30. NON TI VOGLIO PIÙ

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(Un punto indietro....)

Dopo che Sabrina è andata via in quel modo brusco, Alessandro non ha potuto fare altro che ritornare nel suo ufficio. Nervoso ed amareggiato.
«Valentina, Luca, potete lasciarci soli per favore?», dice Alessandro ai suoi fratelli.
Non è una richiesta la sua, è proprio un ordine. I due ragazzi, dopo essersi scambiati una breve occhiata, obbediscono senza fiatare. Sono preoccupatissimi per tutta la situazione in sé e anche per Sabrina.
Valentina è rimasta scioccata dall'affermazione di Zaira e, proprio mentre Alessandro si è allontanato per rincorrere Sabrina che stava andando via, ha avuto modo di manifestare tutto il suo disappunto, sbottando contro la spilungona. Non la accetterà mai come moglie di suo fratello e stasera gliel'ha detto pure, finalmente. Quel groppone che conservava in corpo, è venuto fuori. Inutile dire quanto Zaira sia rimasta indispettita delle sue parole.
Il fatto poi che Sabrina sia andata via in quella maniera, non è affatto un buon segno, secondo Valentina e Luca. Alessandro, intanto, chiude la porta dietro di sé, restando solo con Zaira. È tempo di mettere in chiaro tutto. Nel modo più sbagliato in cui poteva accadere, ma è ora di farlo! Il giovane la osserva attentamente. Non prova assolutamente nulla, se non rabbia, e soprattutto delusione, nei suoi confronti. Questo è certo, ormai.
«Non fare l'offeso adesso, perché quí, quella offesa dal tuo atteggiamento, dovrei essere io, caro Alessandro!», dice lei con tono calmo, ma accusatorio.
«Il tuo viaggio è stato lungo. Sarai sicuramente molto stanca, Zaira! Grazie comunque per avermi avvisato del tuo arrivo!», dice lui allusivo.
Mette il telefono in carica, visto che è morto ormai da ore.

 Mette il telefono in carica, visto che è morto ormai da ore

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«Volevo farti una sorpresa. Non c'è niente di male. E, comunque, hai ragione, amore mio, il viaggio è stato lungo!», sussurra lei con un mezzo sorriso.
Adesso sono l'uno di fronte all'altra.
«Ora che siamo soli, un bel bacio dei nostri e d'obbligo, no? Forse prima ti sentivi in imbarazzo per la presenza degli altri?», sorride lei.
Posa le mani sul petto di lui, si protende sicura per dargli un bacio, ma Alessandro si scansa di nuovo.
Non vuole più i suoi baci.
«Che ci sia gente o no, non cambia nulla per me!», sbotta lui.
«Ale, perché fai così? Sono mesi che non ci vediamo e di certo non è questo il comportamento che mi aspetto da te!», dice lei con tono di voce instabile.
«Zaira, io ti avevo già avvertita molte volte per telefono. Il nostro confronto faccia a faccia non cambierà la sostanza delle cose. E la sostanza è che IO NON TI VOGLIO PIÙ! Cos'è che non capisci? Cosa non ti è chiaro? Parlo cinese, aramaico? Come te lo devo dire che è finita?», sbotta lui allontanandosi.
«Non puoi abbandonarmi in questa situazione! Che atteggiamento è?», domanda subito lei.
«Che situazione, Zaira, eh?», domanda lui gesticolando.
«Non puoi abbandonarmi con tuo figlio in grembo! Non puoi abbandonarci per un tuo stupido capriccio!», sbotta lei «Ho capito che probabilmente sei preso da un'altra donna, ma devi ritornare in te, amore mio! Io e tuo figlio abbiamo bisogno di te e non te ne rendi conto!», continua poi con voce instabile.
Alessandro le si avvicina lentamente. La guarda negli occhi. Si avvicina al suo orecchio e respira piano. Le posa una mano sulla pancia delicatamente. Il suo respiro soffia delicato sulla guancia di lei, così Zaira sorride rianimata. Ha voglia di lui in questo momento. Voglia matta di averlo. Desidera il suo uomo e Alessandro sorride appena, perché lo sa.
«Se in questo ventre c'è davvero qualcuno, di sicuro non è roba mia. Quindi rivolgiti a chi veramente ha dei doveri verso di te e verso la creatura che aspetti! In poche parole, Zaira, puoi tornartene da dove sei venuta!», sussurra lui con voce calda e sensuale.
Si allontana e si siede alla sua postazione. Così in modo del tutto indifferente.
«Sei uno stronzo!», sbotta lei innervosita.
«Lo so, me lo dicono tutti! Detto da te, però è un complimento!», dice lui sorridendo appena.
«Ho capito che te la intendi con quella sciacquina che se n'è andata via poco fa'! Ma la ragazza lo sa di essere solo il capriccio del momento per te? Lo sa di essere l'ennesima avventura di letto,una di quelle che sei abituato ad avere tu?», sbotta lei inviperita.
«E come sei abituata anche tu, diciamolo apertamente! Zaira, sei l'ultima persona che può giudicare i miei errori. Ricordati che tu non sei certo meglio del sottoscritto!», afferma Alessandro «E comunque modera i termini! Modera il linguaggio, Zaira! Morditi la lingua quando usi certi nomignoli assurdi e quando parli di determinate persone! La "sciacquina" che dici tu, un nome ce l'ha. Se la chiami per nome mi sta anche bene, sennò sei pregata di non nominarla nemmeno! Sei pregata di lasciare Sabrina fuori dalla nostra situazione di merda!», sbotta lui subito.
«La difendi anche? Non puoi mettere un'avventura al primo posto e lasciare da parte me e tuo figlio! Questo dico!», afferma lei facendo la vittima.
«Tu invece non devi mettere bocca sulle mie faccende private, chiaro?! La mia vita non spetta a te giudicarla! Tu devi solo limitarti ad accettare che la nostra relazione sia arrivata al capolinea! Se sei venuta quí con l'intenzione di rovinarmi la vita con la tua insistenza e soprattutto con la storia di questa gravidanza, hai sbagliato gioco... e hai sbagliato avversario! Ti avverto, Zaira: se tu fai la stronza con me, io posso diventare molto più stronzo di te!», afferma lui sicuro.
«Minacci? Ma che uomo sei diventato?», sbotta lei con occhi lucidi.
Alessandro è determinato, troppo. La ragazza sta iniziando a temere di non poter riuscire nel suo intento di riconquista.
«Sto diventando esattamente quello che TU mi stai facendo diventare! Ormai rendo quel che ricevo e non faccio sconti a nessuno! Ho reso l'idea? Odio gli inganni e lo sai benissimo! Le bugie, le menzogne a scopi maligni non le sopporto!», sentenzia lui.
Zaira estrae dalla sua borsa il referto clinico. Si avvicina a lui e glielo porge.
«Che ti piaccia o no, che tu ci creda o no... tuo figlio vive dentro di me!», afferma lei con occhi lucidi.
Dio se lo avrebbe voluto per davvero.
Alessandro posa lo sguardo su quei documenti. È incredulo. Zaira è veramente incinta. La guarda confuso.
«Quasi 3 mesi, Alessandro! Quell'ultima notte che abbiamo trascorso insieme quí a Lecce, nella mia camera d'albergo, è stata la nostra notte! Lo desideravo tanto un figlio nostro ed è successo, come vedi!», spiega lei pungente e in lacrime.
Sta piangendo davvero. La consapevolezza di non riuscire a riprenderselo, sta facendo in modo che riesca a fingere su tutto quanto, con tanto di lacrime.
«Cosa vuoi da me esattamente? Vuoi soldi? Vuoi un cognome per tuo figlio? Il denaro non ti manca, di certo non è quello il problema!», dice lui.
«Io voglio un futuro nostro, col nostro bambino. Insieme!», dice lei provando ad impietosirlo.

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