19. Jack Frost, tesoro...

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Alexandria

«Beccati questa stronzo.»

Sorrido soddisfatta del mio lavoretto, mi alzo in piedi e mi allontano di qualche metro.

Ammiro l'auto dipinta di rosa di Frost.

Dopo che gli avevo posto di nuovo quella domanda, lui mi aveva guardato ripetutamente sprezzante e freddo come il ghiaccio.
Però non è questo che mi ha fatto incazzare.

Ciò che mi ha dato veramente fastidio, è che dopo esser scesi dalla ruota panoramica, senza dirmi una parola si era allontanato da me in fretta e furia, io allora lo avevo seguito per scoprire che se n'era andato via con la sua macchina lasciandomi da sola al luna park.

Da sola!

Ero furiosa.

Dopo tutta la notte che non ci eravamo insultati, che non ci eravamo lanciati occhiatacce.
Dopo una notte passata a comprendere l'un l'altro, mi aspettavo che almeno per un po' sarebbe stato tutto più semplice, e invece no.

Perché il suo carattere non è fatto per adattarsi con il mio.

Perché lui è ghiaccio, e io sono fuoco.

Ci ho messo un'ora a piedi per tornare in accademia, non ho voluto chiamare Ethan perché sicuramente dormiva, e perché sono ancora un po' arrabbiata con lui per la storia di Sky.

In ogni caso, mentre camminavo ho riflettuto molto, e avevo deciso che non l'avrebbe passata liscia.

Per questo adesso sto osservando compiaciuta la macchina rosa che un tempo era nera.

In più ho pure bucato le ruote.

Bisogna sempre strafare.

Con un sorrisetto mi volto e mi incammino verso la mia stanza, per sprofondare nel letto e dormire tutto il tempo che voglio, per poi ritornare alla solita vita che avevo provato a sospendere per un attimo.

***

«N-non ce la faccio più...» sussurro abbracciandomi le ginocchia, nascondo il viso in esse e provo a silenziare i miei singhiozzi.

Deve smettere di fare così male.

Ieri il mondo mi è crollato addosso e non sono riuscita a tenere i pezzi uniti, e sono finita per crollare io stessa.

Quando Ethan mi ha detto quella notizia, non riuscivo a comprendere, non capivo perché appena cercavo di superare il tutto provando a sorridere, di nuovo qualcosa doveva calpestare il mio cuore già in mille pezzi.

Ma adesso ho compreso così bene la notizia che ha infestato i miei sogni.

Sento già la paura che occupa la mia mente.

Appoggio la testa sul cuscino umido dalle lacrime e provo a fermare tutti i miei pensieri.

Lui è libero, ma io sono ancora imprigionata nei nostri ricordi.

Lui andrà avanti con la sua vita e io vivrò ancora cercando di non provare certe cose.

E dovrò ancora domandarmi "e se venisse qui?"

"E se ritornasse da me?"

E dovrò continuare ad avere in testa e se...

E dovrò vivere con la paura che scorre nelle vene.

Ieri condividere il mio dolore con Frost nel nostro silenzio è stato gratificante.

Nessuno ha mai provato a non insistere riguardo ai miei sentimenti, tutti hanno sempre cercato di farmi parlare, di impicciarsi nei miei pensieri.

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