7. FLASHBACK (IL PREZZO DELLA LIBERTÀ)

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Otranto, estate 1988....

"FOTORICORDO"
L'insegna del piccolo studio fotografico affacciava sulla piazza. In strada, il clamore dei cittadini e i preparativi per la festa patronale stavano animando tutta la città. Il profumo delizioso della "copeta" in preparazione arrivava fin dentro alle abitazioni stesse. E poco importava che fosse una prelibatezza tipicamente natalizia. I proprietari delle bancarelle, professionisti di quella bontà, partecipavano ugualmente a quella ricorrenza annuale. Anche se, col caldo estivo, chi si beava di quel sapore, finiva per ritrovarsi tutto squagliato durante la degustazione. Bastasse quell'odore sublime di miele, zucchero e mandorle in fusione, ad addolcire gli animi!
Ad un quarto d'ora di distanza, precisamente in un villino di Serrano, quel villino di Serrano, gli animi erano tutto fuorché addolciti.
Un giovanissimo Andrea Cristaldi era coinvolto in un'accesa discussione familiare.

«Se non sposi quella ragazza, potremmo dire addio a questa casa. E tu, figlio ingrato, saresti capace di portare questo enorme peso sulla coscienza?», sbottó Fiorangela Greco, madre del ragazzo.
«La mamma ha ragione!», affermó la sorella di lui.
«Taci Adele, per favore, nessuno quí ti ha interpellato! Sappiamo bene che tu sei favorevole a questo scempio solo perché desideri vedermi sposato con la tua migliore amica, ma scordatevelo tutti!», sbraitó il ragazzo parecchio innervosito.
Adele, infatti, non pensava per niente al problema di fondo. Era piuttosto talmente legata amichevolmente a Teresanna che sarebbe stata felicissima di averla come cognata. Anche perché le due erano uguali, perfide e viziate allo stesso modo.
«Andrea ascoltami. Non possiamo tirarci indietro con quell'uomo. Tu devi sposare sua figlia o ci ritroveremo fuori da questa casa in men che non si dica. Ed io non ho intenzione di perdere l'unico bene materiale che tuo nonno ci ha donato. Comunque, a 28 anni è ora di trovare una sistemazione, non credi?», dichiaró la donna.
«Questa mentalità assurda ve la dovete togliere dalla testa. Avete solo menti chiuse voi. Non siamo più negli anni '30! Dovreste solo vergognarvi per le vostre idee così retrò!», sbraitó Andrea.
«Ho capito, non tieni alla tua famiglia quanto dovresti!» sentenzió Fiorangela.
«Ah, io non tengo alla mia famiglia? Piuttosto che obbligare me a questa condanna, obbliga tuo marito a smetterla di giocarsi tutto quel che possiede. Perché qua, come vedi, siamo passati dal buttare all'aria gran parte della sua pensione mensile, al gettare su un tavolo da gioco la nostra casa estiva! E se non facciamo attenzione, qua rischiamo che papà si giochi pure moglie e figli!», sbottó ancora Andrea.
«Finiscila di parlare così di tuo padre!», gli ordinó la donna.
«Gliel'ho detto un sacco di volte, sa come la penso. E se non la smette davvero, sarà lui a farci finire nella merda!», affermò lui, sgranando i suoi occhioni azzurri.
Andrea prese le chiavi della sua vespa, sbatté la porta di casa e andò via.

«Ha ragione porca miseria, smettetela!», affermò Francesco, fratello maggiore di Andrea. Il ragazzo uscì anche lui di casa per inseguire suo fratello.
«Non ha altra soluzione. Noi non abbiamo altra soluzione! Il signor Veronesi ha parlato chiaro: la sua unica figlia femmina vuole Andrea e lui la accontenterà. E siccome tuo padre ha scommesso e perso 7 milioni e non può restituirli, o cede la nostra casa di campagna o cede suo figlio in matrimonio! E noi non vogliamo perdere questa casa. O sto sbagliando?!», sbottò Fiorangela rivolta ad Adele.
Il signor Arcangelo Veronesi era un influente e conosciuto consigliere comunale, giocatore incallito pure lui.

«Andreee!», urlò Francesco.
«Che c'è, Francesco, che c'è?», sbottò il biondo innervosito.
«Lo sai che sono dalla tua parte vero?», lo rassicurò Francesco.
«Io sono stufo, veramente! In quella casa sono tutti ottusi! Ma stiamo scherzando? Stiamo quasi sfiorando gli anni '90 e questi ancora combinano i matrimoni. Assurdo!», urlò Andrea mettendo in moto la sua vespa.
«Io sono riuscito a far prevalere le mie idee. Ho sposato Loredana e hanno smesso di torturarmi! Io HO SCELTO Loredana, Andrea! Ho rifiutato ciò che voleva impormi la mamma ed è giusto che lo faccia anche tu, fratello mio!», affermò Francesco.
«Ciò che loro hanno scelto per te, non c'entra con un assurdo debito, però. Su di me stanno gravando pesantemente tutte le stronzate di nostro padre!», sbuffa Andrea «Io non ho intenzione di sposare Teresanna. A costo di pagare io stesso il debito di papà, ma la mia libertà non avrà mai il prezzo di una scommessa persa! Il signor Veronesi vuole i suoi 7 milioni? Li avrà, ma io non sposeró una donna che non amo!», affermó Andrea.
«Dove vai adesso?», domandò Francesco sbuffando.
«Al mio studio fotografico. Lì almeno mi sento meglio!», sostenne Andrea mettendosi il casco.
«Vengo con te!», sorrise Francesco.

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