Ciao luna

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Ciao luna, come stai?

Ti ricordi di me? Probabilmente no. Ci sono così tante persone che ti parlano. E non ascoltare le mie minchiate, ci sono cose ben peggiori.

Però vedi io ho sempre pensato che il dolore degli altri non esclude il tuo, maggiore o minore che sia.

Dunque ti parlerò lo stesso, perché sei l'unica cosa che mi è rimasta.

Vorrei scrivere questa cosa osservandoti e godendomi la tua luce, ma ahimè ieri non c'eri. Ieri il cielo era così nuvoloso. Ma mi piacciono le nuvole, e non le biasimo, chi non vorrebbe starti accanto? Spero tu ti trovi bene come mi trovo io con loro.

Ma adesso ti parlo di me. Sono qui per questo giusto?

Giusto.

Vedi adesso siamo chiusi in casa lo sai no? Si che lo sai, la notte non vedi mai nessuno. Di un po' ti senti sola? Sappi che io ti guardo sempre. Sei così bella. Appena posso uscire di nuovo ti prometto che passerò una notte solo a guardarti.

Ma dunque stavo dicendo. Per me... Per me è pesante. E non perché non posso andare in discoteca o a fare gli aperitivi. Per altri motivi.

Sai io, già lo sai in realtà, te ne ho parlato così tante volte. Insomma io perdo il controllo spesso. Quando mi arrabbio, anche per le più grandi cazzate la fase seguente è davvero straziante.

E ultimamente ho avuto una crisi particolarmente pesante. Ero al telefono con una mia amica e mia sorella ha iniziato a provocarmi. Così, per una minchiata. Io sono scoppiata e ho iniziato a urlarle contro.

Lei mi ha detto come faceva questa mia amica a starmi accanto senza credermi pazza. Pazza. È questo che sono per lei? Io... Io sono pazza. Luna dimmi per te sono pazza? Ho qualcosa che non va?

A quel punto mi sono chiusa in bagno e... E nulla. Ho perso il controllo. Ho iniziato a piangere e a strozzare le urla in gola.

Vedi è per questo che non sopporto più questa quarantena. Non sono mai sola. Non c'è un momento in cui io possa urlare e piangere liberamente. Non c'è un momento in cui io possa buttare a terra qualcosa senza preoccuparmi di nulla. Non c'è un momento in cui io possa prendere, uscire, e respirare un po' d'aria.

Non c'è un momento per nulla e l'unica cosa che posso farmi senza fare rumore è... È farmi del male.

Io ci provo a fermarmi. Luna te lo giuro. Entro in uno stato confusionale in cui urlo a me stessa di non farlo, di asciugarmi le lacrime e finirla lì. Ma... Ma non ci riesco.

Dopo un po' mi accascio a terra concentrandomi sulla musica che dolcemente suona nelle mie orecchie.

Appena inizo a respirare normalmente mi alzo mi guardo lo specchio e cerco di eliminare ogni segno che possa minimamente ricordare a me o agli altri ciò che è successo.

E di solito finisce li. Ma non quel giorno. Più tardi sono andata a farmi la doccia. Ho messo della musica e ho lasciato che l'acqua bollente mi liberasse la mente. Ma non è successo. Cazzo luna no, non è successo. Mi sono tornate in mente le parole che mi aveva detto mia sorella.

Ho iniziato a respirare pesantemente. Milioni di immagini si facevano strada tra la mia mente. Forse ho davvero qualcosa che non va.

Ho iniziato a piangere e sempre più immagini passavano per la mia testa. Mi capita spesso. Cose che non c'entrano nulla e che vanno solo a peggiorare la situazione. Principalmente hanno a che fare con il mio orientamento sessuale.

Notizie di ragazzi picchiati per il loro orientamento. Cacciati da casa. Esclusi dal mondo.

Oppure cose inerenti alla mia vita sociale. Frasi di disprezzo che mi sono state dette. Momenti in cui mi hanno escluso. Momenti in cui ho pianto.

Tutto questo mi faceva venire voglia di spaccare qualcosa. Ho iniziato a tirare violentemente colpi al muro ma mio padre ha sentito dei rumori e ho dovuto smettere. E luna cazzo, da quel momento è andato tutto a puttane. Qualunque oggetto o parete sembrava dirmi colpiscimi, buttami a terra. E non poterlo fare mi ha dato alla testa.

Mi sono accasciata a terra e piantandomi le unghie nella pelle ho cercato nuovamente di concentrarmi sulla musica.

Luna è stato così pesante. Adesso ogni volta che entro in doccia mi torna alla testa quel giorno. Ma allo stesso tempo quello è l'unico momento della giornata in cui sono, diciamo, sola.

Ho pensato di parlarne con i miei come mi avevi detto tu ma l'unica volta in cui mi sono lontanamente avvicinata a queste crisi davanti a mia madre, ovvero infilando con un po' più di violenza la chiave nella serratura, mi ha urlato contro per ore e mi ha detto che "se hai problemi a gestire le emozioni ti mando da uno psicologo". Per quello? Quello è... Nulla. In più i miei pensano sia divertente quando mi arrabbio in quel modo. Divertente. Probabilmente perché non sanno ciò che succede dopo. Ma forse è meglio così.

E lo so sarai libera di non credermi. O magari di pensare che sia normale. Che sia una minchiata. Ma so che tu mi capirai luna. Tu mi capisci sempre. Vero?

Yes, this is meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora