6. Sei stata tu

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Alexandria

«No Ethan, non devi muoverlo così!» urla Skylar, alzando le mani quasi a volersi strappare i capelli dal nervoso.

Io non posso fare a meno di ridere.

«Fallo tu visto che sei tanto capace» controbatte Ethan, incrocia le braccia al petto guardandola con sufficienza.

Poverino, ne rimarrà deluso.

«Se ci tieni tanto.»

E poi si mette a twerkare, proprio in mezzo alla stanza.

Io sposto la videocamera di Sky su di lei, per riprenderla.

Prima siamo arrivati alla punizione, ma non c'era nessuno, quindi Ethan è impazzito–cosa non molto strana–e si è nesso a twerkare, se si può definire così quello che faceva, scuoteva semplicemente il sedere in modo imbarazzante.

Considerando che Sky ha fatto anni di danza, cercava di insegnare a Ethan di farlo nel modo giusto, ma lui è troppo stupido e orgoglioso.

«Muovi quel culo così» incito Sky ridendo.

Skylar e io ci lanciamo un occhiata complice e lei si sposta mentre io inquadro Ethan nella videocamera, l'espressione di quest'ultimo diventa confusa, ma quando Sky si mette davanti a lui twerkando, lui non può far a meno di spostare lo sguardo sul suo culo.

Di colpo smetto di ridere mentre lui chiude gli occhi e mormora qualcosa prima di uscire dalla stanza.

Mi volto subito verso Sky alzando le sopracciglia.
«Cos'era quello?» le chiedo, enfatizzando l'ultima parola.

«Q-quello cosa?» nemmeno mi guarda in faccia.

I miei sospetti di qualche giorno fa ritornano, quando c'era Ethan che si baciava con una ragazza e Sky era rossa dalla rabbia, o gelosia, o entrambi.

È da quando Ethan è uscito di prigione che si comportano in modo alquanto strano.

Non ci vuole un genio per capire che c'è stato qualcosa di cui io non so l'esistenza.

«Se ci fosse stato qualcosa tra voi me lo direste?» incrocio le braccia al petto, mi avvicino a lei cercando di attirare l'attenzione dei suoi occhi, ma ha lo sguardo ancora sulle mie vans logore.

«Si certo.»

Dal tono della voce posso scovare l'insicurezza per quella bugia che mi sta dicendo.
Per la prima volta non credo a quello che dice.

***

Questa volta alla punizione c'è pure Annya, anche se non si nota molto la sua presenza dato che sta in silenzio e si copre la faccia con il cappuccio della felpa.

Ma se è timida non vedo perché debba essere un problema, dato che dovremmo passare mesi insieme in punizione cercherò di renderla più a suo agio possibile.

Mi avvicino a dove sta pulendo lei e la guardo con la coda dell'occhio.

Lei deve essersi accorta che la sto guardando perché volta il viso verso di me.

«Adoro il tuo make up» le sorrido osservando come ha disegnato con l'eyeliner due pipistrelli ai lati degli occhi, che si abbina al tatuaggio sulla gamba scoperta per via della gonna che indossa, ci sono vari pipistrelli che volano in diagonale.

«Grazie» mormora prima di voltarsi, non posso fare a meno di vedere che cerca di coprirsi ancora di più adesso.

«Non volevo metterti a disagio!» le dico preoccupandomi all'istante.

Swim or DrownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora