13. IL SESTO SENSO NON SBAGLIA

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🎵"UN GIORNO QUALUNQUE MI RICORDERÒ DI DIMENTICARTI DENTRO A UN CESTINO! TU SEI UN PEZZO DI ME, SEI UN PEZZO DI ME, SEI UN PEZZO DI ME! AAH AAH AAH!🎵 , canta Levante in "Tu sei un pezzo di me", in radio.

Sabrina, a sua volta, canta divertita sulle note di questa canzone dal doppio senso comico/romantico. Il tutto per cercare di tenere a freno l'imbarazzo di essere in macchina con un soggetto così fascinoso, tanto da togliere il fiato. L'effetto che le fa è sempre lo stesso.
E così canta, muove la testa a ritmo, tamburella le dita sopra la sua borsetta e lancia spesso occhiate proprio ad Alessandro. Questo ad un certo punto la guarda con occhi a fessura. Lei smette di cantare ed imita la smorfia di lui, corrucciando la fronte.

 Lei smette di cantare ed imita la smorfia di lui, corrucciando la fronte

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Alessandro allunga la mano verso lo stereo e abbassa un po' il volume.
«Pezzo di me, o pezzo di mme💩?», domanda lui fintamente indispettito.
Sabrina scoppia a ridere.
«Chiedilo alla cantante, mica l'ho scritto io il testo della canzone!», ironizza lei.
«Io la "emme" la sento proprio carica di sentimento!», ironizza lui «E poi, dagli sguardi passionali che mi lanci mentre canti, sembra che tu me la stia dedicando con tutto il cuore. Mi piacerebbe solo capire che tipo di "pezzo" sono!», ride lui.
«Dipende da te!», sbotta lei sorridendo divertita.
Il ragazzo scuote il capo e sorride rassegnato.

Arrivati a destinazione, in poco meno di un'ora a Gallipoli, Alessandro adocchia la stradina per raggiungere il locale dove lui stesso, per le 20:30, ha effettuato la prenotazione per 4 persone, su richiesta di Deborah.
Il parcheggio che è riuscito a trovare, però, è ben distante appunto dal locale che, trovandosi nel centro storico della città, sarebbe da raggiungere a piedi. Il ragazzo scende dall'auto e Sabrina fa lo stesso dopo che lui le ha gentilmente aperto la portiera.
«Dovremmo camminare un po'. Sicura di farcela con quei trampoli che ti sei messa?», sorride ironico.
«Ce la faccio, tranquillo!», rassicura lei sistemandosi il cappotto «Dovevo per forza mettere i tacchi stasera, guarda. Al tuo fianco, sembrare un puffo è molto facile!», sorride poi.
«Ma vaaa! E ti preoccupi di essere bassa? Nella vita non è importante essere alti, ma essere all'altezza, mia cara!», afferma lui con un mezzo sorriso.
«Sai, anche tu dovresti scrivere un libro, intitolato magari LE PERLE DI SAGGEZZA DI ALESSANDRO CRISTALDI!», ride lei.
«Valuterò la cosa!», risponde lui con un sorriso sghembo.
Ad un tratto, Alessandro le afferra la mano e porta il braccio di lei sotto al suo. La ragazza lo guarda stupita.
«Che fai?», domanda lei.
«La vedi la scalinata?», sorride lui.
Di fronte a loro, appunto, una bella scalinata in discesa, anche abbastanza ripida, per poter accedere fino all'entrata del locale.
Iniziano a scendere con calma.
«Guarda che non sono invalida o zoppicante!», sbotta lei guardandolo con un mezzo sorriso.
«Voglio solo evitare che tu lo possa diventare!», ride lui.
"Stronzone!", pensa lei divertita tra sé e sé.
«Guarda che una donna sui tacchi può fare di tutto. Camminare, salire e scendere le scale, guidare, correre...», spiega lei ironica.
«Certo, come no! Anche giocare, lavorare, scalare le montagne, nuotare...», continua lui sorridendo.
«Soprattutto, difendersi!», riprende lei «Le vedi queste?», sollevando di poco il tessuto del pantalone a zampa che ricopre la sua décolleté «Possono essere una pericolosissima arma di difesa. Letale! Con la potenza di un boomerang, può essere un'arma molto efficiente. Basta solo avere una buona mira per lanciarle al bersaglio prescelto. Anche la vittima, però, è necessario che abbia dei riflessi pronti se intende salvarsi!», spiega lei cercando di essere seria e convincente.
Alessandro la ascolta senza fiatare.
«Quindi, lo dico anche a te, occhio a non farmi arrabbiare!», conclude poi scoppiando a ridere.
«Ah, bene! A posto, siamo arrivati alla frutta! Comunque, io i riflessi pronti ce li ho, t'avverto!», sbotta lui sorridendo «Tu, piuttosto, come stai messa con la mira?», domanda poi.
«Devo fare pratica. Se vuoi fare da cavia sei ben accetto!», ride lei ripensando al suo indimenticabile sogno omicida di quella notte.

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