33. Sei il mio Jack Frost

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Yeah, let's be clear
I'll trust no one
Elastic heart, Sia

Frost

Da quando ho capito che posso provare sensazioni positive, ovvero non in grado di farmi venire voglia di scomparire, le sensazioni negative sembrano essere amplificate.

E i peggiori pensieri sembrano ingombrare la mia mente.

Non posso far a meno di pensare che forse tutta questa vita è stata completamente inutile.
Dovevo morire, come dice sempre mia madre.

Forse ha ragione.

Non dovrei in questo momento tornare al Divitiae sapendo cos'ha passato mia madre per farmi nascere.

Perché tornare in accademia vuol dire tornare da Lex, e questo vuol dire raggiungere la felicità.

E io non me lo merito.

Io non merito nulla.

Devo sopportare tutte le urla di mia madre, i suoi insulti, la sua rabbia, la sua tristezza.
Sento solo delle voci che mi ripetono che non merito tutto questo, continuamente. Sono talmente forti che inizio a crederci. Anzi, forse l'ho sempre saputo.

Non lo merito. Non lo merito. Non lo merito. Non lo merito. Non lo merito.

Basta.

Vorrei semplicemente zittire tutti, essere libero da questo magone che ogni volta provo quando ritorno a casa.

La casa dovrebbe essere un posto in cui sentirsi al sicuro, in cui essere felice e spensierato.
Invece mi sento solo morire. Lentamente e dolorosamente.

Quando parcheggio la macchina rimango un momento dentro per far ritornare a galla la parte fredda e imperscrutabile di me.
Devo ricostruire il muro di ghiaccio che mi protegge da sempre.
Non devo crollare proprio ora.

Quando entro in camera sussulto nel vedere Lex seduta sul mio letto con un libro in mano, quando mi sente entrare però, si alza e si avvicina a me.

Ha un grande sorriso in volto, e quasi mi vergogno quando si blocca nel vedere la mia espressione, e il suo sorriso sparisce.

Io faccio sempre sparire i sorrisi alle persone. Ad Alexandria, a mia madre, a mio padre.

«Che è successo?» mi chiede allarmata, prende le mie mani nelle sue e mi guarda con attenzione.

Non la merito.

«Lasciami solo.»

Si irrigidisce quando sente il mio tono di voce freddo e duro.

«No.»

«Ti prego va via.»

«Frost dimmi cos'hai» si avvicina sempre di più a me.

Perché ha la capacità di farmi sentire così vulnerabile?

Non potevamo semplicemente detestarci?

«Frost puoi dirmi tutto lo sai?»

Lo so, è questo il problema.

Io non ti merito.

Sono una persona orribile che merita di stare da solo, questo è questo che mi ha detto sta sera mia madre, e forse ha ragione.

Lei deve aver intuito che non riesco a parlarle, perché si alza sulle punte e mi lascia un bacio sulla fronte.

«Vieni con me.»

E con questo mi prende per il braccio e mi porta con sé.

***

«Quando ero piccola passavo tutti i pomeriggi in piscina, amavo la sensazione di potermi sentire al sicuro solo sott'acqua, dove nessuno avrebbe potuto dirmi cosa fare o dirmi che non andava bene com'ero. Tutto sembrava scomparire e rimanevamo solo io e la tranquillità.»

Swim or DrownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora