58. ALLA DONNA DELLA MIA VITA (parte 1)

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"Amo, amo è un dono di natura, perché la nostra storia non è solo un'avventura!
Amo, amo è una semplice canzone e serve a me per dirti che sei una su un milione!"

(Una su un milione)

°°°°°

La campana della cattedrale scocca le 8:00 in punto.
"Una campana? Una chiesa? Ma dove sono?", pensa Sabrina tra sé schiudendo gli occhi a fatica.
(Non si sveglia mai col suono di una campana ad Otranto, quindi non è abituata).
"Siamo a Vieste, è vero...", continua poi con un sorriso, mettendo a fuoco i pensieri... anche se tiene ancora gli occhi chiusi.
Allunga la mano verso il posto accanto. Tocca il cuscino. Il posto è vuoto. Subito sbarra gli occhi. Effettivamente è sola. Si guarda attorno mettendosi a sedere. Indossa solo l'intimo, dunque ricorda perfettamente cosa è successo la sera precedente (ovvio). Sorride con imbarazzo dinnanzi a tal pensiero, come sempre.
"Diavoletto tentatore sei! Non c'è nient'altro ormai nella tua testa!", pensa lei tra sé scuotendo il capo ironica.
«Ale?», chiama subito con voce sottile continuando a sorridere rassegnata.
Si alza dal letto timidamente. Indossa alla svelta una maglietta di lui posata sul letto (che come sempre le calza a vestitino).
«Ale?», chiama ancora lei.
Nessuno risponde. Sabrina si affaccia in bagno e niente. Porta spalancata. Passa per il piccolo ingressino per dirigersi in cucina e niente nemmeno là.
«Ale!?», insiste.
Si affaccia al terrazzino, ma ancora nulla.
Davanti ai suoi occhi, ecco la spiaggia di Pizzomunno, che alla luce del sole è meravigliosa più dell'immaginabile. Si prospetta una giornata freschissima. Quí è sempre abbastanza ventilato.
«Ma dove sei finito, Ale?», borbotta tra sé.
I suoi effetti personali non più sono sul tavolo, dove lui li aveva lasciati la sera prima. Sabrina corre a prendere il telefono e fa' partire una chiamata al numero di lui. Ma, appena la linea si collega, il telefono del ragazzo prende a squillare oltre la porta d'ingresso.
Sabrina sente il rumore della chiave inserita nella serratura e due mandate tolte.
«Ohi, ti sei svegliata!?», sorride Alessandro appena se la ritrova davanti col telefono all'orecchio.
«Ma dov'eri finito?», domanda lei chiudendo la chiamata «Addirittura mi hai segregata quí, chiudendomi a chiave?», sfotte lei guardandolo con occhi a fessura.
Il ragazzo chiude la porta dietro di sé. Ha una busta tra le mani.
«Sono uscito circa un quarto d'ora fa' per prendere la colazione. Ti ho lasciata a dormire. Secondo te non avrei dovuto chiudere neanche la porta a chiave?», domanda lui inarcando un sopracciglio.
«Avevi paura che scappassi via?», sfotte lei.
I due si dirigono verso la cucina e Alessandro posa la colazione sul tavolo. Il profumo dei croissant caldi ha invaso il piccolo ambiente.
«Buongiorno, comunque...», sorride lui attirandola subito a sé.
Le lascia un bacio a stampo sulle labbra.
«Buongiorno a te, amor!», sorride lei compiaciuta.
«Mi avevi perso?», domanda lui sfottente.
Sabrina scuote il capo con un mezzo sorriso stampato in faccia.
«Svegliarsi in un posto nuovo è già scombussolante per me. Non ci sono abituata, come ben sai. Ma, in certe situazioni, direi che... senza di te è ancora più scombussolante!», ammette lei portandogli le braccia al collo.
«Oh, la mia povera fanciulla spaesata!», sorride lui ironico.
Uno, due, tre, quattro baci... sulle labbra... consecutivi... A stampo, ma prepotenti. L'artefice è proprio lei, sì.
(Alla faccia di quando diceva: "Io e Alessandro stiamo diventando troppo appiccicosi ultimamente"!).
Proprio Alessandro intanto sorride divertito.
«Comunque potevamo uscire insieme per la colazione, eh?», sorride appena Sabrina.
«E tu, senza cappuccino, come ti svegli? (Anche se comunque mi sembri più che sveglia stamattina!)», sfotte lui lasciandole due baci sul collo.
Lei si lascia andare ad una risatina timida.
«Dai sediamoci all'aperto, andiamo a mangiare!», propone lui.
I due si trovano così a gustarsi la colazione tanto rinomata di Vieste, (seduti al tavolino in terrazza, con vista mare). Prodotti artigianali assolutamente impossibili da non assaggiare.

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