40. Mi ha fatto vivere veramente, ma adesso mi sta facendo morire

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Frost

Chiudo il mio armadietto talmente forte da far girare gli altri studenti.

Prendo i vari libri e mi volto verso la classe per raggiungerla.

Cammino con tutta la calma del mondo, mentre dentro sento un incendio bruciare le mie viscere.

Sento ogni emozione elevata al massimo, le sento scorrere nelle vene, sgretolare le mie ossa, consumare la pelle.

Sento un uragano che mi travolge.

Passare dal non provare nulla al provare tutto è estenuante, cone vivere una tempesta di colori che ti cambiano la prospettiva delle cose.

Adesso riesco a vedere con rabbia le cose, con tristezza, con invidia...

Da completamente bianco sta diventando un esplosione di colori.

Mi sento invadere da tutte queste sensazioni a cui non ero abituato prima.

In lontananza la vedo.

È bella come al solito, se non di più, ma la sua bellezza l'ha usata come arma, mi ha ingannato per poi rifinire nelle braccia di Simon.

Qualcosa è cambiato però.

I tratti del suo viso sono più freddi e distanti, cammina con la sua solita strafottenza, ma emana rabbia.

Molta rabbia.

Sembra che ci siamo scambiati i ruoli.

Quando passa di fianco a me senza nemmeno guardarmi perdo un battito.

Davvero tutto ciò che ha provato con me non ha più importanza?

Sono diventato invisibile per lei?

Se lei è arrabbiata lo sono anche io.

Arrivo a lezione e mi siedo composto come al solito.

Con mezz'ora di ritardo arriva Alexandria.

Irresponsabile come al solito.

«Signorina Shannon, quando capirà che la scuola non le appartiene?» le domanda la professoressa di francese, con rabbia e rimprovero.

Alexandria però non sembra voler farsi incenerire dalla professoressa, anzi mette su il suo sorriso più crudele e la guarda dritta negli occhi, con il suo incendio in grado di far invidia ad un vulcano.

«Professoressa, quando capirà che non dovrà provarci con tutti gli studenti che eccellono al suo corso?»

Quando la professoressa non le risponde, Alessandria fa un sorriso soddisfatto.

«Ah e... Non mi segni il ritardo grazie.»

Con questo si siede proprio di fianco a me, nel posto accanto a me, in cui le nostre ginocchia si sfiorano, e i nostri profumi si mischiabo.

«Non cambierai mai atteggiamento vero?» le domando guardando di fronte a me.

Sento il suo sguardo su di me, e poi un risata amara.

Swim or DrownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora