AlexandriaNemmeno il correttore più coprente al mondo potrebbe non rendere visibili le mie occhiaie.
Ho passato un’altra notte in preda agli incubi, di conseguenza mi sono svegliata alle quattro del mattino e non sono più riuscita ad addormentarmi.
Vorrei tanto sapere cosa si prova a dormire senza dover rischiare di svegliarsi urlando dalla disperazione o dal terrore.
Mi fermo un attimo per prendere fiato dalla mia corsa mattutina.
Dopo ogni incubo, per cercare di non pensare troppo vado a correre nel bosco vicino alla scuola, mentre ancora deve sorgere il sole.Riprendo a correre provando a non pensare alle urla e alle lacrime calde che scendevano lungo le mie guance, alle sue parole ingannevoli mescolate al tocco delle sue mani viscide.
Mi fermo di nuovo reprimendo un conato di vomito, ma mentre mi giro vedo qualcosa che mi fa spalancare gli occhi.
O meglio qualcuno.Dimintico improvvisamente tutto quello a cui stavo pensando prima.
Ho la sfortuna di vedere la mia migliore amica senza maglia con la schiena premuta contro il tronco di un albero e le gambe che circondano la vita ad un ragazzo, ma non un ragazzo qualunque, è il tizio che è stato messo in punizione con noi.
Devono essersi accorti del mio sguardo fisso su di loro perché si voltano a guardarmi, il tizio strano sembra aver bevuto una gran dose di ansia, mentre Skylar sembra non riuscire a contendersi dallo scoppiare a ridere.
Grazie tante.
Non che sia una sorpresa per me vederla con qualcuno, ormai ci ho fatto l’abitudine, ma è come vedere un proprio familiare scopare.
Disgustoso.Mi volto mentre loro interrompono il loro divertimento, sento giusto le loro ultime parole prima che lui si allontani.
«La tua amica mi mette ansia»«Ti auguro di non averci mai a che fare» puntualizza Skylar.
Scoppio a ridere non riuscendo più a controllarmi.
Appena Sky mi raggiunge mi lancia un’occhiataccia intimandomi di smettere di ridere.
Non penso possa succedere.
«Ecco cosa fai alle cinque e mezza di mattina» le faccio notare alzando e abbassando le sopracciglia.
«Non solo alle cinque» ammicca lei maliziosa.
«Porca».
«Parla quella che si legge solo romanzi erotici».
«E tu li vivi cazzo»
«Non è colpa mia se tu non li vivi»
«Già, suppongo nemmeno che sia colpa mia» borbotto amaramente.
Deve essersi accorta di aver detto la cosa sbagliata perché posa un braccio sulle mie spalle e mi abbraccia.
«Scusa non volevo intendere quello» la sua voce è piena di rimorso.«Lo so».
***
«Avete capito tutto ragazzi?»
Si tesoro certo che ho capito tutto!
È la seconda ora di lezione e già mi sono rotta il cazzo.
Al Divitiae la mattina si svolgono le materie obbligatorie, mentre al pomeriggio materie alternative.
Adesso sto facendo matematica e vorrei che qualcuno mi sparasse dritto in testa.
Fortunatamente nonostante io sia una ragazza che con le regole non c’entra niente, preferisco avere un’alta media piuttosto che bassa, posso dire che per questo i miei genitori sono felici.
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Swim or Drown
Roman d'amourAlexandria si è sempre posta una domanda: nuotare o affogare? Durante il corso dei suoi diciott'anni capirà quale sarà la risposta più adeguata, ma non sarà da sola ad affrontare una delle domande più importanti della sua mente, altri cinque ragazzi...