio dargli un'occasione adesso, ma chi lo sa, magari il futuro potrebbe essere dalla nostra parte. Aiden Evans è il mio rischio, e non posso andarmene, non voglio andarmene.
Esco dall'aeroporto, prendo il cellulare e compongo il suo numero. Uno, due, tre squilli, al quarto decido di staccare la chiamata, sicuramente sarà andato via. Mi appoggio alla vetrata dell'aeroporto, riproverò a chiamare. Dopo altre quattro chiamate senza risposta decido di prendere un taxi. Ho fatto ben cinque chiamate e non ho mai ricevuto risposta, sono una stupida a pensare che avrebbe potuto rispondermi. Apro la portiera del taxi.
«Biondina» non mi giro, né gli rispondo «Perché non sei partita?» resto in silenzio. Il taxista mi chiede se devo entrare oppure devo lasciare libero l'ingresso. Ma non mi muovo.
«Senti, io sono rimasto qui tutto il tempo, speravo che non salissi su quell'aereo, tu hai fatto ciò che speravo, e le tue chiamate a cui non ho risposto sono la prova, perché non l'hai fatto?»
«Perché non sono una codarda» stringo la mano sulla portiera.
«Lo so che non sei una codarda, ma eri così determinata a partire»
«Cosa vuoi che ti dica Aiden, le persone cambiano idea» sarebbe dovuto andare diversamente, e, penso, sia colpa il fatto che lui non mi abbia risposto.
«Ma non tu» afferra il mio braccio facendomi voltare. «Può andare, scusi per il disturbo» si riferisce al taxista.
«Hai mandato via il mio taxi senza permesso» rispondo stizzata.
«Non l'avresti preso, gli stavo solo facendo perdere tempo»
«Non ti sopporto»
«E allora perché sei rimasta?»
«Perché io non lascio mai una sfida in sospeso e tu sei la mia sfida Aiden» ghigna.
«Sei troppo competitiva biondina»
«Forse. Sappi però che non ti ho perdonato, ora lasciami e portami a casa»
«E se non volessi lasciarti? Chi mi dice che non prenderai quell'aereo?»
«Lo dimostra il fatto che sia rimasta qui dopo averti chiamato cinque volte senza ottenere nessuna risposta»
«Sei troppo testarda biondina»
«E tu vuoi che tutti cadano ai tuoi piedi e che eseguano i tuoi ordini, mi dispiace ma io non sono così»
«È per questo che mi piaci» sgrano gli occhi.
«È meglio andare ora, sono davvero stanca e tutto ciò che è successo oggi mi ha stressata molto» lui lascia andare il mio braccio.
«Hai ragione, andiamo» poggia un braccio sulla mia spalla e insieme ci dirigiamo verso la macchina.«Devo forse credere che sei diventato un sottone, Aiden?»
«Perché?» chiede mentre esce dal parcheggio dell'aeroporto.
«Mi hai aspettata per ore qui sperando che non salissi sull'aereo»
«E tu che mi hai aspettata dopo cinque chiamate perse?»
«Ti sbagli, se non l'avessi notato stavo per andare in taxi, taxi che tu hai mandato via»
«Forse ho dimenticato questo particolare»
«Già, quindi, perché sei rimasto?» mi giro verso di lui.
«Perché speravo che mi affrontassi piuttosto che andartene. So che non mi perdonerai per il momento, ma vorrei che un giorno, quando lo farai, riuscirai a darmi un'opportunità»
«Forse un giorno, per il momento credo che continueremo ad odiarci e bisticciare sempre, come al solito»
«Dato che non ci odiamo ancora e che siamo in una sorta di tregua, ti dico che a casa c'è un'altra Evans pronta a litigare. È piuttosto incazzata del fatto che tu non le abbia detto nulla sulla tua partenza e mi ha minacciato di dirle dover eri diretta così lei avrebbe preso un aereo e ti avrebbe affrontata»
«Perché siete tutti così voi Evans?»
«Saremo sempre la tua spina nel fianco biondina» sorride. Mi volto verso il finestrino. Ho seguito il rischio e ho fatto la scelta giusta.
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Complicated
RomanceUn'anima spezzata in una maschera di perfezione. Questo è Charlotte Green, una ragazza di ventiquattro anni che vive ancora con i suoi genitori. Dopo la rottura con il suo ragazzo James ha chiuso le porte in faccia all'amore, e ci ha apposto anche i...