ciao ragazz* 💗
è letteralmente un sacco di tempo che non mi faccio sentire scusate :/ ma la scuola mi sta lentamente uccidendocomunque
ho iniziato a frequentare un corso di scrittura creativa. Il tipo che lo tiene ha improvvisamente fatto un esempio su cosa potrebbe uscire come tema al concorso vero e proprio, esprimendosi semplicemente con la parola "lavatrice".
come se questo potesse essere un fottuto tema da dare a un concorso.
Comunque per il resto del tempo non ho fatto altro che pensarci e così io e un mio amico ci siamo lanciati una sfida e abbiamo deciso di provare a scrivere un racconto con questo tema. Mi sono divertita un sacco e così ho pensato di metterlo qui, giusto per postare qualcosa, e magari prima o poi lo finirò (si a una certa non avevo più voglia quindi ho deciso di lasciarlo così perdonatemela)————-
Quel rumore ripetitivo e fastidioso occupa le lunghe giornate di Nicola da circa sei mesi. È consapevole che ad oggi sono davvero poche le persone che si presentano davanti a quella piccola porta vetrata, ormai di un colore giallognolo e con uno spropositato numero di ragnatele a ricoprirla, e così si prepara all'ennesima giornata vuota. A Nicola non piace lavorare in quella piccola lavanderia a gettoni ma, soprattutto, odia dover lavare li i propri vestiti. Vorrebbe separare la sua vita personale da quel posto squallido e mal pagato e l'unica cosa a cui in questo momento riesce a pensare, seduto su un vecchio sgabello di pelle rossa e sorseggiando il terzo caffe della giornata, è quella lavatrice a un prezzo piuttosto scontato, anche se non abbastanza, che aveva visto in una vetrina poco più avanti.
Il suo capo richiama la sua attenzione lanciando un enorme mazzo di chiavi apparentemente identiche sul tavolo di fronte a lui. Un lungo sospiro e qualche lamentela non sono abbastanza per convincere Luisa a dare questo incarico a qualcun altro, come alla ragazza maldestra dai capelli incredibilmente lunghi del martedì mattina, o all'uomo di mezza età con quel divertente accento inglese del mercoledì pomeriggio. Così, in quella deprimente mattina di ottobre, Nicola butta il bicchierino del caffe e si rassegna all'idea di passare il resto della mattinata schiacciato dietro a una ventina di lavatrici, cercando la chiave giusta in quel mazzo inspiegabilmente numeroso. Nicola odia questo lavoro, ma odia in particolare una lavatrice. È tinta di uno sbiadito azzurro chiaro, e ogni volta che prova ad aprire lo sportello dei gettoni, questo si stacca completamente lasciando cadere tutto a terra e facendo spostare tutti gli sguardi delle anziane signore dai vestiti floreali su di lui. Inoltre sul lato destro della macchina si trova un grande cuore rosso con due iniziali all'interno, scritto con un pennarello di cui Nicola ancora cerca di capire i valori chimici. Forse perché dopo più di una settimana di prove e prodotti di tutti i tipi, persino quelli più costosi, che Luisa ripone strategicamente nello scaffale più alto, non era riuscito comunque ad eliminarlo. Così ogni volta che lo guarda Nicola viene risucchiato in un vortice di fastidiosi ricordi dovuti a un divertente gioco della sorte, che ha voluto rendere protagonisti inconsapevoli di un graffito sconosciuto le iniziali di due persone a lui ben note. La triste fine della sua stessa storia d'amore di certo non rallegra Nicola che, se pur ormai consapevole, si ritrova a fissare ancora una volta quel disegno e a imprecare silenziosamente. Forse non così silenziosamente perché una cliente tossisce nervosamente per richiamare la sua attenzione, visibilmente in imbarazzo, ma sempre con quel velo di superiorità con cui ricchi trattano i dipendenti. Nicola ripone le chiavi e alza lo sguardo, non ha mai visto questa donna. Porta un vestito dai colori esotici e degli accessori di perle, poi un vistoso anello dorato con piccoli diamanti che riflette la luce della lampada tremolante appesa al soffitto. Sul volto l'espressione di chi sa di essere inadeguato e lo sguardo di chi ha fretta.
Nicola butta il quinto bicchiere vuoto di caffe mentre osserva gli alberi macchiarsi di quell'arancione spento che profuma di autunno.
Si ricorda di quando Luisa, per farlo smettere di parlare, gli aveva raccontato la storia di quel graffito, o almeno quello che ricordava sull'opera di due innamorati che erano soliti recarsi qui per incontrarsi di nascosto dai genitori e, spinti dall'adrenalina del proibito, avevano deciso di lasciare un segno. Perché qualcuno avrebbe dovuto scrivere un graffito del genere sul lato di una lavatrice invece di farlo su un muro, come qualunque ragazzino dalla morale discutibile e il cuore giovane?Sa bene quale sarà il suo prossimo compito ma decide di rimandare finché non saranno Luisa e la sua stridula voce a ricordarglielo. Ma lei si attarda in bagno e il desiderio irrefrenabile e infantile di uscire e schiacciare tutte le foglie sul marciapiede di fronte spinge Nicola ad alzarsi lentamente e compiere i suoi doveri. Velocemente passa quindi in rassegna ogni singola lavatrice per controllare che nessuno dei clienti abbia lasciato niente al suo interno. Questa, per quanto seccante, è l'attività che Nicola preferisce . Può divertirsi a confrontare l'aspetto, e la sua personale idea della vita dei clienti che in quelle lunghe giornate vuote non può fare a meno di immaginare, con gli oggetti imbarazzanti che trova all'interno dei macchinari. Tra le cose più divertenti calze dai disegni ridicoli, magliette dalle stampe vagamente sessiste e soprattutto intimi dalle forme incredibilmente giovanili, quanto meno per la media delle persone che vede entrare ogni giorno. Passando distrattamente la mano in quella che lui ha personalmente nominato la "lavatrice del fallimento dal colore morto", sente improvvisamente qualcosa di piccolo e lucido.
"dovresti tenerlo che ti importa"
Luisa non è la prima persona a cui chiedere un consiglio, ne la seconda probabilmente. È la classica figura che in una rappresentazione allegorica delle due piccole coscienze dell'uomo sarebbe quella vestita in rosso con una stramba coda a punta.
"non sai a chi appartiene, come potresti fare altrimenti?"
Ma Nicola ricorda a chi appartiene. La donna esotica dagli accessori di perle.————-
ma quanto cazzo è difficile mettere la punteggiatura.
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Yes, this is me
General FictionYes, this is me, and so? Do I suck you? Fuck you and let me live. I love who I want. -esperienze personali -humor -consigli -sfoghi -pensieri ~Pinkie Pie🎈